Il confine

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CAPITOLO 49

INVOCAZIONE ALLA DEA Luna crescente dei cieli stellati, Dea flora dei fertili prati, Dea fluente dei sospiri della marea, della pioggia gentile, Sacra Dea. Il mio canto dai Menhir è a te levato, risvegliami con il tuo colore argentato. Aprimi alla luce del tuo mito, sii con me nel mio sacro rito!


TRIXIE'S POV

Il suo battito lo sento... lento, ma c'è. E il suo respiro lo sento... debole, ma c'è. E la sua vita la sento... appesa a un filo sottile, ma c'è.
Con gli occhi gonfi e le gote rigate da un fiume incessante di lacrime continuo a stargli accanto, a stringergli la mano e ad accarezzare il suo viso, sperando che apra gli occhi.
Controllo ancora il suo battito, controllo ancora il suo respiro, controllo ancora se c'è vita, e fino a quando ci sono, impercettibili ma ci sono, non perdo la speranza.
Esausta e forse anche rassegnata all'idea di dovermi fidare di lui, con un filo di voce rotta pure dal pianto, chiedo ulteriori spiegazioni.
«Cosa gli hai dato?» Chiedo a zia Sophia.
«Un infuso con foglie di tasso.»
«L'albero della morte.» Sussurro con la voce serrata dal nodo che ho in gola.
«Non è una dose letale... tanto quanto basta per rallentare il suo cuore e fermarlo per pochi secondi.»
«Ma il suo battito e il suo respiro sono troppo deboli per via del veleno che c'è ancora in circolo. Rischia di avere un'altra crisi, dobbiamo fare qualcosa.»
«Non succederà. Il peggio è passato.»
«E allora perché non si risveglia?»
«Abbi pazienza... si sveglierà quando potrà farlo.»
«Che... che significa quando potrà farlo?»
Al mio fianco adesso viene Hope che mettendosi alla mia altezza mi spiega quel poco da permettermi di avere ancora un briciolo di speranza.
«Significa che, anche se per pochi attimi, il suo cuore cessando di battere gli ha permesso di andare oltre. Dobbiamo solo aspettare che metta fine al suo viaggio.»
«Io non aspetto un bel niente! Ha bisogno di cure mediche!»
«Hai ragione. Vado a prendere il carbone attivo, dobbiamo somministrarglielo se vogliamo smaltire il veleno.» Mi risponde prontamente zia Sophia.
“Forse non sono stata chiara, forse parlo una lingua che non conoscono o forse mi stanno prendendo per i fondelli... perché, cosa non è chiaro del "ha bisogno di cure mediche"! Un medico! Un cazzo di medico! Non del carbone attivo che riassorba la tossicità della pianta. Ci vuole un medico!”
La guardo allibita e prima che potessi insistere ancora, con le poche forze che mi sono rimaste cerco di alzarmi per correre al telefono e chiedere l'aiuto del 911, ma vengo bloccata da Destiny che mi impedisce di fare la chiamata.
«Ma che vi salta in mente? Vi siete messe tutte contro?» Sbraito contro tutte.
«Deve essere così Trixie. Sta facendo il suo viaggio e deve solo tornare indietro... ma ci ha lasciato detto che se non fosse riuscito a farlo da solo, l'avresti aiutato tu.» Mi spiega Destiny.
«E lo aiuterò chiamando il soccorso.»
Hope interviene anche lei con le spiegazioni.
«Lo aiuterai con le tue forze... sta rischiando grosso per avere una vita insieme a te, non buttare all'aria il suo sacrificio e asseconda la sua volontà. Fidati di lui, come lui si fida di te. Ha anche lasciato detto questo! Che si fida di te e saprai cosa fare quando ricorderai il consiglio di Lorna.»

A questo punto cerco di mettere a fuoco. Ricordo tutte le parole scritte e che mi ha detto. Davanti ai miei occhi vedo tutto come in un film proiettato sul grande schermo mentre io me ne sto seduta a guardarlo, e in quello schermo vedo Lorna che mi parla e dice che il confine tra la vita e la morte è un filo sottile, chiedendomi anche se sono pronta a oltrepassare quel confine.
È una informazione e una domanda che mi fa pensare un po'... ci penso fino a quando uno schiaffo invisibile mi colpisce in piena faccia risvegliandomi dal torpore e, sempre su quello stesso schermo, vedo Muriel che racconta di come nel destino di Dylan ci fosse scritto che si sarebbe spinto talmente oltre da non saper più tornare indietro.
Torno a guardare Dylan disteso a terra. Continuo a stringergli la mano come continuo ad accarezzare il suo viso pallido. La stessa Luna, come me, gli sta accanto distendendosi all'altezza del suo collo e rimanendo immobile a fissare i suoi occhi chiusi... ogni tanto emette anche un miagolio vibrato mentre smette di fissarlo solo per tastare dolcemente con la zampetta le palpebre per poi riprendere a concentrarsi immobile.
Comincio a credere che Luna stia facendo anche lei la sua parte, e adesso tocca a me fare la mia. Mi abbasso per sfiorare piano le sue labbra chiuse e con tocco delicato e leggero, le bacio prima di sussurrare parole che spero, ovunque sia, possa sentire.
«Resisti Dylan... non abbandonarmi proprio ora, sto venendo a prenderti.»

Le nuove streghe di Salem Where stories live. Discover now