Chapter twenty six: The Loner Soul.

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Quella sera stessa, all'orario di chiusura del locale, Zayn chiese un favore al proprietario, il quale era ormai molto amico di lui.
«Chiuderò io, ho ancora le chiavi» disse Zayn.
«Va bene, ma non rompete niente, mi raccomando» rise il robusto proprietario, che poteva avere una quarantina d'anni. «Buonanotte, Zayn. Arrivederci, signorina!» disse e salutò Lolo.
Quando il signore se ne andò, Zayn chiuse a chiave la porta del locale, in modo che non venisse a nessuno l'idea di entrare. Abbassò le tendine sulle vetrate e accese le luci a neon colorate sul bancone.
Lolo si sedette su uno dei tavolini lì vicino e lui le sorrise quando la vide lì. «Ho scoperto una cosa in più su di te stasera» disse, andandole vicino.
«E cioè?» sorrise lei, guardandolo dall'alto mentre si sedeva sulla sedia di fronte a lei.
Lui prese le sue gambe e se le mise attorno al bacino. «Ti piace nasconderti.» disse. «E a me piace quando fai la misteriosa»
«Ripeto, è solo che tengo alla mia privacy.» rispose lei.
Lui la fissava, scuotendo la testa. «No, non è solo questo. A te piace essere così come sei.»
«E come sono?» Gli chiese compiaciuta.
«Misteriosa, intrigante... ti piace far perdere la testa alle persone. Sai che non tutti sono disposti a scervellarsi per capirti ma a te piace, ti dà sicurezza»
Lei sorrise. «Sei la prima persona che mi capisce. E stai iniziando a ragionare come me»
Lui pensava, pensava ancora a lei e non riusciva ad uscirne. «C'è qualcosa in te che mi attrae troppo, Lolo» confessò e lei lo guardò sorpresa.
«Parli fisicamente?» gli chiese.
Zayn sorrise. «Beh, anche. Ma, vedi, l'attrazione fisica è come un'ipnosi; invece quella mentale è più bella, e io sono consapevole di voler sapere tutto di te. Non facciamo altro che prenderci in giro ma quando parliamo sottovoce, quando fai i tuoi soliti discorsi, mi fai impazzire. È questo che non mi fa staccare più da te, questa tua unicità. Ed è quello che cerco quando sono con gli altri ma che non posso trovare.»
Lei sorrise. «È proprio questo il bello di essere unici. Ed è per questo che dico sempre ai miei amici di essere loro stessi, è inutile essere delle copie, certe cose sono già viste e riviste. E dov'è la sorpresa?»
A lui piacevano i suoi discorsi. «Mi piace che parli in questo modo. Non hai paura di essere te stessa, non hai paura di niente.»
«Non è vero, te l'ho già detto» lo corresse lei.
«Okay, ma il non aver paura di essere lontana da casa, sola, con un ragazzo, in un posto sperduto, è prova di estremo coraggio»
Lei fece spallucce. «Certe cose non puoi farle da solo, Zayn. E io non ho paura perché sono con te, perché io mi fido di te.»
Lui sorrise. «Ne sono felice.»
Lolo scosse la testa. «Basta, siamo troppo gentili, non ci riconosco più.» scherzò e scoppiarono a ridere.
Lui la guardò e le toccò la guancia con un dito. «Hai le fossette!»
«Ti piacciono le fossette?» gli chiese.
«Sì, beh, sono tenere» ammise. «perché? A te no?»
«No, non è per questo.» disse. «È che nessuno cerca più una ragazza con le fossette. Ai ragazzi interessano altri buchi ormai.»
Zayn scoppiò a ridere e lei lo seguì.
«Non posso credere di averlo detto davvero!» disse e Zayn teneva la testa sul suo ginocchio.
«Nemmeno io, credimi!»
Lolo si mise le mani in faccia. «Che idiota!» rise.
Lui, ridendo ancora, le prese le mani e se le mise attorno al proprio collo, facendola cadere a cavalcioni su di lui.
Lolo era ancora rossa per l'imbarazzo, pensava che fosse la cosa più assurda che avesse mai detto, e rideva, non riusciva a fermarsi.
Ad un certo punto, Zayn poggiò la fronte sulla sua, ma questo gesto non recò imbarazzo a nessuno dei due, anzi era proprio come se non se ne fossero accorti.
«Comunque sono contenta che a te piacciano le mie fossette» ridacchiò lei, e fu in quel momento che Zayn si accorse della loro vicinanza.
Aprì gli occhi quanto bastava per vedere il suo sorriso; Lolo teneva gli occhi chiusi - chissà a cosa pensava - e fu per questo che non vide che Zayn aveva avvicinato la mano al suo viso ma poi l'aveva ritirata.
Quando lei aprì gli occhi, si alzò in piedi e andò verso il bancone. «Il tuo amico si arrabbia se prendo una birra?»
«Ricordami di lasciare i soldi sul bancone» rispose lui e lei aprì il frigo per prendere la bibita e poi tornò verso il suo amico.
«Sai come faccio ad aprirla?» gli chiese e lui se la fece passare; la aprì con le mani. Lolo lo guardò facendo una smorfia. «Avrei potuto farlo da sola» scherzò riprendendosela e Zayn rise.
Zayn rideva e lei lo guardava mentre sorseggiava la birra. E quando lui la guardò, si accorse di quello sguardo. Quello era lo sguardo con cui Lolo riusciva ad ottenere da chiunque ciò che voleva; ma in quel momento da Zayn cosa voleva?
Se lo chiese anche lui, ma il suo unico istinto sembrava il più azzardato, perciò preferì soffocarlo.
Lolo abbassò la bottiglia e la guardò. «Mi ricordo quando da piccola mi bagnavo le labbra dal bicchiere di mio padre» ricordò sorridendo. «E il fatto che ora abbia una bottiglia tutta mia in mano mi fa rendere conto che forse non sono più la bambina di una volta... e questo mi manca.»
Zayn la guardava, chinando la testa di lato. «Eppure da bambini non facciamo altro che aspettare di diventare grandi»
Lolo lo guardò, scuotendo la testa. «Io ho sempre avuto paura di crescere.» ammise. «Mi capitava spesso di guardare i miei genitori, di pensare a quanto stessimo bene insieme, e di essere assalita dal terrore che un giorno tutto quello avrebbe potuto scomparire»
Zayn era stupito. «Dici davvero?»
Gli occhi di Lolo erano diventati rossi. «Mia madre una volta se ne accorse, lo disse a mio padre e vennero a consolarmi insieme. Mi dissero che anche a mia madre capitava da bambina, ma chi sa se questa fosse la verità? I genitori sono disposti a qualunque bugia per la serenità di un figlio.»
Zayn ascoltava in silenzio. «E ora?»
«Se potesse mia madre mi terrebbe sotto una teca di vetro» fece un sorriso. «ma io a volte non riesco a star ferma in un punto, ho bisogno di...»
«Scappare» disse lui e lei lo guardò.
«Capisci adesso?»
Zayn annuì. «Sì»
«A volte» continuò lei. «è come se avessi bisogno di spegnere il cervello, e il miglior modo è allontanarsi da tutto».
Zayn era preoccupato. «Quindi c'è la possibilità che un giorno io mi svegli e non ti trovi?» le chiese.
«Se succedesse, sarebbe perché avrei toccato il fondo.» pensò lei. «Ma ora come ora, non avrei il coraggio di scappare via da sola».
Zayn non seppe se sentirsi più sollevato o meno, o sperare che lei non arrivasse mai a toccare il fondo.
«Piuttosto» continuò Lolo. «dovresti sempre tenere uno zaino pronto perché potrebbe esserci la possibilità che io ti chieda di scappare insieme a me» gli disse e gli sorrise.
Anche Zayn sorrise, ma la preoccupazione non lo abbandonava e Lolo se ne accorgeva.
Gli andò vicino e mise la mano sulla sua. «Hey» gli disse e lui la guardò negli occhi. «non volevo spaventarti».
«Promettimi che non scapperai mai da sola» le disse e Lolo fu felice di sentirselo dire.
Fece una leggere la pressione sulla sua mano, come per dirgli che era sincera. «Te lo prometto».

Lollipops. | z.m.Where stories live. Discover now