Chapter eighteen: drunk.

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Dopo la terza bottiglia di birra, Zayn Malik aveva un po' di difficoltà a distinguere i volti.
«Ti accompagno a casa» aveva detto a Lolo, ma lei - per fortuna - ebbe una proposta migliore.
Lo fece sedere al posto del passeggero.
«Ma che fai?» le chiese lui, chiudendo gli occhi.
«Guido io» rispose lei, mettendosi al volante.
«Che cosa?» chiese, incapace di muovere un muscolo. «Non se ne parla»
«Non ti lascio guidare in queste condizioni» insistette lei e mise in moto.
Zayn si stropicciò gli occhi e bevve un po' dell'acqua che teneva sui sedili posteriori, e si sedette dritto per cercare di svegliarsi.
«Allora» disse lui. «tu non guidi, lascia stare»
«Solo perché non guido, non significa che non abbia la patente» osservò Lolo e Zayn la guardò.
«Ma non ha senso!»
Lei annuì. «Sì, invece. L'ho presa a sedici anni e mio padre doveva comprarmi la macchina, ma poi abbiamo litigato perché mi sono comportata male»
Lui alzò le sopracciglia. «Lolo Adams che si comporta male? Che hai fatto? Hai mangiato troppi lecca-lecca?»
Lei si mise a ridere. «È scioccante che tu pronunci il mio nome bene da ubriaco mentre da sobrio non ci riesci»
Lui si mise a ridere. «Lola Addams»
Lei alzò gli occhi al cielo, ma rise comunque. «Sei il solito scemo»
Zayn accese la radio e si appoggiò la testa sulla spalliera, chiuse gli occhi e iniziò a cantare; a Lolo veniva da ridere, perché sbagliava un sacco di parole.
Lui se ne accorse dopo un po' e si mise a ridere. «Smettila» le disse, mettendole una mano sul braccio come se avesse voluto darle una pacca, ma non ne aveva le forze.
«Sei più divertente da ubriaco» disse lei.
Lui fece una smorfia. «Nah, non è vero» rispose. «sappiamo entrambi che ti piace quando ti infastidisco»
«Allora lo ammetti»
Lui portò la mano sulla coscia di lei e la strinse leggermente. «Non l'ho mai negato»
Lolo si guardò le gambe e si sentì un tantino a disagio; perciò cambiò discorso. «Come ti senti?»
«Mh, sono un po' confuso, mi sento la testa pesante» spiegò, stropicciandosi gli occhi.
Lolo si rese conto che non poteva lasciarlo solo a guidare fino a casa. «Dove abiti?»
«Perché vuoi saperlo?»
«Non posso?» gli chiese e lui le diede l'indirizzo; perciò Lolo guidò fino a casa sua, mentre lui diceva parole senza senso una dopo l'altra.
Quando aveva iniziato a parlare di conigli, Lolo parcheggiò l'auto e scese, fece il giro e cercò di tirarlo fuori dall'auto.
Ma a quanto pare Zayn non voleva. «Dai, facciamo un altro giro in auto» diceva e Lolo pensò se nella bottiglia d'acqua ci fosse anche dell'alcol.
Lei si sporse dentro per slacciargli la cintura ma lui la tirò e la fece cadere su di sé; la strinse al suo petto e appoggiò la testa sulla sua spalla. «Dai, dormiamo, è così comodo qui»
Lolo non riuscì a trattenere le risate. «Scommetto che il tuo letto è più comodo, su.»
Lui fece una smorfia. «Mi secca vedere mia mamma»
«Sono le due di notte, penso che stia già dormendo» spiegò lei ma lui non voleva sentirne parlare, non voleva allentare la presa. «Zayn? ZAYN?!»
Lui sussultò. «Che c'è? Non urlare, ho sonno»
Allora Lolo iniziava a sentirsi stanca, perciò raccolse le sue forze e si liberò dalla sua stretta, e con uno strattone lo sollevò in piedi.
Zayn si appoggiò alla macchina e fece per addormentarsi sullo sportello. Lolo chiuse la macchina e si mise un suo braccio attorno alle spalle, trascinandolo fino alla porta.
«Dove tieni le chiavi?» gli chiese.
«Nel mazzo dove c'è quella della macchina, perché?»
Lolo rise e aprì la porta, e lo portò dentro.
«Vuoi mangiare qualcosa?» gli domandò.
«No, però se vuoi puoi ordinare la pizza, mi va un po' di pizza» rispose. «Vuoi ordinare la pizza? A te piace?»
Si mise a ridere. «Non penso che a quest'ora potremmo trovare una pizzeria aperta»
«Allora possiamo andare in camera mia, lì ci sono tante pizze» disse lui annuendo e Lolo dovette mettersi una mano sulla bocca per non fare troppo rumore.
«Va bene, allora andiamo in camera tua» gli rispose e salirono le scale, con molta difficoltà perché Zayn non aveva un ottimo equilibrio.
La camera di Zayn era l'ultima e Lolo entrò, chiudendosi la porta alle spalle, e lo portò sul suo letto per farlo sedere.
«Ma io voglio andare a mangiare la pizza» disse lui. «mi compri i popcorn se andiamo al cinema?»
Lolo non sapeva cosa rispondere, perciò trattenne una risata e disse: «Va bene, sì, te li compro»
Allora Lolo si sentì costretta a fare qualcosa ma c'era solo una possibilità; chiamò Grace al cellulare, che rispose subito.
«Hey, Lolo, dimmi»
«Che stai facendo?»
«Sono fuori, sono uscita con una mia cugina che è arrivata oggi pomeriggio dal Canada. Perché?»
Lolo guardò Zayn e vide che stava dondolando su se stesso, e sospirò. «Ho bisogno di un favore»
«Dimmi tutto»
«Tua madre rimane sveglia ad aspettarvi?»
«No, perché?»
«Devi dormire con la porta chiusa a chiave» disse. «Fingi che dormo con te, e domani mattina aspetta che lei esca prima di aprire la porta oppure le dici che sono andata via presto»
«Va bene, ma... che diavolo stai combinando?» chiese curiosa Grace.
Lolo sospirò. «È troppo difficile da spiegare»
«Domani vieni da me e mi racconti tutto, promesso?»
«Promesso. Devo andare adesso, grazie per il favore»
«Figurati, buonanotte»
Quando riattaccò, mandò un messaggio alla madre: "Sono uscita con Grace e sua cugina, dormo da lei. Buonanotte".
«Hey, ma la pizza?» le chiese Zayn e lei si mise a ridere.
«Tra un po' arriva»
Zayn si stropicciò gli occhi e aprì un cassetto del suo comodino, da cui tirò fuori un pacco di patatine e iniziò a mangiarle.
Nel frattempo Lolo si accorse di un tappeto grande ai piedi del letto e lo trascinò a sinistra di quest'ultimo, accanto alla finestra e si sedette.
«Lolo, puoi farmi un the?» le chiese Zayn.
Lei pensò che fosse una buona idea fargli ingerire qualcosa e si alzò. «Va bene, ma vieni con me»
Lo tirò su in piedi e lo portò di sotto, con più facilità rispetto a prima. In cucina lo fece sedere ad un bancone e gli preparò il the che aveva chiesto; nel frattempo lui continuava a mangiare qualcosa cercando di far passare la sbronza.
«Tieni il tuo the» gli disse poi. «Al limone»
«Grazie» disse lui e iniziò a sorseggiarlo, ma si bruciò. «Ahi!»
Lei scoppiò a ridere. «Sei scemo»
«E tu sei gentile, eh» disse, e soffiò sul the.
Lei si sedette di fronte a lui. «Allora? Come ti senti?»
«Con un gran mal di testa» spiegò e bevve il the. «È caldo»
«Ma non mi dire» disse lei e lui alzò lo sguardo verso di lei, e poi si mise a ridere.
«Sono ancora un po' rincoglionito» disse e bevve. «non raccontarlo a nessuno»
«Che cosa?»
«Sono sicuro di aver detto cose assurde, non farmi fare brutta figura» le chiese.
Lolo gli sorrise. «Sta' tranquillo, so mantenere i segreti»
Lui sorseggiò il the e chiuse gli occhi. «Porca troia, mi sento in un'altra dimensione»
«Vuoi che ti porti a letto?» gli chiese lei.
«Sì, finisco il the» Zayn lo bevve tutto. «Puoi mettere la tazza nel lavandino?»
Lolo si alzò e fece come lui le aveva chiesto; poi lo aiutò a mettersi in piedi e tornarono nella camera di lui.
«Sdraiati, su» gli disse ma lui si mise seduto sul letto.
«Sulla sedia dovrebbe esserci una maglietta» disse e Lolo gliela porse.
Zayn iniziò a sbottonarsi la camicia ma non ci riusciva, non riusciva a coordinare le mani per quanto si sentisse confuso.
«Ti prego, aiutami» disse lui e Lolo si voltò a guardarlo.
«Cosa c'è?»
«Mi... mi togli la camicia?» le chiese, chiudendo gli occhi; sembrava che stesse per addormentarsi.
Lei si avvicinò e si inginocchiò di fronte a lui, iniziando a sbottonargli la camicia, mentre lui si appoggiava i gomiti sulle ginocchia; man mano che la camicia si apriva, sbucavano dei tatuaggi.
«Quanti tatuaggi» osservò lei sorridendogli.
Gli aprì la camicia e il suo corpo le era sembrato un'opera d'arte. Guardò Zayn, che teneva ancora gli occhi chiusi, e sfiorò il suo petto con i palmi; poi però li ritirò subito e gli sfilò la camicia, la posò sul comodino e, quando prese la maglietta, vide che Zayn la stava guardando.
«Che c'è?» gli chiese.
«Non... Non sono sicuro di averti detto tutto su di me»
Lolo strinse le labbra. «A dire la verità, non mi hai parlato di te. So solo quello che ho visto io, e cioè che sei un gran rompiscatole» rise lei e lui sorrise, perché non aveva le forze per imitarla.
«Sì ma non ti ho detto una cosa importante, e non voglio che tu ti faccia un'idea sbagliata di me» mormorò lui.
Lolo corrugò la fronte. «Non capisco. C'entra Cara?»
Lui corrugò la fronte. «Perché ce l'hai con Cara stasera?»
«Non ce l'ho con lei, ma credo che lei abbia qualcosa contro di me. È come se io non sapessi abbastanza»
«Non si tratta di lei»
«Va bene. Allora quanto è importante?»
Lui prese la maglietta dalle mani di lei e la indossò.
«Zayn?» lo richiamò Lolo.
«Che c'è?»
Lei fece spallucce. «Allora?»
Zayn appoggiò i gomiti sulle ginocchia e la guardò. «Sono attratto da te»
Lolo ne rimase colpita, lo guardò e in quel momento si sentì in imbarazzo, quasi impaurita.
Lui se ne accorse e le strinse il braccio con una mano. «Non volevo spaventarti»
«N-no, è solo che...»
«Sono sempre io» disse lui. «Non è... Non è cambiato niente»
Lolo pensò che fosse meglio parlarne il giorno dopo. «Ne parliamo domani. Cerca di dormire, stai male»
Zayn non se lo fece ripetere due volte, si sdraiò e in pochi minuti si addormentò.

Lollipops. | z.m.Where stories live. Discover now