Capitolo 32

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Attenzione: Nel seguente capitolo sono presenti riferimenti espliciti ai disturbi mentali e nello specifico al DOC (Disturbo Ossessivo Compulsivo) che potrebbero non essere adatti per alcuni di voi.

È arrivato all'improvviso, forte come un capogiro. Non era inaspettato, ma sicuramente era indesiderato. Mi stavo cambiando, toglievo la felpa di papà, quando mi è sembrato di sentire il suo profumo scampato al lavaggio dei vestiti fatto una volta rientrati in Inghilterra.

"Lava la felpa di tuo padre oppure avrà una ricaduta e morirà proprio come Lana."

Un brivido mi ha gelato il sangue.
La precisione millimetrica di quella frase mi ha destabilizzato. Ho respirato a fondo, ho tentato di ignorare il pensiero, ma niente.

"Lava la felpa di tuo padre oppure avrà una ricaduta e morirà proprio come Lana."

Ho poggiato con uno sforzo quell'oggetto sul letto, mi sono allontanato tentando di non guardarlo nemmeno, è stato inutile.

"Lava la felpa di tuo padre oppure avrà una ricaduta e morirà proprio come Lana."

Ho provato a muovermi, a fare altro, ma ogni gesto è rimasto incompiuto, sospeso a metà.

"Lava la felpa di tuo padre oppure avrà una ricaduta e morirà proprio come Lana."

Ora mi ritrovo con l'indumento tra le mani, di fronte alla lavatrice. Non so da quanto tempo io sia qui, immobile, con il batticuore. La testa mi pulsa. Le note acustiche di "Erase" degli Imminence che mi hanno accompagnato dalla camera, per le scale, fino al bagno, sono l'unico contrasto alla filastrocca che è diventata ormai un grido costante nella scatola cranica.

"Lava la felpa di tuo padre oppure avrà una ricaduta e morirà proprio come Lana."

Stringo il tessuto tra le dita, lo osservo come se aspettassi che potesse suggerirmi come comportarmi. La mandibola è contratta. Sbuffo ritmicamente aria dal naso. Fisso i miei lineamenti distorti nell'oblò della lavatrice.

"Lava la felpa di tuo padre oppure avrà una ricaduta e morirà proprio come Lana."

Apro lo sportello, allungo il braccio al suo interno. Sto per cedere, me ne rendo conto, ma questa volta è più forte di me, questa volta non ci riesco. Questa volta ho perso la battaglia.

"Ehi..."
Quel richiamo mi riporta nel qui e ora e al tempo stesso mi spaventa.
Non gli rispondo, mi giro di scatto con il vestito ancora tra le mani e mi alzo in piedi. Sono stato colto sul fatto. Arrossisco per l'imbarazzo che lacera il mio volto. Mi sento colpevole, anche se non ho nessuna colpa.
Lo sguardo di Leo si incastra per qualche secondo con il mio. Abbozzo una smorfia che finge di essere un sorriso.
Ripercorriamo la scala in silenzio fino alla camera da letto.

"Lava la felpa di tuo padre oppure avrà una ricaduta e morirà proprio come Lana."

Sospiro con tutta la forza che mi rimane. Leonardo mi guarda, forse si aspetta che gli dica qualcosa.

"Lava la felpa di tuo padre oppure avrà una ricaduta e morirà proprio come Lana."

Ormai non è più solo la nuca a scottare. Il calore ha inondato la fronte, le guance, le braccia, le gambe. Sembra che scotti anche il cervello. Non mi meraviglierei se mi uscisse il fumo dalle orecchie.

"Lava la felpa di tuo padre oppure avrà una ricaduta e morirà proprio come Lana."

Sono stanco, saturo. Stritolo la felpa sentendo una fitta di dolore sui palmi delle mani.

"Lava la felpa di tuo padre oppure avrà una ricaduta e morirà proprio come Lana."

Sono stufo, non ce la faccio più.

"Lava la felpa di tuo padre oppure avrà una ricaduta e morirà proprio come Lana."

"Mich, cosa c'è che non va?"
Il suo non è più un sospetto, è una costatazione.
"Cosa c'è che non va..." ripeto con una ghigno privo di gioia.
"Sono io che non vado."
"Perché dici così?"
Prova ad avvicinarsi, ma mi scanso.
"Perché non sto bene e non lo sono mai stato."
"È colpa mia? Ho fatto qualcosa di sba..."
"Perché cazzo ogni volta devi c'entrare tu?!"
"Ma... io..."
"No! Riguarda me, ok?!"
"Va bene, però..."
"Cosa? 'Però' cosa?!"
"Magari se ne parlissimo, potremmo..."
"Non cambierebbe nulla."
"Ok."

"Lava la felpa di tuo padre oppure avrà una ricaduta e morirà proprio come Lana."

Leo continua a guardarmi, colgo i suoi occhi su di me, ma io non riesco a mantenerli nei suoi. L'astio mi divora le viscere.
"Disturbo Ossessivo Compulsivo, sai cos'è?"
"Non proprio... ne ho sentito parlare..."
"Ne hai sentito parlare..."
Sbuffo una risata amara come il veleno nel quale sto annegando secondo dopo secondo.
"Non puoi pretendere che io..."
"Ti ho detto che non stiamo parlando di te!"
"E allora dimmi di cosa stiamo parlando!"
"Lasciamo perdere."
"Quindi dovrei stare qui a vederti soffrire?"
"Se non hai di meglio da fare."
"Mich..."

"Lava la felpa di tuo padre oppure avrà una ricaduta e morirà proprio come Lana."

Chiudo gli occhi, respiro a fondo, provo ad ignorare quel maledetto ritornello. Mi sento osservato da Leonardo, giudicato dalla sua normalità.
"Senti, sono un cazzo di malato mentale, uno psicopatico, ok?"
"Ma non è vero!"
"Invece sì! Tu non sai cosa voglia dire vivere così... essere così... non lo sai."
"E allora dimmelo tu, fammelo capire."
Scuoto la testa sbuffando.

"Lava la felpa di tuo padre oppure avrà una ricaduta e morirà proprio come Lana."

Sento Leo muoversi, avvicinarsi, infastidirmi.
"Mich..."
"Lasciami in pace."
Mi volto di scatto, gli do le spalle.
"Ehi..."
"Voglio stare da solo."
"Ok, ma..."

"Lava la felpa di tuo padre oppure avrà una ricaduta e morirà proprio come Lana."

Basta, cazzo... basta... per favore...

"Lava la felpa di tuo padre oppure avrà una ricaduta e morirà proprio come Lana."

La sua mano mi sfiora la guancia, una violenta scossa mi percorre tutto il corpo. I muscoli tesi vanno a fuoco.

"Lava la felpa di tuo padre oppure avrà una ricaduta e morirà proprio come Lana."

Stringo le palpebre e urlo tutto il dolore che mi scorre nelle ossa.
"Vattene! Levati dal cazzo!"

"Lava la felpa di tuo padre oppure avrà una ricaduta e morirà proprio come Lana."

Queste parole sono rimaste l'unica cosa a tenermi compagnia, perché quando apro gli occhi, Leonardo è andato via.

Queste parole sono rimaste l'unica cosa a tenermi compagnia, perché quando apro gli occhi, Leonardo è andato via

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Mal di gioia - Parte 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora