CAPITOLO 27 - UN MESSAGGERO E UN PASSAGGIO

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«Non è mia intenzione spaventarti. La vita è un susseguirsi di scelte. Cosa ti ha spinto a tornare a casa? Il cuore o la testa?» chiese la donna.

«Sentivo fosse la scelta giusta, il cuore credo» disse portandosi una mano al petto.

«Il cuore non sbaglia mai».

«Ma tu hai seguito il cuore quando hai seguito Ulktor» disse la ragazza turbata.

«No» disse mesta, scuotendo il capo. Fissava il vuoto davanti a sé, sembrava assente. «Ero ammaliata dal suo carisma, ma ciò che mi spinse a seguirlo fu il desiderio di sentirmi importante agli occhi di qualcuno, fu una scelta dettata dall'egoismo. Tu sei diversa da me, sei più forte Iris. Ecco ciò che ci distingue, tu hai fatto la scelta giusta e io quella sbagliata. E ora ti dirò una cosa che ti sembrerà assolutamente insensata, ma non me ne pento, perché altrimenti non avrei avuto la fortuna di crescere Hektrien, Nemiah e te per una parte della mia vita. Sono rimasta una egoista» aggiunse mesta, con l'accenno di un sorriso. «Ricordati una cosa, una cosa che mi disse tua madre. Non ti garantirà la felicità, ma la pace con te stessa. La vita è fatta di scelte. Qualunque cosa accada, ogni volta che ti troverai di fronte a un bivio e dovrai prendere una decisione, guarda sempre con il cuore e non con gli occhi».

Fece una lunga pausa, poi le strinse forte le mani tra le sue e le sorrise affettuosamente. C'era amore in quello sguardo, velato dall'emozione. Quanti anni Iris aveva aspettato un gesto simile da parte della zia.

«Credo tu la faccia già e sia per questa ragione che sei in grado di comunicare con Hektrien». La ragazza la guardò senza capire. «Suppongo che sia un insieme di fattori a permetterti di entrare in comunione con lui e leggere i suoi pensieri. La tua bontà, la tua propensione verso il prossimo, la tua curiosità e la tua inclinazione naturale ad agire d'istinto, che spesso sono stata costretta a limitare nel corso degli anni» disse sorridendole. «Ho scelto il tuo nuovo nome perché la tua vivacità mi ricordava l'arcobaleno, ma Iris, secondo alcune tradizioni, era la messaggera degli dei, il legame tra cielo e terra. Mi piace pensare che quella mia scelta oggi abbia un senso. Hektrien è nato il giorno del solstizio d'inverno, il giorno in cui il confine tra i mondi si assottiglia e il portale si apre. Un messaggero e un passaggio potrebbero far parte di una trama cosmica ancora incomprensibile».

Un messaggero, un passaggio.

«Tua madre era una ninfa delle acque, vengono da lì i tuoi doni. C'è della magia in te».

Tutti i tasselli andavano a posto, tutto prendeva un senso. La sua inspiegabile attrazione per l'oceano, il suo potere di guaritrice e la sua capacità di leggere nella mente del Generale. Iris era commossa, aveva scoperto l'origine del suo nome e dei suoi poteri, aveva percepito un affetto tenuto nascosto troppo tempo.

«I tuoi doni sono qualcosa di innato, non hanno nulla a che fare con la volontà e la concentrazione. Lo scambio tra spiriti affini allo stesso modo va al di là di delle parole. Bambina, tu e Hektrien potreste essere il punto di congiunzione tra questo mondo e quell'altro. Sono convinta che ci sia un legame speciale tra te e mio figlio, coincidenza o destino? Spetta a te scoprirlo».

Iris si sentiva felice e leggera, ma allo stesso tempo quelle parole suonavano oscure e le facevano sentire un peso sulle spalle. Forse il suo ruolo era più importante di quando potesse credere, forse non era solo una pedina nelle mani della resistenza, ma avrebbe potuto giocare un ruolo attivo per la sorte di quei mondi a lei ancora sconosciuti.

«Come?» chiese lei.

Fidian bussò energicamente alla porta, interrompendo quella chiacchierata.

«Sono spiacente per le tisane, ma c'è stato un increscioso disguido. Nemiah le ha scaraventate accidentalmente contro il muro» disse imbarazzato, facendo capolino. «Ha inoltre deciso di rifare la decorazione del corridoio, spostando cose e...».

The night drowns in dawnWhere stories live. Discover now