Capitolo 8

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Le strade del nostro quartiere il giorno di Natale sono quasi deserte. Passeggiarvi all'interno è un'esperienza surreale. Dalle case circostanti, agghindate a festa con addobbi di ogni tipo, giungono risate, schiamazzi e canzoni natalizie, mentre io e Leonardo, mano nella mano ci muoviamo senza meta, nel freddo della sera.
"Marta con quelle lasagne si è superata" dice Leo sistemandosi il cappellino di lana sopra la testa.
"Per non parlare del resto. Con tutta la roba che ha preparato, oggi a pranzo mi sembrava di essere in Puglia dai miei nonni."
"Davvero?"
"Sì, sì. Il pranzo pugliese di Natale comprende talmente tanto cibo, che sai quando ti siedi a tavola, ma non sai quando e sopratutto se ti alzerai."
Leonardo esplode in una sonora risata e io faccio altrettanto.
"Prima o poi dovrò presentarti nonna e nonno, sono meravigliosi."
"Mi piacerebbe tantissimo."
"Da quando mamma se n'è andata, hanno bisogno di molta più compagnia. Elisa e papà prendono un aereo ogni volta che possono. Stanno facendo di tutto per stargli vicino... e vorrei farlo anch'io."
Leo mi tira a sé avvolgendomi con forza tra le sue braccia. Lo stringo a mia volta, poggiando la guancia sulla sua spalla, mentre le note natalizie di un pianoforte in lontananza, provenienti da uno degli appartamenti della strada colorata dalle luci intermittenti delle luminarie, ci donano un po' della loro poesia.

Immersi tra le vie della capitale inglese illuminate a festa, stretti uno all'altro, io e Leonardo ci muoviamo piano nello sciame di persone allegre e vocianti che riempiono le strada. Federico e Marta, poco avanti a noi, si fanno spazio come possono tra folti gruppi di gente intenta ad osservare ammaliata sfarzose decorazioni disseminate ovunque, vetrine accattivanti che propongo offerte di tutti i tipi o artisti di strada intenti a mettere in mostra le loro capacità e la loro resistenza al gelo. Una neve leggera ricopre ogni cosa, come una spolverata di zucchero a velo. Nonostante il trambusto, l'atmosfera è piacevole, divertente, a tratti quasi magica: è il ventisei dicembre, il giorno dei saldi di Natale.
Quando la sera prima, al rientro dalla nostra breve passeggiata, Marta, consapevole del fatto che nessuno di noi avrebbe dovuto lavorare, ci ha detto che le sarebbe piaciuto uscire tutti assieme il giorno seguente per fare un giro nel tardo pomeriggio, nonostante la consapevolezza del caos che avremmo dovuto fronteggiare, abbiamo accettato, titubanti, ma abbiamo accettato. Dopotutto lei aveva passato ore a cucinare, con Leo a darle manforte e con me e Fede che cercavamo di aiutare tentando di non fare troppi danni. Quindi soddisfare questo suo semplice desiderio ci sembrava il minimo che potessimo fare per ricambiare tutto il suo impegno.
Marta si ferma in un negozio di tè, infusi e erbe aromatiche, facendo incetta di diverse confezioni di bustine della bevanda dai gusti più disparati. Fede acquista per tutti del caffè latte caldo ricoperto di panna e zuccherini colorati da un piccolo chiosco al lato della strada principale di Covent Garden. E una volta individuata una scalinata appartata davanti all'uscita di un teatro, ci accomodiamo sugli scalini scaldandoci le mani con i bicchieri di carta fumanti, in attesa che il loro contenuto si raffreddi un po'.
Il viso di Leonardo riemerge dalla sua bevuta coperto di bianco dal mento fino al naso. Lui mi guarda confuso, mentre ridacchiando tiro fuori il cellulare e gli faccio una foto. Volto lo schermo nella sua direzione e il soffio della sua risata mi investe insieme alla panna rimanente nel suo bicchiere. Ridiamo così tanto da scaldarci fin dentro le ossa, quasi dimenticando il freddo che ci circonda. Marta e Federico, poco sotto di noi, sono intenti a osservare la gente divertirsi nella pista di pattinaggio sul ghiaccio lì vicino.
"Qualcuno di voi sa pattinare?" domanda la ragazza alzandosi in piedi e indicando con il capo la lunga distesa ghiacciata.
"No" rispondiamo quasi all'unisono noi tre.
"Perfetto, andiamo!"
Afferra la mano di Fede e poi quella di Leo, che d'istinto si aggrappa alla mia. E come una sorta di catena umana capitanata dall'entusiasmo di Marta, ci fiondiamo verso quella che potrebbe essere la nostra prima e ultima esperienza di pattinaggio sul ghiaccio.

Ritorniamo a casa con un paio di lividi, i sederi congelati e le pance doloranti per le risate.
"Quando avete iniziato a danzare leggiadri in mezzo alla pista, mi è quasi scesa una lacrimuccia!" esclamo ironico ricordando a Leonardo e Federico il loro momento catartico.
"A me è scesa per davvero, quando questo qui mi ha preso in braccio e siamo finiti entrambi col culo per terra!" sbotta Fede dando una spintarella a Leo che non la smette più di ridere.
"Io sono rimasta praticamente ferma sempre nello stesso punto" mormora Marta un po' abbattuta.
"Almeno tu sei riuscita a stare in piedi, io manco quello!" ribatto alzando le braccia a mezz'aria scocciato.

Il resto della serata passa bevendo tè e mangiando i dolci rimasti dal giorno prima. Rimaniamo a giocare a carte fino a tardi, mentre la radio trasmette un'infinità di brani natalizi. E sulle note di "Snowflake" di Sia, quando gli occhi si fanno così pesanti da confondere punteggi e regole del gioco, decidiamo di andare a letto.

Leonardo avvolge parte del suo corpo sul mio. Il suo tepore mi aiuta a rilassarmi, distende i muscoli e calma i pensieri.
"Mi piace stare con te" sussurra, mentre il suo respiro mi solletica il retro dell'orecchio.
"A me no."
"Sul serio?"
"Sul serio..."
"Ah... ok" borbotta sollevandosi quel poco che gli basta per osservarmi.
"Sul serio tu ci caschi ogni volta. Mi chiedo come sia possibile" concludo scuotendo la testa con disappunto.
Leo fa una smorfia e si accocola nuovamente su di me.
"È che sei molto convincente" confessa.
"Ma non eri tu l'attore di talento?"
"Avrò perso un po' lo smalto."
"Sei già al declino della tua carriera?"
"Probabile."
"Almeno hai vinto qualche premio?"
Leonardo sbuffa, e mi stringe un altro po' a sé.
"Sì, il più bello di tutti."

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Mal di gioia - Parte 2Where stories live. Discover now