Formule

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CAPITOLO 47

CANTO ALLA LUNA Dea della notte, Luna misteriosa Signora del buio, Dea meravigliosa. Il bacio d’argento del tuo raggio lunare, accoglie il Sole al suo lento calare. Signora di arcana oscurità, di magica Arte e fecondità, solchi le nuvole del cielo brunito, e la nuda Terra di luce hai riempito. Tu, nostra Dea, Dea Lunare, a forma di falce la forma ci appare. Ombra tu formi e vai a dissipare, passato e presente vai a rivelare.
Muovendo i mari, tu, splendida Dea, governi il ritmo della marea. Dea della Luna, e di ogni saggezza, accolgo il tuo dono nella sua interezza. Che giorno per giorno accresce il potere, di donna o di uomo che vuole sapere. Per questo motivo io canto la Runa. Io prego la Dea, io prego la Luna.

DYLAN'S POV

È passato un altro mese e siamo agli inizi di dicembre. Purtroppo, Trixie sta sempre peggio e io non mi sono fermato un attimo dal cercare una possibile soluzione, e per farlo ho consultato ogni tipo di libro offerto da mia madre, che di questi ne ha una quantità esagerata.

Nel frattempo, oltre alla teoria, ho cominciato a fare anche un po' di pratica, sempre grazie a mia madre che due volte a settimana viene a Salem per impartirmi qualche nozione generale insieme a Trixie. Imparo in fretta, o forse è la necessità di farlo in fretta che mi dà la giusta spinta a fare dei progressi, che a detta di mia madre sono molto veloci; dice che di solito ci vogliono mesi o anni per arrivare ad avere una padronanza del mio dono, e che io, invece, ho ottenuto in sole tre settimane.

Ho imparato che gli spiriti sono anche mistificatori, che non sempre chi appare è realmente chi dice di essere e bisogna saperli riconoscere per non lasciarsi ingannare. Ho imparato che chi arriva non sempre viene in pace e in quel caso bisogna essere anche bravi ad avere il controllo sugli spiriti inquieti. E ho imparato come interpretare i loro messaggi, che il più delle volte hanno un frasario così criptico che potrebbero fare concorrenza al manoscritto Voynich, codice tra l'altro ancora irrisolto.
L'unica cosa che non ho imparato è come si fa ad arrivare al confine, dove la vita e la morte si fondono rendendo quel luogo un posto di passaggio tra l'una e l'altra per il velo sottile che separa i due piani... ed è anche la cosa che mi preme di più imparare, ma nessuno è in grado di insegnarmelo; chiedo anche a Trixie se ha qualche consiglio da darmi, ma anche lei, come me, è a un punto fermo.

Rannicchiata sul divano con il plaid disteso sulle gambe, sorseggia la tisana che le ho preparato, e benché questa mattina non stia bene e respiri a fatica peggio degli altri giorni, non si preoccupa di stare a riposo, ma mi aiuta come meglio può in questa immersione a una realtà parallela, che è diventata la mia ossessione da quando sono venuto a conoscenza di quello che posso fare.
Mi dà dei consigli... al momento è l'unica cosa che può fare.
«È questione di concentrazione, di rilassamento, di saper incanalare le energie al plesso solare, ma non sono la persona adatta per insegnarti come si fa.»
«Però l'hai fatto. Questa è una cosa che abbiamo in comune e se sei riuscita tu posso farcela anch'io.»
«Non posso aiutarti perché non so neanche come avviene. Non ho la padronanza di questa mia facoltà... per me arriva sempre all'improvviso quando meno me l'aspetto. In tutta la mia vita sono riuscita a fare una proiezione a comando poche, pochissime volte, per la maggior parte ogni volta che ho provato è stato un buco nell'acqua.»
«Però, anche se poche volte ci sei comunque riuscita, quindi deve esserci un modo.»
«Nei libri di tua madre non hai trovato niente?»
«I libri che trattano questo argomento non li ha. Si è preoccupata di farli sparire quando ancora ero in fasce per evitare che arrivassero nelle mie mani, poi trovare tecniche e argomenti del genere su internet non è facile e se trovi qualcosa, chi lo fa è solo un fanatico di queste dottrine new age.»
«Ma perché questa tua ossessione verso i viaggi astrali? Me lo vuoi spiegare una buona volta? E poi hai sentito tua madre cosa ha detto? Spingersi oltre è pericoloso, potresti non trovare la strada. Io stessa, quando avviene, non mi allontano più di pochi metri. Il cordone d'argento che unisce i due piani si assottiglia sempre di più man mano che vai lontano e se smetti di vederlo non puoi vedere neanche la strada per tornare indietro. Qualunque idea tu ti sia fatto, abbandonala. È pericoloso!»
«Perché? Tu quale idea pensi mi sia fatto? Sai cosa ho intenzione di fare io?»
«Se me lo spiegassi non andrei alla cieca ipotizzando l'assurdo!»
«È tutto sotto controllo.»
«Non è niente sotto controllo! Ti stai avventurando in un percorso oscuro e perderai te stesso se non ti dai una regolata.»
«Adesso sei tu quella che esagera.»
«Non sto esagerando... questa non è magia bianca! La negromanzia è un'arte oscura, è magia nera, e tu stai per imboccare la strada sbagliata... fermati prima che sia troppo tardi.»
«Forse non ti è chiara una cosa.»
«Cosa?»
«Una volta te l'ho anche detto e adesso te lo ripeto. Se per salvarti la vita devo scendere direttamente all'inferno e fare un patto col diavolo in persona, farò pure quello!»
«Questa non è la soluzione al problema.»
«Io ce l'ho la soluzione.»
«Tu hai cosa? E quando avevi intenzione di dirmelo? Cosa sarebbe?»
«Non posso parlartene.»
«Come? Cosa? E da quando sei tu quello che non può parlare?»
«Da quando ho capito che sono io quello che deve tacere... tu parli e io taccio!»
«Non mi pare che sia così.»
«Vuoi mettere in discussione il mio giudizio? Sono io quello che interpreta, tu ti limiterai a obbedire e fare quello che ti dirò di fare quando sarà il momento.»
«Mi stai mettendo paura... che intenzioni hai?»
«Ti fidi di me?»
«Sì, mi fido...  ma.»
«Nessun "ma". Devi fidarti e basta.»
«Dylan in quest'ultimo periodo sei cambiato, quasi non ti riconosco più. Cosa ti sta succedendo?»
«Sto cercando di salvarti, ecco quello che mi sta succedendo. È così difficile da capire?»
«Non è difficile da capire, ma questa cosa sta diventando un'ossessione e non è un buon segno... ho paura Dylan, ma non solo per me. Ho paura per te! Ora come ora mi fa paura tutto.»
«Non devi.»
«La fai facile tu a dire che non devo avere paura.»
«È facile perché ti prometto che andrà tutto bene.»
«È una promessa?
«È una promessa.»
«Io però ho paura lo stesso.»
«Convinciti di questo. Se avrai paura pensa a me, pensa a questa promessa e convinciti che andrà tutto bene. Su, ripetilo con me. Andrà tutto bene.»
Cala lo sguardo da me alla tazza che ha tra le mani. Con estrema lentezza la porta alla bocca mormorando le tre parole prima che le sue labbra toccassero il bordo della ceramica bianca e si bagnassero del liquido color ambra del suo interno.
«Andrà tutto bene.»

Le nuove streghe di Salem Where stories live. Discover now