Intermezzo 2: Leonardo

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Credo che questo sia stato il miglior Natale che abbia mai passato finora. Un Natale semplice e divertente. Un Natale che ho sempre pensato e desiderato. Un Natale in pace.

Il respiro di Mich è leggero, quasi impercettibile, il battito del suo cuore è lento e regolare, la sua pelle profuma di lui, profuma di buono.
Il suo profilo si intravede, illuminato parzialmente dai colori delle lucine natalizie che filtrano dalle finestre chiuse, donandogli un aspetto affascinante, quasi astratto. Avvicino le mie labbra poco sotto la sua mandibola e lo sfioro delicatamente. La sua bocca accenna un sorriso, poi sospira e si distende. Non posso frenarmi dal sorridere anch'io.

Sfilo il cellulare da sotto il cuscino per dare una rapida occhiata alle notifiche. Non presto molta attenzione allo smartphone quando sono con Michele, ho altro a cui interessarmi. 
Sul display ci sono diverse risposte a messaggi d'auguri inviati o ricevuti più o meno in ritardo, alcuni graditi, altri non troppo. 
Paola che mi saluta augurandomi buone feste direttamente dalla sua vacanza in Norvegia con Teresa, Sara e Rebecca che rispondono ai miei auguri con un meme dell'umorismo nero come la pece, c'è persino un'emoji natalizia da parte di Gioele. 
E poi, in fondo a tutte le notifiche, c'è quella di mia madre. 
Rimango per qualche secondo con il pollice sospeso sulla sua icona, indeciso se visualizzare o meno ciò che mi ha mandato. Immagino per un attimo un lungo papiro di scuse o un vocale colmo di gentilezza, di apertura al dialogo, di voglia di confrontarsi. Mi vedo seduto al tavolo del salotto, che parlo con i miei, che mi riappacifico con loro, che faccio coming out. E loro mi sorridono, mi supportano, mi abbracciano, mi fanno sentire amato. 
Blocco lo schermo del telefono e lo infilo sotto il cuscino. Non è questo il momento di rovinarsi la giornata per uno stupido messaggio.

Mal di gioia - Parte 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora