Chapter twenty five: brave girl.

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Cinque traverse dopo quella della sala da bowling Finnegans, in una strada chiusa e deserta, Lolo Adams se ne stava appoggiata sull'auto di Zayn Malik, che davanti a lei si stava cambiando.
Lolo lo guardava mentre si toglieva la maglietta. «Ma perché dovevi spogliarti fuori? Non potevi andare in bagno o farlo in macchina?»
«In macchina c'è caldo» disse.
«E in bagno?» chiese lei, con le braccia incrociate.
Zayn fece un sorrisetto e si avvicinò a lei a petto nudo. «Volevo farti ammirare la visuale» disse, prendendole le mani e mettendosele sul petto.
Lolo usò una di quelle per dargli uno schiaffo sulla guancia. «Cretino» rise e lo spinse indietro.
Anche lui rise. «Un cretino con un fisico da paura, però.»
Lei alzò gli occhi al cielo e cambiò discorso. «Sbrigati, così andiamo via»
Lui iniziò ad abbottonarsi la camicia. «Tranquilla, non ci troveranno» disse. «Non posso crederci, se la sono bevuta»
Lolo fece spallucce, fiera di sé. «Sono geniale, lo so»
«Sì, ma la telefonata da parte di mia madre è stata perfetta. A proposito, devo richiamarla» disse, allacciando l'ultimo bottone.
Lolo si mise a ridere e lui la guardò con la fronte corrugata. «Non c'è bisogno che la chiami» mormorò lei, sbottonandogli un bottone della camicia, aprendola un po'. Mosse le ciglia in alto per guardarlo. «Non ti ha mai chiamata»
Zayn ancora non riusciva a capire. «Ma che vuoi dire?» le chiese e lei prese il cellulare, tolse la modalità aerea e se lo mise all'orecchio.
Quello di Zayn squillò e lui lesse il nome: "mamma". Allora capì subito e la guardò. «Quando l'hai cambiato?»
«Mentre eravamo in macchina» spiegò lei, entrando nella sua auto.
Zayn era senza parole, fece una risatina nasale e la seguì. «Sei un genio»
Lei fece spallucce. «Lo so»

L'auto di Zayn si fermò nel piccolo parcheggio di un piccolo ristorante nella periferia di Lakewood. Era in mezzo a tanti alberi e l'atmosfera era bellissima.
Lolo scese dall'auto e si guardò intorno. «Wow»
Zayn la seguì, sorridendo. «Sono contento che ti piaccia» disse e le prese una mano. «Vieni»
La condusse dentro al locale - era un piccolo ristorante rustico, con i tetti in legno come i tavolini. I colori erano tutti derivanti dal marrone e questo aiutava a far sembrare il locale un luogo accogliente.
Sembrava uno di quei locali che si vedono di tanto in tanto vicino ai boschi, per i viaggiatori.
Zayn scelse per lui e per Lolo un tavolo vicino ad una vetrata. «Non è un ristorante di lusso, ma è al sicuro, qui non ci troverebbero»
Lolo sorrise. «È bellissimo» disse, «ho sempre amato questo stile»
«Però c'è un problema» disse lui. «conviene ordinare subito perché sono un po' lenti in cucina».
«Oh, va bene» rispose lei prendendo il menù in mano. «ma abbiamo tutto il tempo che vogliamo» sorrise.
«Sarebbe meglio usarlo per chiacchierare, no?» propose lui e lei fu d'accordo.
Il cameriere, più tardi, annotò le loro ordinazioni. «Bene. E da bere cosa vi porto?»
«Oh, per la signorina...» disse Zayn, incitandola con lo sguardo a parlare.
«Dell'acqua frizzante, grazie» sorrise gentilmente lei al cameriere.
Anche Zayn sorrise. «Per me invece della birra»
Dopo che avevano ordinato, il cameriere si allontanò, lasciandoli soli un'altra volta.
Zayn la guardò, mentre lei non riusciva a togliersi quel sorriso dal viso. «Acqua frizzante, eh?»
«La mia preferita» disse lei.
Il cameriere tornò, posò la bottiglia d'acqua sul tavolo e porse il boccale di birra a Zayn, per poi sparire nuovamente.
Lui versò l'acqua nel bicchiere di lei e lei lo ringraziò. «I tuoi amici conoscono questo posto?» gli chiese lei.
«No» disse lui bevendo la sua birra. «nessuno sa di questo posto. Devi sapere che quest'anno spesso sono sparito per qualche giorno, mi capitava molto spesso, a dir la verità.»
«Perché?»
Lui fece spallucce. «Volevo stare da solo. Mi capita di sentirmi troppo oppresso dalla vita di Lakewood e quest'anno ho escogitato di sparire ogni tanto»
«E la scuola?»
«Ho contato le assenze, sono a posto» spiegò e lei annuì. «Ad ogni modo, sono sempre venuto qui. Si chiama L'anima solitaria, pensa un po', proprio perché non sono l'unico che viene a cercare tranquillità qui. Questo locale ha cinque camere da letto al piano di sopra e io ne ho affittata una.»
«Scusa, ma dove prendevi i soldi?» chiese lei curiosa.
Lui piegò la testa. «Beh...»
«Oh, hai ragione, scusa» disse lei.
«Non c'è problema, non preoccuparti, non li ho mica rubati. Lavoravo qui per saldare il debito. Ormai mi conoscono, hanno più o meno capito la situazione.»
Lolo sorrise; appoggiò i gomiti sul tavolo e intrecciò le mani. «Sai una cosa?» gli chiese. «È quello a cui ho sempre pensato io.»
«Scappare?» chiese lui corrugando la fronte, mentre lei sorrideva ancora.
«Sì. Insomma, scappare, lasciarsi tutto alle spalle, stare per un po' da sola e godersi degli attimi come se il mondo fosse in pausa. Tornerei a casa, sì... Ma quanto deve essere bello staccare tutto per un po'?» fantasticò lei.
Zayn la guardava, era incredulo. «Scapperesti mai da sola?»
Lei guardava lontano, immaginandoselo. «Da sola? Forse.» rispose e lo guardò negli occhi. «Ma con te sì.»
A quel punto Zayn non riuscì a trattenere un sorriso. «Perché con me sì?»
«Per me è difficile fare dei cambiamenti, Zayn» ammise lei. «ma se portassi con me una parte di qualcosa che mi ricordi chi sono, allora sarebbe più facile.»
Zayn la guardava, la ammirava. «Sei incredibile. Non sei spaventata, è come se non ti facesse paura niente»
«Ti sbagli, Zayn» disse. «Ci sono tante cose che mi fanno paura»
«Ad esempio?»
«I cambiamenti... Il perdere quello che ho...» man mano ci pensava e il suo sguardo si perdeva nel vuoto. «Sono tutte cose che mi fanno perdere l'orientamento e che mi portano a chiedermi: "E io sono sempre la stessa?", "Che ne sarà di me?".»
Lui l'ascoltava e pensava che ogni parola che potesse dire fosse superflua.
«Per questo mi piace stare da sola» continuò lei. «per ricordarmi sempre di chi sono, per ripetermelo. E forse è anche per questo che non parlo molto»
«Tieni sempre tutto per te» osservò Zayn e lei sorrise.
«Sì, è così. Ed è anche per questo che riesco a mantenere i segreti» disse. «quando stai in silenzio impari a gestire le espressioni del viso e puoi ingannare chiunque, e il tuo segreto rimarrà sempre al sicuro»
Sul viso di Zayn adesso c'era un velo di preoccupazione. «Adesso ho paura, però»
«Di cosa?»
«Che tu stia ingannando anche me» ammise, completamente immerso in quel discorso.
Lolo sorrise. «Ti ho già detto, Zayn, che ci sono persone con cui non puoi fingere.» mormorò. «Perciò fidati di me.» gli disse e lui la guardò a lungo, ma gli occhi di lei erano troppo sinceri e Zayn non riusciva a non crederle.
«Sai una cosa?» disse lui. «Nonostante questa tua abilità nel mentire mi faccia paura, è ammirevole. È un talento»
Lei ridacchiò. «La uso solo per mettere delle barriere tra me e la gente, per nascondere la vera me.»
«Ma non è brutto?» chiese lui. «O pericoloso?»
Lolo sorrise. «Alle persone non importa chi hanno davanti, a loro interessa solo di non essere ferite. Se ti comporti bene con loro, non si faranno mai domande su di te. Invece ci sono persone che potrebbero usare ciò che sanno contro di te. Non è pericoloso, serve per prevenire. Non è brutto perché nel frattempo l'unico che non dimenticherà mai chi sei davvero sei tu.» spiegò lei. «Io so chi sono, Zayn, e non l'ho mai dimenticato.»
Lui le sorrideva. «Sei così misteriosa mentre parli»
Lei, allungando la mano, prese il suo boccale di birra e bevve un po'. «Le cose misteriose non annoiano mai» sorrise, «mi piacciono».

Lollipops. | z.m.Where stories live. Discover now