Capitolo 30

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Ciao, quando puoi chiamarci?
Il messaggio di mio padre appare sul display del mio cellulare coprendo il video stupidamente assurdo che io e Leo stiamo guardando stesi sul letto.
Ciao, oggi sarò tutto il giorno al lavoro. Stasera può andar bene?
Ok.
Nessun saluto, ma visto l'abisso incolmabile tra papà e la tecnologia è già tanto che mi abbia scritto lui al posto di Elisa. Ridacchio e attivo nuovamente la riproduzione del video.

"Menomale che domani Francis rientra, così non devi stare ancora via dalla mattina alla sera" mormora Leonardo con una sbadiglio.
"Domani e dopodomani sarò di riposo."
"Ottimo."
"Ti manco, eh?"
"No, per niente."
"Per niente?"
"Per niente" conferma con enfasi alzando il mento impettito.
"Sicuro?"
"Sì."
"Sicuro sicuro?" 
"Sì."
"Sicuro sicuro sicuro?"
Mi tiro su issandomi sul gomito con lo sguardo fisso nel suo e la testa piegata in un ghigno.
Lui prova a guardare altrove, ferreo sulla sua posizione. Poi incontra nuovamente le mie pupille e sbuffa rumorosamente.
"Ok, mi manchi."
Sorrido beffardo.
"E quanto ti manco?"
"Poco."
"Uhm, poco... Intendi poco così?" sussurro dandogli un bacio leggero sulla bocca.
"O così?" domando mordendogli piano l'orecchio mentre la mano si intrufola sotto la maglia del suo pigiama.
Leo si irrigidisce per un momento, per poi rilassarsi subito dopo con un sorrisino. Mi sta divorando con gli occhi.
"Sai, sono un po' indeciso tra le due..."
"Vuoi che te le spieghi di nuovo, per caso?"
Sono sopra di lui. La mie dita percorrono piano il suo petto, le sue si avvinghiano ai miei fianchi.
"Sì... mi piacerebbe approfondire entrambe, sopratutto la seconda."

"Io e Fede stavamo pensando che se siamo tutti d'accordo, potremmo cambiare casa" annuncia Marta nell'andirivieni tra la cucina e la sala, mentre apparecchiamo la tavola per la cena.
"Anche perché il proprietario ha alzato di brutto la quota dell'affitto, quello stronzo... e sinceramente impiegarci ogni giorno più un'ora per andare e tornare dal lavoro mi sembra un tantino esagerato" aggiunge Federico.
"Sì, pure io ci metto parecchio. Se poi tu venissi assunto da Arthur saremmo tutti sulla stessa barca" dico alternando lo sguardo tra i miei amici e Leo, che annuisce concorde.
"Allora dalla prossima settimana iniziamo a guardarci intorno" propone Fede.
"Ok, perfetto."
"Quando hai il colloquio?" chiede Marta curiosa.
"Tra un paio di giorni" mormora Leonardo irrequieto.
"Andrà bene, vedrai."
Lui sorride, annuendo. Gli accarezzo la schiena con la mano e lo guardo con affetto.
"Sareste troppo teneri a lavorare vicini vicini" sussurra la ragazza con una smorfia entusiasta.
Leo arrossisce guardando altrove, mentre io nascondo il viso nel capuccio della felpa.

"La doccia è libera" esordisco ritornando in camera.
"Va bene, vado subito. Dopo ci guardiamo un film?"
"Certo. Intanto chiamo i miei."
"Ok. Sai... stavo pensando..."
"Cosa?"
Leonardo si avvicina lentamente a me con un ghigno sul viso.
"Che magari nella casa nuova..."
Allunga la bocca verso il mio orecchio.
"... Potremmo finalmente fare la doccia assieme."
Il suo respiro mi solletica il lobo, mi mordo il labbro inferiore.
"Speriamo..." sussurro schiarendomi la voce.
"Speriamo" mi fa eco lui.
Mi mordicchia il collo ed esce dalla stanza.

"Ciao Michè" bofonchia mio padre con voce assente provando invano a regalarmi un sorriso.
Elisa si limita a un cenno del capo.
"Ciao..." mormoro confuso.
Silenzio.
"Scusate per il ritardo, ma abbiamo finito di cenare poco fa e..."
Mi blocco, i loro volti scuri e addolorati mi fissano dallo schermo del PC.
"È successo qualcosa?"
Silenzio.
Gli sguardi di entrambi sono gonfi, arrossati, come se avessero appena finito di piangere tutte le lacrime che gli siano mai state concesse.
"Cos'è successo?" domando preoccupato avvicinandomi alla webcam.
"Miche..." sussurra Elisa.
Il fiato le si spezza in gola, mentre affonda il viso tra le mani singhiozzando.
Deglutisco a fatica. Gli occhi mi si inumidiscono anche se non ne conosco ancora il motivo.
Mio padre la circonda con un braccio, abbassa la testa prendendo fiato, mi fissa con difficoltà e mormora con voce tremante: "M-Michele... purtroppo Lana non c'è più."

"

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Mal di gioia - Parte 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora