CAPITOLO 15 - I GIURAMENTI

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Diario di Euniria .... Quindici anni prima.

La Principessa Naya mi trascinò nel Parco delle fontane.

La bimba dai grandi occhi verdi era il ritratto della gioia e piroettava felice, nel suo nuovo vestitino bianco e azzurro, sul bordo della grande fontana marmorea che si trovava all'ingresso degli immensi giardini reali. Si sentiva chiaramente la musica provenire dall'interno del Palazzo e lei stava provando goffamente alcuni passi di danza.

Spesso era capitato che la Regina ci sorprendesse a ballare e cantare insieme e la cosa sembrava metterla sempre di buon umore, quella sera non fece eccezione.

<<Naya sei ancora li?>> domandò la Sovrana fingendo sorpresa.

La bimba si voltò verso di lei sfoderando un grande sorriso sdentato.

<<Guardami>> disse la piccola facendo l'ennesima giravolta.

La Regina sorrise e fece un leggere cenno con il capo, ci raggiunse e si sedette sul bordo della fontana accanto a lei. La bimba non sembrava avere intenzione di fermarsi e la madre rimase per un po' a osservarla divertita. Sembrava invidiare la sua spensieratezza.

<<Mi mancano i gioielli, non posso ballare senza. Ho il vestito, ma non i gioielli>> disse all'improvviso la piccola facendo il broncio.

La Sovrana sorrise, si levò il suo medaglione e glielo sistemò al collo.

<<Ecco>> disse la donna.

La piccola sfiorò il pendente con le sue piccole dita, con una espressione di meraviglia dipinta sul volto, poi gettò le braccia al collo della madre.

Mi parve di intravedere la pietra emettere un leggero bagliore celeste o forse fu solo frutto della mia immaginazione, uno scherzo della singolare luce colorata delle lanterne che illuminavano il parco. Guardai attentamente, ma non vidi più nulla. Riuscivo però a percepire una strana energia, c'era qualcosa intrappolato in quella pietra, riuscivo a percepirne la presenza.

Incrociai lo sguardo autoritario della Regina, ma non disse nulla. Io abbassai gli occhi.

<<Hai visto tua sorella Elyczia?>> chiese la madre rivolgendo la sua attenzione alla Principessa.

La figlia si staccò e fece un cenno negativo con il capo continuando a danzare.

<<E Tad?>> domandò ancora la donna.

La bambina interruppe il suo buffo balletto e abbassò lo sguardo, ma non disse una parola.

<<L'hai visto?>> insistette la madre.

La bambina evitò di guardarla dritta negli occhi.

<<Ti ha di nuovo fatto giurare di non dirmelo?>> aggiunse. La figlia annuì timidamente. <<Che ti ha detto che ti succede questa volta se infrangi il tuo giuramento?>>.

<<Non ci sarà nessun ballo>> rispose quella sconsolata.

La donna portò istintivamente gli occhi al cielo e scoppiò a ridere per l'ingenuità della figlia. Il Principe Tadeker, l'erede al tono, si divertiva a fare ammattire sua sorella con questi infantili ricatti privi di alcun fondamento.

La mia reazione fu diversa rispetto a quella della Regina, perché sentii immediatamente un peso all'altezza del cuore, che per un attimo mi mozzò il respiro. Un oscuro presentimento. Sperai davvero che la bimba non infrangesse la parola data. I giuramenti, anche quelli apparentemente più innocui, erano sono sacri e pericolosi nel posto da cui venivo. Mai sottovalutare il potere delle parole.

<<Che ne dici di provare a farmelo capire?>> chiese la Regina. La bambina ci pensò su qualche secondo e la madre notando quel suo attimo di indecisione aggiunse <<Non romperesti nessuna promessa, perché lui ti ha detto di non dirmelo e tu non me lo dirai>>.

Non mi pareva un buon compromesso, ma non osai dare la mia opinione a riguardo. La Regina mi aveva accolta a Palazzo, nonostante le dicerie su di me e sul mio popolo. Non volevo che se ne pentisse. Dovevo stare al mio posto.

<<Euniria, il pregiudizio allontana. E' un'arma pericolosa. Vorrei insegnare ai miei figli a guardare con il cuore e non con gli occhi>>.

Questa frase riecheggia nella mia mente ancora oggi. Volevo essere degna dell'occasione che mi era stata accordata e tacqui davanti a quello scambio tra madre e figlia.

La bimba, con espressione innocente, alzò un braccio a mezz'aria ed indicò un gruppo di cespugli poco distanti. Io e la Regina capimmo immediatamente che il giovane Principe Tadeker si stava probabilmente intrattenendo con una delle tante giovani invitate al ballo.

Mi congedai e decisi di tornare ancora a casa, anche se qualcosa di inspiegabile mi diceva che dovevo restare. La minaccia incombeva su noi tutti ne ero certa, ma cosa avrebbe mai potuto fare una shindy per scongiurare il peggio?

Avevo appena varcato l'uscita della servitù e scrutavo la volta celeste, nera come la pece. Uno spettacolo curioso un cielo senza stelle da quella parte del mondo. All'improvviso un bagliore dalle sfumature blu e verdi illuminò la notte.

Un portale si era aperto e non prometteva nulla di buono, non poteva in alcun modo essere una coincidenza. Con lui il caso non esisteva.

The night drowns in dawnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora