Capitolo 4

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"Davvero vorresti battermi continuando a farmi complimenti a caso?"
"Sì, direi di sì" risponde Leonardo sorridendo e attraversando l'ingresso sud di Hyde Park.
Poi si ferma e si volta verso di me in attesa con le braccia conserte. Sento i suoi occhi addosso squadrarmi da capo a piedi mentre lo raggiungo.
"Ci sono riuscito?" mi domanda poi infliggendomi uno dei suoi irresistibili sorrisi storti.
Io mi fermo davanti a lui, lo fisso per qualche secondo e avvicino lentamente il mio viso al suo, tanto da sentire il suo respiro sulle labbra.
Lui chiude gli occhi pronto a ricevere il mio bacio della sconfitta.
"Assolutamente no" sussurro beffardo.
Supero Leo che rimane imbabolato a guardarmi ed entro in uno dei piccoli cortili decorati all'interno del parco.

"Mi vuoi far sprecare tutti i giorni di ferie così? Giocando?" dice sedendosi poco distante da me sulla panchina in pietra di fronte alla piccola fontana del giardinetto innevato.
"Perché no?" rispondo io gongolando.
Leonardo sbuffa e poi rimane in silenzio ad osservare con me lo scorazzare dei pesci nello specchio d'acqua gelida davanti a noi.
Mi piego verso di lui avvicinando la bocca al suo orecchio e sussurro: "Ho detto che dobbiamo resistere fino a Natale, e Natale è domani, quindi posso farcela. Quanto a te..."
Vedo Leo tremare leggermente per il solletichio che gli sto provocando all'orecchio.
"Sarò io a vincere" afferma dopo essersi schiarito la voce.
Accenno un sorrisino e torno al mio posto.

In questi ultimi mesi ho frequentato parecchio questo luogo. Da quando Leonardo è tornato in Italia dopo il mio compleanno, i giorni sono passati più o meno quasi tutti allo stesso modo. Non proprio monotoni, visto il nuovo lavoro e i nuovi impegni, ma equilibrati e sopportabili. Non sono mancati però alcuni momenti di difficoltà e disagio. Giornate in cui la sua mancanza si faceva più pesante e i pensieri, intrusivi e fastidiosi come sempre, cercavano in tutti i modi di aggravare la situazione. Così ho trovato un metodo alternativo per disperdere queste idee ossessive, qualcosa che non fosse lo stare in camera mia svagandomi nei modi più disparati. Ho deciso di provare a rilassarmi passeggiando o trascorrendo del tempo nel parco. Ma non in un parco qualsiasi, in questo parco, Hyde Park.
E con il tempo ho scoperto che questo luogo mi calma, questo luogo mi conforta, questo luogo mi fa pensare alla nostra prima uscita insieme qui a Londra, questo luogo mi ricorda lui.
Ci sono delle zone all'interno di questo immenso spazio, più isolate e tranquille. Dei piccoli giardinetti solitari in cui si entra in una sorta di realtà parallela, dove la gente, il rumore e il traffico scompaiono, lasciando spazio alla bellezza del silenzio. Esattamente come quello dove io e Leonardo ci troviamo ora, avversari in un gioco dove fingiamo di non essere più che semplici amici, di non voler stare vicini, una sfida nella quale fingiamo di non amarci.

All'improvviso qualcosa mi colpisce il petto schizzandomi il viso di gocce gelate: è una palla di neve.
Rimango fermo per qualche secondo, mi guardo intorno e lo vedo, poco distante da me Leo sta per rincarare la dose. Mi sposto giusto in tempo per evitare il suo secondo attacco. Raccolgo una manciata di neve e la lancio senza prendere la mira nella sua direzione, lo sento ridere per il colpo mancato. La terza sfera gelida mi becca sul collo. Sento la neve scorrermi lungo la schiena e inizio a tremare. Sbuffo con forza, raccolgo due proiettili di ghiaccio e mi lancio a testa bassa verso di lui, gettandoglieli addosso entrambi. Lo colpisco in pieno volto e arresto la mia corsa a un paio di metri da lui. Alzo lo sguardo e scoppio a ridere: Leonardo mi sta fissando con il viso completamente bianco e una montagna di neve incastrata nel cappuccio che ha messo sopra la testa per ripararsi dal freddo.
"Molto bene" borbotta togliendosela di dosso.
"Vuoi la guerra?" mi domanda poi riempiendosi una mano di neve e avvicinandosi minaccioso.
Io tento la fuga, ma Leo con uno scatto mi cinge con il corpo con un braccio e mi attira a sé stringendomi forte al petto. Rimaniamo a guardarci per qualche secondo, immobili, i respiri intrecciati. L'ultima cosa che vedo è il suo sorriso, perché all'improvviso ho la faccia interamente immersa nella neve. Leonardo molla la presa mentre io provo a ritrovare un po' di aria pulendomi alla bellemeglio.
"T-ti o-odio... tan-tantissimo" balbetto sputacchiando un po' di nevischio che mi è finito in bocca.
"Non è vero, semmai mi ami tantissimo."
"Direi proprio di no."
"Direi proprio di sì, invece" mormora avvicinandosi pericolosamente alle mie labbra.
"In questo momento ti sto odiando" borbotto attraversato da quelli che non sono solamente brividi di freddo.
"Io in questo momento vorrei solo baciarti" ribatte lui mordendosi maliziosamente il labbro inferiore.
Abbozzo un sorrisino e dico a bassa voce: "Fallo allora."
Leonardo si sposta verso il mio orecchio e sussurra suadente: "Non posso, devo vincere una scommessa."

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Mal di gioia - Parte 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora