Chapter fourteen: Lola Addams.

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Lolo aprì la porta e invitò Zayn ad entrare: «Benvenuto in casa Adams» Lui la guardò e scoppiò a ridere; allora lei alzò gli occhi al cielo. «Bene, adesso che ti prende?»
«Casa Adams? Quindi siete la Famiglia Adams?» si mise a ridere.
«Sì, ma quella famiglia è "Addams", non "Adams"» disse lei chiudendo la porta, e salì su per le scale.
Lui la seguì, continuando a fare l'idiota. «Lola Addams» ripeteva. «Mercoledì Lola Addams»
Lei si voltò verso di lui con le braccia incrociate al petto. «Davvero ti ricordo Mercoledì?»
Lui piegò la testa di lato e le diede un pizzicotto sulla guancia. «No, tu sei più carina» mormorò e entrò nella sua stanza prima di lei.
Quando accesero le luci, lui si buttò sul letto. «Non è come me l'ero immaginata»
«E come te l'eri immaginata?» domandò lei, poggiandosi alla porta.
Lui rispose facendo spallucce. «Non so, più buia, un po' inquietante e con tanti lecca-lecca sparsi dappertutto»
Lei rise e gli tirò un cuscino.
A differenza di come diceva di averla immaginata Zayn, la camera di Lolo era tutta bianca e lo erano anche i mobili.
Lei si sedette sul letto, tolse le scarpe e le lanciò altrove, e con un elastico che aveva al polso si legò i capelli; Zayn nel frattempo le guardava il collo. Non poteva farci niente, quel ragazzo era affascinato dal corpo femminile. Non poteva fare a meno di guardarla, e non ci riuscì nemmeno quando lei si alzò e si sbottonò tutta la camicetta; all'inizio lui aveva sgranato gli occhi, poi aveva visto che aveva una canottiera bianca sotto.
«La mia stanza, a dir la verità, somiglia ad un paradiso» disse lei, togliendosi il bastoncino del lecca-lecca dalla bocca e posandolo dentro ad un barattolo dal quale ne sbucavano fuori altri: erano tutti sporchi di rossetto.
«Non li butti mai?» chiese lui, guardando curioso il barattolo.
«Ogni tanto lo fa mia madre, ma a me piace conservarli» disse, sfilandosi la camicetta. In quel momento Zayn pensò che con soltanto la canottiera addosso fosse anche meglio.
Lolo aprì l'armadio e tirò fuori un paio di shorts morbidi neri, e si diresse verso la porta. «Vado a cambiarmi, poi guardiamo un film. Ti va?»
Lui annuì. «Oh... Sì, d'accordo»
Lei fece un sorriso, e i suoi erano particolari. «Bene, allora vado a fare i popcorn»
La ragazza sparì per una decina di minuti e nel frattempo Zayn, rimasto solo, aveva dato un'occhiata in giro: oltre al barattolo dei bastoncini, ce n'era uno con dei lecca-lecca nuovi su uno scaffale e sullo stesso c'erano dei CD, dei quaderni e una fotocamera per polaroid. Inoltre quella stanza era piena di candele.
Quando la ragazza tornò in camera, porse i popcorn all'amico e cercò un film da guardare.
«Quale consigli?» chiese.
Lui non ne aveva la più pallida idea. «Ti piacciono i porno?»
Lei si voltò a guardarlo con la fronte corrugata. «Ehm... No, grazie. Non li guardo» disse un po' scioccata e lui scoppiò a ridere.
«Sto scherzando, idiota» le disse e lei rispose con una linguaccia prima di voltarsi di nuovo.
«Vediamo se qui ci sono altri dvd...» disse lei piegandosi su un piccolo mobile.
Fu lì che Zayn si ritrovò davanti agli occhi il suo sederino; per dovere morale cercava di non guardarlo ma poi il suo sguardo finiva lì.
"È bello anche il suo culo, è possibile?", pensò in quel momento.
Scelsero un thriller, di cui il nome non aveva importanza; ma fu bello vederli ridere insieme e tirarsi in popcorn in faccia. Lolo adorava i thriller, ma ad un certo punto del film le venivano i brividi, aveva bisogno che qualcuno le ricordasse che quella non era la realtà. E Zayn se ne accorse, quando lei si strinse di colpo nelle spalle; lui si mise più comodo e mise un braccio intorno alle spalle di lei. Lolo si sentì più al sicuro, così tanto che si addormentò.

«Lolo? Lolo, svegliati, su. Sto andando via» le sussurrava Zayn all'orecchio, ma la ragazza non aveva intenzione di svegliarsi e, mettendo il broncio, gli diede le spalle. Allora Zayn ridacchiò.
«Va bene, dormi» le disse e, un po' titubante su come salutarla, le diede un bacio sulla fronte; quando però le sue labbra la toccarono, sembrarono sicure. «Buonanotte» le sussurrò e uscì dalla camera di lei.
Quando, al piano di sotto, aprì la porta per andarsene, si scontrò con un signore alto e dal fisico poco atletico.
"Cazzo", pensò Zayn, "suo padre no".
«Oh, salve signor Adams» lo salutò. «Sono un amico di Lolo»
Il signor Adams era stanco e, per quanto potesse essere in allerta nei confronti della figlia, si limitò a squadrarlo e a ricambiare il saluto. «Ciao ragazzo. Lolo dov'è?»
«Di sopra, stavamo guardando un film e lei si è addormentata»
Il signor Adams annuì, troppo assonnato per replicare. «Capisco»
Zayn si sentì in imbarazzo, anche se non lo dava a vedere. «Stavo andando via. Buona serata, e mi saluti sua figlia» disse uscendo.
«Senz'altro» rispose l'uomo, e chiuse la porta; sospirò e alzò gli occhi come per guardare il tetto. «Lolo, Lolo!» disse, capendo che quel ragazzo stesse insieme a lei.
Nel frattempo, al piano di sopra, Lolo Adams continuava a dormire.

Lollipops. | z.m.Where stories live. Discover now