Chapter thirteen: stupid boy, unpredictable girl.

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Lolo Adams se ne stava sul suo letto, in casa da sola, a rischiare una crisi di nervi. Era immersa in una di quelle noie mortali da cui è difficile uscire. In più faceva un caldo assurdo.
Stava pensando di chiamare Grace, quando ricevette un messaggio da un numero sconosciuto.

"Hey, ciao, ci possiamo conoscere?"

"Chi diavolo sei?"

"Un ragazzo, credo di piacerti"

"Tu sei malato!"

"Andiamo, Lola! Non fare la scontrosa con me!"

A quel punto Lolo capì di chi si trattasse.

"Zayn, sei un idiota."

"Sei simpatica anche tu, grazie"

"Perché ti piace darmi fastidio?"

"Perché a te piace che io ti dia fastidio"

"Quale cretina lo vorrebbe?"

"Ehm... Tu?"

"Fottiti."

"Scherzi a parte, su. Devo vederti."

"Per quale motivo?"

"Vuoi o no la tua maglietta?"

"Tu che dici?"

"Allora fa' meno domande. Sono da Finnegans."

"Quando posso avere la maglia?"

"Vieni qui alle quattro"

"Va bene"

Alle quattro del pomeriggio, Lolo Adams entrava nella sala da bowling Finnegans, isolata come non mai. Lì dentro ci stava solo quel rompiscatole che stava facendo uno strike.
«Wow, ma che bravo» commentò lei andandogli vicino.
Lui si voltò e le sorrise. «Vedi? Non sono un perdente»
«Già, lo sei solo quando ti distrai a guardarmi» rispose lei, facendo un sorrisetto malizioso.
Lui annuì. «Già, e per colpa tua oggi Toby si è incazzato con me»
Lei corrugò la fronte. «Chi è Toby?»
«Il capitano»
«Ah, e quindi hai dato la colpa a me? E quale scusa hai usato con lui? "Una ragazza col rossetto che mangia lecca-lecca non si vede tutti i giorni"?» gli domandò. Scosse la testa. «Lascia perdere, dov'è la mia maglia?»
Lui fece spallucce. «Non l'ho ancora presa»
Lei si mise le mani ai fianchi. «Mi hai detto che potevo averla alle quattro»
«No, io ti ho detto di venire alle quattro»
Lei sgranò gli occhi, poi li chiuse e sospirò. «Sei insopportabile»
«Ti faccio perdere la pazienza, non è vero?» sorrise lui.
«Già»
Zayn si avvicinò a lei e le sussurrò: «Ed è una cosa buona, non è vero?»
Lolo aprì gli occhi e sorrise. «Sì, lo è»
Lui sorrise. «Poco fa volevi darmi un pugno e ora mi dici che ti piace se ti dò fastidio. Sei proprio imprevedibile»
«E tu sei uno stupido. Non ho detto che mi piace, solo che è una cosa buona»
«E questo che significa?»
«Significa che se provo qualcosa nei tuoi confronti significa che tu hai un valore per me. Se non mi importasse niente di te, a quest'ora non mi daresti nemmeno fastidio perché ti starei ignorando.»
Lui cercò di seguire il discorso e infine annuì. «Okay, bene»
Anche lei annuì. «Bene.»
Zayn si cambiò le scarpe e le chiese di seguirla fuori dal locale. «Vieni con me»

L'auto di Zayn si fermò di fronte ad un negozio di abbigliamento.
«Che ci facciamo qui?» chiese Lolo.
Zayn fece spallucce. «Volevo comprarti qualcosa. Puoi scegliere quello che vuoi»
Lei lo guardò male. «È un modo per dirmi che mi hai rovinato la maglietta?» chiese. «Fantastico»
Lui sbuffò. «Ma che ti importa di quella stupida maglietta?»
«È la mia maglietta, okay? E mi hai pure detto che mi stava bene» protestò la ragazza.
«Sì ma ti sto chiedendo di fare shopping con i miei soldi. Qualunque ragazza ne sarebbe entusiasta!» disse lui, sicuro delle sue parole.
Lei si sentì ferita; lo guardò negli occhi. «Sì ma io non sono "qualunque ragazza"»
Zayn rimase a guardarla, sapeva bene che non fosse come le altre. 'Dio, ma che diavolo le prendeva?
Lui si piegò sui sedili posteriori e tirò fuori un pacchetto, porgendolo a lei.
«Cosa è?» chiese lei aprendolo.
«La tua maglietta» disse lui semplicemente.
Lei la aprì. «Ma è pulita!» disse. «Ma allora perché mi hai portata qui?»
«Perché a volte sono antipatico con te e volevo farmi perdonare» spiegò e lei lo guardò. «E perché volevo infilarmi nel tuo camerino mentre provavi i vestiti»
Lei gli diede uno spintone, ed entrambi scoppiarono a ridere.
«Tu sei...» fece per dire lei ma non seppe cosa dire.
Zayn lo capì, in qualche modo capì cosa volesse dire e sorrise. «Penso la stessa cosa di te» disse e risero di nuovo.
Poi lei abbassò lo sguardo. «Davvero Toby ti ha rimproverato per la partita?»
«Beh, sì» ammise. «ma non devi preoccuparti. Mi basta alzare la voce per farlo smettere»
«Ma oggi devi non averlo fatto, a giudicare da come eri nervoso» osservò lei.
«Non ero dell'umore giusto» spiegò.
«È per questo che hai saltato gli allenamenti con Cara?» chiese Lolo.
Lui la guardò e sorrise. «Pensi che ci sia qualcosa tra noi due?»
«Non ho mai detto questo» ammise lei.
«Sei gelosa?» rise.
Lei sgranò gli occhi. «Cosa?! Ma no! Ti conosco solo da cinque giorni, come potrei essere gelosa?»
Lui fece spallucce. «A volte non serve un motivo per essere gelosi»
«Non sono gelosa» ripeté lei. Zayn la fissò a lungo.
«Okay» disse lui infine. «ti credo»
Lei annuiva. «Ecco, bravo»
Lolo Adams si scartò un lecca-lecca e se lo mise in bocca.
«Dove andiamo allora?» le chiese lui e lei rispose facendo spallucce.
«Non ne ho idea»
Lui annuì, guardando di fronte a sé. «Fantastico»
Mentre assaporava il suo lecca-lecca, Lolo abbassò lo sguardo sulla sua maglietta pulita e voleva ringraziarlo davvero; aveva paura di essere sembrata troppo scortese.
«Andiamo da me» disse lei. Zayn non se lo aspettava; sorrise tra sé e per un momento non seppe cosa fare.
«D'accordo, dove abiti?» le chiese e lei glielo disse.
Durante il tragitto lei rimase in silenzio a gustare il lecca-lecca alla ciliegia, mentre lui iniziava a fantasticare su come potesse essere la sua camera.

Lollipops. | z.m.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora