CAPITOLO 41 - MAI

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«Cosa desideri?» chiese Eor.

Il suo viso non aveva nulla di rassicurante. Era bruciato dal sole e segnato da rughe profonde, nonostante la giovane età. L'espressione era severa come sempre. La ragazza esitò davanti a quella domanda, si sentiva sotto esame, come se la sua risposta potesse essere cruciale per il seguito.

«La libertà di scegliere il proprio destino» disse Gabor, rispondendo al suo posto.

Non era da lui intromettersi, ma dallo sguardo dei due fratelli Tuck la giovane capì che quella era la risposta giusta. L'amico la stava aiutando a portarli definitivamente dalla sua parte.

Dal quel poco che aveva creduto comprendere Eor e Dayan non erano nel branco per loro volontà, si erano trovati in quel grosso guaio nel tentativo di salvare il fratello minore. Quella esperienza lì aveva resi duri e diffidenti verso il mondo. L'idea della libertà doveva essergli davvero cara, perché in un certo senso erano prigionieri di Nemiah e di una vita che non avevano scelto.

I due si scambiarono uno sguardo complice e Iris comprese di averli in pugno.

«Non mi piegherò mai alle sue regole, non avrai mai più potere su di me» aggiunse lei, rincarando la dose.

«Otterrai la tua libertà» rispose Eor con determinazione, guardando la giovane. «Partirai questa notte, tieniti pronta».

I due fratelli uscirono dalla capanna, senza ulteriori spiegazioni.

«Non capisco cosa abbiano in mente, non possiamo abbandonare il branco e nemmeno indicarti la via d'uscita dalle grotte. Il tradimento è punito con la condanna a morte» disse Gabor preoccupato, grattandosi il capo.

«Dai fiducia ai tuoi fratelli» disse lei, sedendosi sul letto.

«Ben riuscissi a uscire, come farai a raggiungere il Regno di Tenebra e una volta arrivata laggiù cosa farai per salvare Hektrien?».

Non aveva alcun piano. Forse si sarebbe consegnata al nemico o l'avrebbe supplicato di avere pietà di loro, probabilmente sarebbero morti entrambi in ogni caso. Magari non avrebbe nemmeno mai trovato il cammino verso il portale e sarebbe morta di stenti e dolore in quel mondo sconosciuto.

«Fidian mi attende».

Aveva scelto la strada della menzogna. Il licantropo socchiuse gli occhi e la fissò intensamente, in cerca di una spiegazione a quell'affermazione.

«È vivo, ma nessuno deve saperlo. Promettimi di mantenere il segreto».

«Non stai mentendo?».

«Nemiah l'ha risparmiato. È vivo» ripeté lei sicura di sé.

Almeno quella non era una bugia, peccato che non avesse la minima idea di dove fosse.

Gabor sorrise e i suoi occhi si accesero di speranza.

«Ti faremo uscire qui» disse quello con più convinzione.

«Tu apprezzi Fidian anche se ti ha trasformato in licantropo, perché?».

«Mi ha detto che avrei avuto un ruolo importante in questa guerra» disse mesto, sedendosi accanto a lei. Non sembrava crederci veramente. «E che era inutile oppormi al mio destino, perché era già scritto».

«E tu gli hai creduto?» chiese lei.

«Mi ha mostrato una lettera, una specie di predizione».

La lettera di Rodya.

«Cosa diceva?».

«Qualcuno gli chiedeva di trovare il ragazzo dai capelli rossi e il cuore generoso, venuto dalla Contea più splendente del Regno, perché avrebbe avuto un ruolo importante nel susseguirsi degli eventi».

The night drowns in dawnWhere stories live. Discover now