La legge del tre

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CAPITOLO 15

Nove legni nel calderone devono andare, veloci nell'accendere, lenti nel bruciare.

TRIXIE'S POV

“Ma cosa mi è saltato in mente di invitarlo a pranzo? Perché la mia bocca non è collegata al cervello? E perché cavolo ha accettato l'invito? Non poteva rifiutare come una persona normale avrebbe fatto, dinanzi a due pazze che lo minacciano di morte e una che parla a sproposito?”

Gli faccio cenno di salire con me le scale, e non appena siamo al piano di sopra, ci affacciamo sull'open space. Destiny e Hope sono sedute sugli sgabelli della penisola e accompagno Dylan in quella direzione per piantare una bandiera bianca tra i guerriglieri.
«Dylan resterà a pranzo con noi. Cercate di essere gentili. Vi ricordo che non ha colpe.»
Un po' mi dispiace vedere la sua espressione smarrita, ma come posso spiegargli ciò che ci preoccupa? Come posso dare un senso a questo comportamento folle se non posso parlarne? Cerco di essere disinvolta agli occhi delle mie cugine, ma Hope quasi mi fulmina col suo cipiglio di rimprovero che cerca di mascherare anche lei con una finta disinvoltura.
«Trixie, posso parlarti un minuto?»
«Certo, dimmi pure.»
«In privato!»
Si alza e mi trascina via senza aspettare che risponda. È chiaro che vuole cercare di farmi rinsavire, e obiettivamente ha pure ragione; dico una cosa e ne faccio un'altra. Dubito pure che ci sia ancora materia grigia all'interno del mio cranio.
Mi porta in un angolo al lato opposto della casa, senza avere neanche l'accortezza di portarmi nella mia stanza, sarebbe andato bene anche il bagno o il ripostiglio, ma qui siamo alla mercé di Dylan che per tutta risposta, al mio allontanamento, continua a seguirmi con lo sguardo come se, per l'ennesima volta, volesse capire cosa stia succedendo realmente.
«Si può sapere cosa stai facendo?» Mi rimprovera appena siamo abbastanza lontane dagli occhi di Dylan.
«Non è chiaro?»
«No, che non lo è! Cosa stai combinando? Che fine ha fatto tutto il discorso di questa mattina? Le raccomandazioni di Lorna?»
«Sì, lo so! Mi ricordo cosa ho detto! E stavo pure cercando di scappare a gambe levate, ma poi... ci siamo guardati.»
«Vi siete guardati? Tutto qui? E basta che lui ti guardi per farti tornare a essere una sconsiderata?»
«Non lo so cosa mi è preso, va bene? Non mi riconosco neanche io! Non so cosa mi sta succedendo, non so perché non riesco ad allontanarlo, non so niente!»
«È la forza del richiamo.»
«Pensavo sarebbe stato più facile e invece è tutto il contrario.»
«E ora che intenzioni hai, si può sapere?»
«Ci credi che non lo so? Posso anche pensare e convincermi di fare qualcosa, ma poi i miei pensieri e le mie azioni vanno dalla parte opposta. Sono fuori controllo.»
«Se tu sei fuori controllo ci penseremo io e Destiny a mettere la situazione a posto.»
«No!» «Nooo? Cosa significa, no?»
«Significa che non dovete intromettervi nei fatti miei. È la mia vita! E solo io posso decidere cosa farne.»
«Ti rendi conto che stai sragionando?»
«L'unica cosa di cui mi rendo conto, è che state ostacolando il mio cammino e se continuerete così mi metterete in condizione di non farvi più intromettere.»
«Che vuoi dire?»
«Che me ne vado! E non vi farò sapere neanche dove.»
«Smettila di dire stronzate perché sai benissimo che ti troveremo ovunque andrai. Abbiamo un legame.»
«Accidenti!» Esclamo, mentre batto un pugno sul palmo dell'altra mano per accentuare la mia stizza.
«Trixie, per favore... non vogliamo perderti. Rinuncia a questa follia e fatti aiutare.»
«Nessuno mi può aiutare. L'unica che può farlo è Lorna, ma lei è morta più di tre secoli fa.»

Chiudo definitivamente la discussione perché tanto questa non ci porterà da nessuna parte, come non mi porterà da nessuna parte il mio comportamento squilibrato che, come in una bilancia, pende da una parte e un'altra senza raggiungere un equilibrio. Ma la cosa più buffa è che mi rendo pure conto di quanto sia sconclusionato, solo che la mia irrazionalità ha una vita propria e cammina sulle sue gambe senza considerarmi proprio. Ad ogni modo, concluso il nostro diverbio, ritorno da Dylan, compiacendomi per come nel frattempo, sembra sia riuscito a instaurare con Destiny un rapporto pacifico.
«Avete fatto amicizia?» Gli chiedo.
«Più che altro stiamo cercando un compromesso.» Mi risponde pacato.
«Tipo?»
«Tipo guardare, ma non toccare.»
Non riesco a credere alle mie orecchie e con il disegnino dello stupore tipico delle faccette emoji che vanno tanto di moda, mi rivolgo a Destiny.
«Gli hai detto così?»
«Patti chiari, amicizia lunga.» Mi risponde.
«E uscite a tre, ma anche a quattro.» Interviene nuovamente Dylan.
«Come scusa? In che senso?»
La risposta di Destiny non tarda ad arrivare ed è così chiara, concisa e imbarazzante, che vorrei sprofondare o almeno mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi.
«Nel senso che con voi ci sarà sempre una di noi o entrambe. Così vi teniamo d'occhio.»

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