CAPITOLO 32 - VERSO IL PORTALE

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«Vivi pienamente il presente. Già troppe speranze sono state spezzate e troppi sogni sono stati sacrificati. Combatti per ciò che ami, avanza un passo alla volta e andrai lontano» disse la donna con voce pacata.

Sembrava aver ritrovato il suo solito distacco, quelle parole suonavano al contempo un addio e una benedizione. La giovane non comprendeva come potesse aver recuperato l'autocontrollo così rapidamente, dopo averle rivelato quel segreto e dopo averle affidato la missione di riferire a Nemiah che il suo destino era forse già deciso. Era una responsabilità troppo grande, si sentiva nuovamente in trappola.

Qualcuno bussò alla porta prima che potesse mettere delle parole sul suo stato d'animo, era Fidian. Fece capolino, sporgendo solo la testa e fissò Iris con aria incantata, mettendola in imbarazzo. Perse l'equilibrio, ma si riprese all'ultimo momento, aggrappandosi alla cornice della porta.

«Mi scuso di avervi interrotte» disse lisciandosi la camicia stropicciata e facendosi da parte.

Hektrien apparve sulla soglia, portava una nuova divisa di pelle nera e un mantello con cappuccio che gli avrebbe nascosto integralmente il volto in caso di bisogno. La sua vecchia spada d'argento, che zia Emma aveva in qualche modo conservato dopo l'attacco al Castello, era riposta nel fodero. Iris lo guardò intensamente ed ebbe un groppo alla gola, vide prima il guerriero che mai e poi mai si sarebbe tirato indietro davanti a una responsabilità così grande. poi l'uomo capace di rinunce e compassione. Entrambi sarebbero stati pronti a sacrificarsi un'ultima volta, senza esitare.

La zia si avvicinò all'orecchio della nipote e poggiò due dita sul suo medaglione.

«Ascolta la quiete, ama a occhi chiusi. Guarda sempre con il cuore ...» disse in un sussurro.

«E non con gli occhi» rispose lei sottovoce, conosceva a memoria la frase di sua madre.

La ragazza sentì il ciondolo diventare prima tiepido, poi progressivamente più caldo fino a scottarle la pelle. Lo prese tra le mani per strapparselo di dosso, quando quello emise un leggero bagliore blu e il calore svanì di colpo. La strega le baciò la fronte e si allontanò verso la porta, senza voltarsi indietro.

Madre e figlio si incrociarono sull'uscio, si scambiarono un lungo sguardo pieno d'amore, poi lei gli prese la mano e la strinse tra le sue, lui si sporse verso di lei e le posò un leggero bacio sulla guancia. Sparì al di là della porta, che il licantropo richiuse prontamente alle sue spalle.

Hektrien potrebbe essere l'arma, potrebbe essere già condannato a morte.

Quel pensiero era insopportabile. Era la prima volta dopo tanto tempo che si ritrovavano da soli e lei era paralizzata da quell'orribile pensiero.

Il soldato la guardò incuriosito, poi abbassò il capo in segno di rispetto. Era la prima volta che la vedeva con addosso abiti del suo mondo, in lei non rimaneva molto della Iris che aveva conosciuto, almeno esteriormente, perché dentro ben poco era cambiato. C'era solo più consapevolezza, era come se fosse diventata di colpo una donna, conscia degli orrori del mondo.

Avrebbe voluto porgergli le mani, per sfiorarlo anche solo un breve istante, ma non riuscì a muovere un muscolo. Era incredibile come tanta oscurità avesse il potere di incantarla e farle male allo stesso tempo. Voleva staccargli gli occhi di dosso, ma non ci riusciva.

Quanto tempo perduto.

Non conosceva gli accordi con Nemiah, ma ora che il portale stava per aprirsi, sarebbe stata sicuramente affidata esclusivamente al branco, non avrebbe più avuto occasione di passare del tempo sola con lui. Forse anche lui era li per dirle addio.

Hektrien la raggiunse sul letto, si inginocchiò davanti a lei e le porse i palmi delle mani, ma quella scrollò il capo con decisione, rifiutandosi di guardarlo. Era troppo tesa, non voleva assistere al suo commiato. Lui allora la sorprese, carezzandole il dorso della mano che teneva in grembo.

The night drowns in dawnWhere stories live. Discover now