Infinito e per sempre

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CAPITOLO 41

Ricorda, la Legge del Triplo è fatale, ritorna tre volte sia il bene che il male.

DYLAN'S POV

Questa mattina non è decisamente il giorno ideale per andare al cimitero, ma neanche è giusto chiederle di rimandare a un altro giorno... e non perché è il suo compleanno e per lei avevo progettato altro, ma perché questa pioggia insistente renderebbe difficile quello che mi ha detto che fa ogni anno e che farà anche oggi.
Prima di proseguire verso quel luogo, ci fermiamo cinque minuti a casa sua per prendere le cose che le serviranno, e solo dopo ci rimettiamo in macchina e arriviamo a destinazione, per poi parcheggiare il più possibile vicino al cimitero dove riposano le spoglie di sua madre.
Scendendo faccio il giro dell'auto preoccupandomi di non farle prendere neanche una goccia d'acqua, ci manca solo che prenda una bronchite e poi, con la sua salute cagionevole, il quadro sarebbe al completo; cosicché sul suo capo elevo l'ombrello che servirà proprio a questo scopo, e le passo un braccio sulle spalle per farla più vicina a me e lontana dalla pioggia battente.
Il cattivo tempo oltre a Boston non ha risparmiato neanche Salem e per il momento sembra anche che non voglia smettere di piovere.
«Cercherò di fare il più in fretta possibile.» Mi dice.
«Non voglio metterti fretta. Assolutamente no. Fai quello che devi.»
«Grazie, per me è importante... si sta avvicinando il Samhain e nelle settimane precedenti a questa ricorrenza, dobbiamo far sentire i nostri cari ben accetti.»
«Ecco! Questa, ad esempio, è una festività che conosco perché è molto sentita in Irlanda. Mia madre non faceva altro che elogiarla quando ero un bambino.»
«Ti ha mai detto altro?»
«Oltre alla tradizionale festività e al piccolo popolo più niente.»
«Ok, va bene.»
«Perché? Sai qualcosa? C'è dell'altro che devo sapere? Io non ho dimenticato il giorno che siamo stati alle cascate.»
«Niente che non possa aspettare.»
«Tanto per cambiare.»

Il percorso asfaltato è finito, e ora davanti a noi si estende un manto erboso impregnato d'acqua che rende il terreno una morbida massa fangosa in cui affondano i piedi, e in questo pantano, con la sua celosia dai fiori vellutati color cremisi stretta tra le braccia, arriviamo alla lapide.
Sempre con l'ombrello a coprirla, alle sue spalle aspetto che compia tutto il rituale. Accucciata sulle gambe non si preoccupa neanche che il fango le sporchi i vestiti, ed è ferma davanti la lapide a sfiorare la dura pietra percorrendo con le dita tutti i solchi che compongono il suo nome e la data di nascita e di morte... nessuna foto oltre quelle scritte, come non c'è nessun fronzolo a adornare la sua tomba.
Successivamente, stendendo un telo a terra, si mette in ginocchio cominciando a scavare con una paletta un piccolo fosso. Mi abbasso anch'io per dargli ancora più riparo e nel momento in cui la vedo asciugarsi il viso con le mani sporche, le tolgo la paletta dalle mani per continuare il suo lavoro. Mi lascia fare, mentre dalla borsa estrae un sacchetto che apre, dandomi pure informazioni sul suo contenuto.
«È un bulbo di Iris. Questo fiore rappresenta il ponte tra la vita e la morte ed è l'incarnazione e il contatto con gli esseri spirituali, il suo ciclo comincerà adesso e terminerà in primavera quando sboccerà.» Mi spiega.
«Dallo a me.»
«Perché?»
«Lo pianterò io per te.»
«Davvero?»
«Sono entrato nel tuo mondo, tanto vale anche condividerlo.»
«Mi lasci senza parole.»
Metto il bulbo nella buca scavata ricoprendo poi il tutto, ed è solo quando finisco di sistemare la terra compattandola con la paletta che mi spiega il motivo di questa semina.
«Qui inizia la vita del seme nella terra, prima che diventi una futura pianta in vita. È l'inizio di un nuovo ciclo.»
«Hai dimenticato le mie origini? Sapevo poco di streghe ma le tradizioni irlandesi, quelle le conosco.»
«Le tradizioni irlandesi sono uguali o simili alle mie tradizioni. Alla fine, le nostre origini hanno un punto in comune.»
«Cosa devo fare ora?» Le chiedo.
«Traccia un cerchio sulla terra.»
«A cosa serve?»
«È un simbolo che sta a indicare che non può esserci vita senza morte, è parte del cerchio della vita e della Ruota dell'Anno.»
All'interno del cerchio dispone il fiore in vaso che aveva portato con sé e teneva di lato e poi ancora un pezzo di pane, delle monete d'argento e una candela.
«Il giorno del Samhain si solleva il velo tra noi e il mondo degli spiriti che sono liberi di vagare per le strade, e ora è il momento di onorare e celebrare i defunti per fargli capire che gli apriamo le porte al nostro mondo. Se si sentiranno accettati sarà più facile che poi vengano a trovarci.» Mi spiega ancora.
«E ora cosa devo fare?»
«Accendi la candela.»
Faccio ciò che dice, e sfilando il mio accendino dal taschino della giacca in pelle, cerco di dare fuoco allo stoppino... impresa un po' difficile dato il vento che soffia sulla fiamma spegnendola ancora prima che prenda vigore, e se non fosse stato per lei che con le mani a coppa fa una barriera contro di esso, dubito che ci sarei riuscito vista l'altra mano impegnata a mantenere un ombrello che ci ripara dalla pioggia che ancora non cessa di cadere.
«La luce delle candele permette ai defunti di non smarrire la strada, illuminando il loro cammino fino alla casa dei loro cari tra i vivi.»

Le nuove streghe di Salem Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora