Chapter ten: Collins twins.

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Quella mattina, o - meglio - pomeriggio, Grace Collins e Lolo Adams saltarono il pranzo. Toccò alla signora Collins andare a svegliarle.
«Grace!» sussurrava. «Grace, svegliati! Svegliatevi, è tardi!»
Al posto di Grace, a svegliarsi per prima fu Lolo.
«Oh, Lauren» la chiamò la signora Collins.
«Va bene "Lolo"» disse la ragazza.
La donna sorrise. «Buongiorno. Volevo chiederti un favore. È stata organizzata una cena di lavoro a Millstone ieri e io l'ho saputo solo stamattina. Ho dovuto prenotare una camera lì vicino. Puoi rimanere a dormire anche stasera? Matt uscirà sicuramente e non voglio che lei rimanga sola»
Lolo Adams, appena sveglia, ebbe bisogno di un po' per mettere a posto le parole della signora.
«Oh, va...» Sbadigliò. «Va bene. Devo solo chiedere a mia madre»
«Oh, non preoccuparti, ci ho già pensato io»
La ragazza fu costretta ad accettare, ma soprattutto voleva che la signora smettesse di parlare.

«Ti avevo promesso una domenica di shopping, ed eccoci qui» disse Lolo, entrando insieme alla sua amica nel centro commerciale.
«Ho bisogno di comprare un vestito!» disse Grace.
«A che ti serve?»
«Per Miami! Dobbiamo comprare qualcosa per il viaggio!» le ricordò.
«Ma io non ho idea di cosa portare» osservò Lolo.
Grace la tirò per un braccio. «È per questo che siamo qui!»
Le due ragazze entrarono in un negozio che aveva appena esposto la collezione estiva, si notava, perciò entrambe avevano capito che non avrebbero risparmiato per niente.
«Quando hai detto che si sposa tua madre?» chiese Lolo a Grace.
«Primi di settembre» rispose lei. «Perché?»
«Niente, pensavo che dobbiamo comprare anche noi dei vestiti» osservò Lolo.
«Non che io sia tanto entusiasta ma sì, dobbiamo comprare dei vestiti poi» disse Grace, guardando qualche shorts.
L'amica la guardò confusa. «Pensavo che George ti piacesse»
«È così, sono i suoi figli a non piacermi» specificò.
Lolo sgranò gli occhi. «"Figli"?!»
«Già, Charlotte ed Evan» disse lei. «Gli adorabili figli adolescenti di George con la sua prima moglie»
«Oh... Hanno la nostra età?»
«No, sono più piccoli. Charlotte ha 16 anni ma Evan ne ha appena compiuti diciassette, quindi sì, lui ha più o meno la nostra età»
«E vivranno con te?»
«Sì, beh... La loro madre è andata via di casa quando Charlotte aveva 13 anni»
«Che stronza» Scosse la testa l'altra. Lolo non riusciva a capire come fosse possibile abbandonare un figlio, soprattutto di quell'età. Lei credeva nei valori della famiglia.
«Sì, beh, poverini. E per questo è diventata una troietta nella sua scuola» spiegò Grace.
«Davvero?» chiese Lolo. «Provo questa» disse indicando una maglietta ed entrambe si diressero ai camerini; lei entrò.
«Lo dice la psicologa» continuò la bionda. «Ha iniziato a tornare a casa tardi, a non rispondere alle chiamate. Era cicciottella ma aveva iniziato a non mangiare più tanto, ora è magrissima. Rispondeva male al padre e trattava suo fratello come uno schiavo, lo ricattava perché andando nella stessa scuola lui sapeva cosa lei facesse. La psicologa ha detto che è stato per via della separazione dei suoi»
«Mamma mia» sospirò Lolo. «Che situazioni orribili»
«Non dirmelo» rispose l'altra.
Lolo, dentro al camerino, corrugò la fronte; poi capì. Infilata la maglietta, aprì la tenda. «Scusa. Non abbiamo mai parlato dei tuoi»
Lei fece spallucce. «Non fa niente. Sono già quattro anni che i miei sono divorziati, l'ho superata»
«Ma non credo che l'inizio sia stato facile» osservò Lolo.
Grace la guardò. «No, infatti»
L'altra la invitò a continuare il racconto con lo sguardo.
«Beh, che dire? A me è successa la cosa opposta di Charlotte» disse. «Sono ingrassata di dieci chili, il cibo era il mio unico sfogo»
Lolo non sapeva se guardarla negli occhi fosse uno sbaglio o meno. «Mi dispiace, Grace»
Lei sorrise. «Non ti preoccupare, sto bene» rispose. «Comunque questa maglietta ti sta da favola»
Lolo capì che lei non voleva continuare a parlare di quel discorso ma aveva bisogno di un serio parere. «Lo credi davvero?»
Grace annuì. «Assolutamente, ti valorizza le forme»
Lolo sorrise. «Bene, allora la prendo»

Mentre Lolo aspettava che la sua amica trovasse le chiavi di casa tra tutti quei sacchetti, quest'ultima le chiese: «Credi che a Miami troverò un ragazzo?»
Lolo sgranò gli occhi. «A Miami?» scosse la testa, non capendo. «Perché non in una città più vicina?»
Lei rise. «Ma no, intendo un ragazzo del resort, in vacanza. Non so, anche solo per passarci l'estate»
Lolo la rimproverò con lo sguardo. «Ti ho già detto che questo non è il modo giusto per riparare un cuore spezzato»
«Ho solo bisogno di sentirmi amata»
«Nessuno ama solo per tre mesi, Grace.»
Lei sospirò. «Hai capito cosa intendo»
«Sei tu che hai bisogno di amare, di fidarti»
Grace la guardò. «Mi vergogno ad ammettere che hai fottutamente ragione»
Lolo le accarezzò un braccio. «Non devi vergognarti. È quello di cui ho bisogno anch'io. Siamo solo persone che non si accontentano e, credimi, è meglio così»
«Grazie» rispose l'amica.
«Però dovresti vergognarti di non aver ancora trovato le chiavi» rise Lolo, che - perdendo le speranze, suonò il campanello.
Dopo un po' Matt andò ad aprire, sembrava indaffarato.
«Che hai?» gli chiese Grace, vedendolo scappare verso l'altro lato della casa. «Che stai facendo?»
«Sto preparando una cosa, ma prima dimmi» disse tornando con due camicie in mano. «è meglio questa bianca o questa nera?»
Grace corrugò la fronte. «Con chi devi uscire?»
«Con nessuno» rispose il fratello. «È per Iris»
«Devi regalarle una camicia da uomo?» gli chiese la sorella.
Lolo rise, e lo aiutò. «Nera sa di ragazzo misterioso, un po' stronzetto, che vuol giocare; meglio bianca, che sa di ragazzo simpatico e socievole, ma soprattutto affidabile, perché Iris lo è»
Matt la guardò scioccato; infine le sorrise. «Grazie, Lolo. Se accetta di uscire con me, ti comprò uno scatolone di lecca-lecca.»
Alla ragazza brillarono gli occhi. «Bene, allora metti un paio di pantaloni beige e delle scarpe bianche»
«Le scarpe bianche ce le ho, ma i pantaloni beige no. Ho dei jeans»
«Li hai chiari?»
«Sì»
«Vanno bene» disse. «Prepara i soldi per i lecca-lecca»
«Andiamo di sopra!» disse Grace, trascinando l'amica per il braccio su per le scale, e si chiusero in camera sua. «Chissà che starà combinando mio fratello» pensò.
«Non so, l'importante è che Iris voglia uscire con lui» osservò Lolo. «Oh, ma lo dico per tuo fratello naturalmente»
«Ma certo» disse Grace. «A proposito, era stupendo quel lecca-lecca a spirale che mangiavi ieri sera»
«Me l'aveva regalato quel ragazzo» rispose Lolo, sdraiandosi sul letto.
«Zayn?»
«Sì, lui»
«E perché?»
«Mi ha detto di averlo visto e di avermi pensata»
Grace la guardò mettendosi le mani ai fianchi. «E perché?»
Lolo sbuffò. «Perché non si vede tutti i giorni una ragazza col rossetto che mangia lecca-lecca»
Grace si mise a ridere. «E questo che significa?»
Lolo chiuse gli occhi e rise. Poi si alzò e guardò la sua amica. «Lascia perdere»
La ragazza alzò un sopracciglio. «Non mi hai detto niente di quello che hai fatto ieri con quello lì»
«Beh, neanche tu»
«Ma quelle erano ragazze»
Lolo fece spallucce. «Mai sentito parlare di lesbiche?»
Grace scoppiò a ridere e si sedette sul letto, accanto a lei. «Va bene, non me lo vuoi dire. Tanto certe cose vengono a galla prima o poi.»

Lollipops. | z.m.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora