Chapter thirty two: irresistible.

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Zayn e Lolo andarono a casa del ragazzo e posarono i sacchetti della loro spesa in cucina, mentre la signora Malik li sorprendeva alle spalle.
«Mamma» disse lui. «non pensavo fossi a casa»
«Lo vedo» ammise lei, guardando Lolo.
«Oh, Lolo è un'amica» chiarì lui.
La ragazza sorrise. «Salve»
«Sì, quella per cui hai un debole, immagino» scherzò la madre e Lolo si sentì in imbarazzo. «Ad ogni modo, faccio il turno di notte perciò... mi raccomando.»
Entrambi i ragazzi sgranarono gli occhi. «Oh, no, no, no!» dissero in coro e la signora si mise a ridere.
«Prima di andare al lavoro, mangio qualcosa fuori, quindi vado. Ci vediamo, ciao Lola» salutò e uscì di casa.
Lolo guardò Zayn. «Si vede che è tua madre»
Il ragazzo rise. «Andiamo, non si sente mai "Lolo" come nome»
Lei alzò gli occhi al cielo. «Non è una giustificazione»
«Oh, sì che lo è» insistette lui e lei gli fece la linguaccia.
«Programmi per stasera?» chiese lei, appoggiandosi al ripiano della cucina.
«A dir la verità, non ne ho la minima idea»
«Per questo volevo stare a casa mia, avremmo potuto giocare a biliardo» rispose e Zayn le fece i versi.
«Spiritosa» disse, sapendo entrambi che lui non sapeva giocare.
Lolo rise. «Sul serio, almeno avremmo avuto qualcosa da fare»
«Ma qui ci sono le cose da fare!» disse lui.
«E cioè?»
Zayn ci pensò. «Possiamo... giocare a Monopoly»
Lei alzò gli occhi al cielo. «No, dai»
«Possiamo giocare a carte» propose lui.
«Sì e poi ricamiamo» scherzò lei. «Ho un'idea migliore»
«E cioè?»
«Prepariamo delle frasi che ci riguardano e poi dobbiamo indovinare se sono vere o false»
Zayn valutò l'idea. «D'accordo, mi piace»
Lolo sembrava eccitata. «Ti farò impazzire»
Il ragazzo allora scosse la testa. «Ah, ah! Errore: così mi hai fatto capire che le cose assurde saranno vere»
A quel punto Lolo lo guardò chinando la testa di lato, con un sorrisetto quasi malizioso. «E secondo te sono così stupida da renderti il gioco tanto facile?»
Zayn la guardava e quasi impazziva per la confusione che riusciva a creargli; si avvicinò a lei - erano molto vicini - e rimase a guardarla. E Lolo stava lì, sicuramente non innocente, era quasi sicura che lui in quel momento volesse prenderla e giocare con lei, magari un morsetto, una carezza nel posto sbagliato, magari un bacio sulla bocca.
Nel frattempo Zayn era determinato: non si sarebbe mosso finché tra loro non ci fosse stato qualcosa; a quel punto lui non sapeva cosa voleva, lei avrebbe anche potuto dargli un pizzicotto sul mento, voleva solo che lei lo notasse.
E Lolo lo notò, anche se in un altro modo.
Lei si costrinse a trattenere tra i denti il labbro inferiore, per evitare di sfoggiare un timido sorriso; e abbassò lo sguardo, e fu allora che Zayn lo capì.
Volentieri lui le avrebbe sollevato il viso prendendola dolcemente dal mento e magari avrebbe pure affondato il pollice nelle sue labbra. Ma non lo fece; "non in questo modo", si disse, cambiando idea, perché sapeva che si sarebbe fiondato sulle sue labbra e, pensandoci, lasciarle sarebbe stata un'impresa troppo dura. E non voleva perché sapeva che lei l'aveva capito, Lolo aveva capito che lui voleva qualcosa, e lui non voleva che fosse così, non voleva essere banale. Lei era da sorprendere.
Ad interrompere quel momento fu il cellulare di Zayn, di cui lo squillo sembrò insistente in quella circostanza; allora lui, da una parte sollevato, si affrettò a rispondere, approfittando dell'occasione per liberarsi da quella situazione che si stava facendo imbarazzante.
«Pronto?» rispose, voltandosi; Lolo si ritrovò le spalle di lui davanti, e ne approfittò per tirare un sospiro di sollievo.
«Hey, Zayn» "Oh, Caleb", pensò Zayn, che non aveva nemmeno pensato a leggere il nome sul display.
«Hey, dimmi»
«Ci sei stasera, vero?»
Allora Zayn si voltò verso Lolo. «Oh... no, no» rispose e la ragazza capì di cosa stesse parlando.
Caleb, davanti allo specchio della sua camera, corrugò la fronte. «Che significa? Pensavo che venissi, stavo per darti un passaggio»
«Oh, no, ho da fare» rispose lui e Lolo sorrise tra sé e sé.
La ragazza decise di avvicinarsi a lui per ascoltare la conversazione, ma in un modo che sorprese Zayn; gli mise le braccia intorno al collo, le mani sul petto e poggiò il mento sulla sua spalla, affiancando l'orecchio al cellulare.
Zayn non riuscì a trattenere un sospiro quando sentì le sue mani sul suo corpo.
Nel frattempo Caleb parlava, ma lui non gli badava nemmeno più.
«...allora?» chiese l'amico al telefono.
«Cosa?» rispose lui, mentre Lolo sentiva chiaramente.
«Per rifiutare un'uscita sei sicuramente con una ragazza» rispose Caleb e Zayn sperò che Lolo si stancasse di stare in punta di piedi e si allontanasse.
«Sono a casa, Caleb» disse allora lui.
L'amico si mise a ridere. «Ancora meglio, te la sei portata a casa» osservò. «E, dimmi, chi è? La conosco?»
Zayn non sapeva come gestire quella telefonata. «Beh, sì, ma...» disse, mentre Lolo gli sfiorava il petto con le mani, come a massaggiarlo.
"Cazzo", pensò lui chiudendo gli occhi.
«Uh, ho capito» ridacchiò Caleb. «Sei con Lolo e non puoi parlare»
Zayn allora diventò rosso in viso e Lolo si nascose dietro la sua spalla per sorridere.
«Perché non dovrei?» rispose lui, cercando una via d'uscita.
«Andiamo, Zayn, puoi nasconderlo agli altri ma non a me. So che tra voi due...»
Zayn non gli diede il tempo di finire la frase.
«Cosa? Come, scusa? Non ti sento, Caleb!» disse alzando la voce. «Mi dispiace, amico, ma non prende proprio! Ti richiamo dopo, ciao» disse e riattaccò.
Tirò un sospiro silenzioso, prima di voltarsi per guardare Lolo; lei tratteneva una risata. «Ma io lo sentivo benissimo» rispose lei e lui avrebbe voluto sprofondare.
Allora lei si allontanò e si sedette su una sedia accanto al bancone da colazione.
Zayn era in preda all'imbarazzo. «Senti, mi dispiace, non volevo metterti in imbarazzo»
«Veramente quello in imbarazzo sei tu» osservò lei, accavallando le gambe.
Quel giorno Lolo appariva più bella del solito, e forse era anche grazie al suo temperamento; di sicuro questo non era d'aiuto a Zayn.
«Non volevo che tu pensassi...» fece per giustificarsi ma Lolo lo interruppe.
«Mi piacerebbe sapere cosa hai detto a Caleb di me» ammise e lui scosse la testa, sincero.
«Davvero niente, te lo giuro»
Lei fece spallucce. «Come gli parli di me?»
Zayn si mise le mani in tasca, dispiaciuto a metà per ciò che stava per dire. «A dire la verità non gli ho mai parlato di te»
A Lolo dispiacque, ma cercò di non dimostrarlo.
Zayn però si sentiva in colpa. «Tu hai parlato di me a Grace?»
Lei lo guardò e fece spallucce. «No»
Allora lui annuì.
Ci volle un po' per sciogliere quella debole tensione che si era creata tra loro, ma bastò cucinare insieme perché tornassero ad essere i ragazzi spensierati di sempre.
E così consumarono la loro cena, per poi spostarsi sul divano a guardare un film random.
Lolo si era sdraiata con la schiena sul suo petto e il bacino tra le cosce di lui; era stanca, da una parte avrebbe voluto dormire ma dall'altra voleva stare con Zayn.
Ad un certo punto il ragazzo iniziò a grattare piano sul suo braccio e lei sorrise. «Amo i grattini» ammise, rilassata.
Zayn ridacchiò. «Lo vedo»
Lolo aveva chiuso gli occhi. «Oddio, che meraviglia. Sei bravissimo a fare i grattini» disse e lui si mise a ridere.
«So fare anche i massaggi» ammise lui e Lolo sgranò gli occhi.
«Non ci credo» disse. «io amo i massaggi e le persone che li fanno sono le più belle del mondo» mormorò e Zayn rise, la trovava divertente.
Dopo un paio di minuti, Zayn sorrise. «Ho un'idea, ma... hai ancora intenzione di fare quel gioco?»
«Non ho più le forze» sussurrò lei, ipnotizzata dall'effetto delle mani di Zayn sul suo braccio.
«Allora vieni con me» disse sollevandosi.
Lolo si lamentò supplicandolo. «Dove? Non voglio alzarmi»
«Andiamo in camera mia» disse lui e a Lolo vennero i brividi.
Lei però provò a ridere per allentare la tensione. «Perché? Che vuoi fare?»
Zayn aveva capito che si sentiva a disagio e volle prenderla in giro. Mise la mani sulla sua pancia come per sollevarle la maglietta e le baciò il collo.
«Mh, secondo te?» le sussurrò all'orecchio e Lolo per poco non ebbe un infarto.
Lei rimase immobile, in preda al panico.
A quel punto Zayn la lasciò e scoppiò a ridere.
Lolo sospirò, chiudendo gli occhi. «Cazzo, Zayn, mi hai fatto prendere un infarto!»
Lui la guardava continuando a ridere, poi lo guardò anche lei. «Che devi fare in camera tua?»
«Te lo spiego su per le scale» disse alzandosi in piedi, e tirò su anche lei.
Salirono al piano di sopra e Zayn entrò prima in una stanza piccola, che sembrava quella di un'estetista.
«Mia madre lavorava in un centro benessere da giovane» spiegò il ragazzo. «ora fa l'infermiera ma ha ancora qualche cliente privato; mi ha insegnato lei a fare i massaggi» disse e, mentre parlava, prendeva una bottiglia e due asciugamano.
Lolo fu sorpresa. «Vuoi farmi un massaggio?»
Lui fece spallucce. «Sorpresa!» disse e si diresse in camera sua.
«Non è meglio la stanza da lavoro? C'è la lettiga» osservò Lolo.
«Mi scoccia stare in piedi, qui è meglio» disse e la guardò. «Allora? Che ne pensi?»
«Beh» lei era un po' titubante, si sentiva un po' in imbarazzo. «un massaggio sarebbe l'ideale...»
Zayn annuiva. «...ma ti vergogni di toglierti la maglietta davanti a me» continuò lui. «Non è così?»
Lolo non poteva negarlo, ma poteva dimostrargli che poteva cambiare idea. «Dove devo mettermi?» gli chiese e lui sorrise tra sé e sé.
«Senti, so che ti imbarazzi, perciò puoi sederti dove vuoi, posso massaggiarti la schiena anche se stai seduta» le disse e a lei sembrò meglio di sdraiarsi.
Perciò Zayn uscì e Lolo rimase sola a pensare a quanto si sentisse in imbarazzo; ma Zayn era suo amico d'altronde, doveva sentirsi a suo agio.
Quando iniziò a togliersi la maglietta, Zayn entrò nella stanza e rimase fermo a guardarla; lei si sedette come lui le aveva detto e abbracciò un cuscino per coprirsi davanti, e si voltò verso la porta, vedendolo.
Lolo si mise a ridere. «Sto morendo dalla vergogna, lo ammetto» disse coprendosi la faccia.
Anche lui si mise a ridere. «Andiamo, non sono un estraneo» disse e le andò vicino. «Posso iniziare?»
«Prima inizi, prima i tuoi massaggi mi faranno sentire tanto rincoglionita da farmi dimenticare l'imbarazzo» osservò lei e lui rise d'accordo.
Spense la luce più forte e ne accese una piccola sul comodino; si sedette sul letto, dietro di lei, allungando le gambe per affiancarle alle sue. Lolo sentì le sue mani sulla schiena per la prima volta mentre le slacciava il reggiseno e rabbrividì, e lui se ne accorse.
Zayn si unse le mani di olio e iniziò a farle scivolare sulla sua pelle.
Lolo chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dall'andamento delle mani di Zayn, che l'accarezzavano e la rilassavano, e piano piano la sua testa si lasciava scivolare sulla punta del cuscino.
Ogni volta che affondava le mani nella sua pelle, dopo la massaggiava sfiorandola e questo le faceva venire la pelle d'oca.
«'Dio, Zayn...» mormorò lei. «sei così bravo»
Lui sorrise alle sue spalle. «Ti piace, eh?»
«Sì che mi piace...» rispose piano, mentre lentamente perdeva ogni forza di parlare. Lolo si sentiva come se il suo corpo diventasse pasta frolla anche se le mettevano una mano sulla guancia.
In un secondo tempo, Zayn spostò le mani attorno al suo collo, iniziando ad affondare i pollici nella sua nuca, e Lolo inclinava spontaneamente la testa indietro; nel frattempo lui spingeva le altre dita su per il suo collo e per il mento.
«Credo... credo di poter addormentarmi tra le tue braccia tra poco» sussurrò lei.
«Fallo» sussurrò lui sulla sua nuca, così vicino che Lolo poté sentire il suo fiato sfiorarle la pelle nuda. «Non cercare di restare vigile, rilassati... abbandonati al piacere»
Lei avrebbe voluto sorridere ma non ci riusciva, era così rilassata che non aveva le forze di fare un singolo movimento.
Ad un certo punto, più tardi, Lolo fece per cadere indietro su Zayn e allora lui la sorresse con le mani.
«Hey» le sussurrò. «come ti senti?»
«Mh... Senza forze...» si lamentò lei.
Zayn le agganciò il reggiseno e le porse la maglietta, alzandosi.
Dopo che se la mise, Lolo cadde di nuovo sul letto.
«Vuoi che ti accompagni a casa?» le chiese, ma la sua risposta non arrivò. «Lolo?»
«Oh... mmh.... non... non... ho sonno... lasciami dormir-...» fu il suo lamento e Zayn trattenne le sue risate.
Il ragazzo le tolse le scarpe e la trascinò delicatamente verso la testiera, facendole appoggiare la testa sul cuscino e coprendola con un lenzuolo.
Zayn scese di sotto e prese il telefono di Lolo, per mandare un messaggio alla signora Meredith: "Mamma, vado a dormire da Grace stanotte."
Con sorpresa del ragazzo, la risposta arrivò subito: "Dormi bene, tesoro, spero che il letto di Zayn sia comodo; mi raccomando, mani a posto, mi fido."
Leggendo quel messaggio, Zayn si mise a ridere, e nel frattempo ne arrivò un altro: "Ps. Niente più bugie a mamma ;) ".
Come risposta, Zayn le mandò un cuore e portò il telefono in camera con sé, chiudendo la porta a chiave. Lasciò il cellulare sul comodino e si tolse le scarpe, poi la maglietta; in quel momento, valutò se fosse il caso di dormire nudo e decise di metterne una più morbida - bianca, il colore preferito di lei. Non voleva creare altro imbarazzo.
Si tolse i jeans e mise un paio di pantaloncini di tuta, e poi, titubante, si sdraiò accanto a lei. Mantenne le distanze, non voleva che lei si svegliasse e si sentisse in imbarazzo, perciò si voltò dall'altra parte e chiuse gli occhi, cercando di dimenticare che la ragazza a cui pensava ogni sera prima di dormire stesse dormendo al suo fianco.

Lollipops. | z.m.Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ