4. AMICI PER SEMPRE

381 30 8
                                    

Emily POV

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Emily POV

30 settembre 1979

Sempre insieme. Ce l'eravamo promessi il giorno in cui realizzai che Kai veniva picchiato da suo padre.

Avevamo 9 anni. Era uno di quei pomeriggi di inizio autunno in cui il sole iniziava a far filtrare dei riflessi particolari tra le foglie e c'era un pò di vento che faceva tintinnare quegli oggettini chiamati scaccia spiriti che avevamo in veranda.
L'avevo sempre trovato parecchio ironico dato che il mio unico amico era uno stregone.

Il giorno prima ci eravamo accordati di incontrarci al "nostro" albero per poi fare una spedizione nei boschi.

Arrivai all'albero e mi ci arrampicai sopra sedendomi su un ramo, in attesa.
Lui di solito era già lì ad aspettarmi ma quel giorno tardava ad arrivare.
Iniziai un pò ad agitarmi ma per avere un pò di pace decisi di concentrarmi sul panorama attorno a mene sugli uccellini che cantavano.

Arrivò dopo un'eternità trascinando i piedi a passo lento e si arrampicò sull'albero a testa bassa, come se fosse afflitto da qualcosa.
Appena lo vidi capii da cosa.
Aveva un sopracciglio tagliato e il labbro spaccato. Il suo sangue aveva sporcato la maglietta.
Portai le mie mani alla bocca a quella vista: vederlo conciato così mi fece inorridire.
-Cosa ti è successo?- chiesi spaventata.
-Se te lo racconto non te ne vai?-
Scrollai la testa e lui sospirò prima di iniziare a parlare.
-Ti ho detto che sono uno stregone...ma...quello che non ti ho detto è che non sono come gli altri...ho un problema...-
Pendevo dalle sue labbra mentre stava un attimo in silenzio cercando di formulare le frasi.
-Non ho i miei poteri...nel senso...io la magia devo rubarla agli altri per poter fare gli incantesimi!-
Abbassò lo sguardo per la vergogna.
-E quindi?- gli domandai.
Non capivo quale fosse il problema.
-E quindi i miei genitori e mia sorella mi odiano. Mio padre dice che sono un ab...abominio.- disse tutto d'un fiato.
-Ma non è vero!- gridai io in preda alla rabbia. Io sapevo che lui non era un abominio.

Saltò giù dall'albero e prese a correre, io gli stavo alle calcagna.
Ci inerpicammo su per i sentieri, ci inoltrammo nei boschi, lui davanti e io dietro.
Arrivammo infine in una radura in cui c'era una cascata che formava un laghetto. Era un posto stupendo e ne fui meravigliata.
Lui andò a sedersi su un sasso alla riva del laghetto.
Nella mia mente continuavo a risentire le sue parole.

Abominio. 8 lettere.

abomìnio (o abbomìnio) s. m. [der. di abominare]. [sentimento di chi ha in orrore o detesta qualcosa o qualcuno: abominazione, aborrimento, avversione, disgusto, disprezzo, esecrazione, odio, repulsione, ripugnanza. 2. (estens.) a.stato abominevole: disonore, ignominia, infamia, vergogna, (lett.) vituperio. b. persona detestabile: essere l'a. della famiglia: disonore, onta, pecora nera, vergogna.

-Non dovrai mai credere a quello che ti dicono.-
Lui annuì torturandosi l'orlo della maglietta e guardando per terra.
Andai a sedermi accanto a lui e iniziai a lanciare i sassolini nel lago.
-Mi piace qui.- dissi guardando l'acqua che si increspava non appena i sassi venivano a contatto con la superficie.
Dopo un pò lui cominciò a sua volta a lanciare i sassi.
Mi voltai verso di lui.
-Prometti che non permetterai a nessuno di farti credere che sei un abominio?- gli dissi a bassa voce.
Lui annuì e si girò verso di me prendendo la mia manina nelle sue.
-E tu prometti che saremo amici per sempre?- mi chiese.
Alzai il mignolo e lui lo fece a sua volta incastrandolo col mio.
-Prometto.- dissi convinta.
Sul suo viso apparve un sorriso che venne poi sostituito da una smorfia di dolore. Il labbro doveva fargli davvero male. Lo guardai per bene e vidi che tutto il sangue si era incrostato.
Presi un pò d'acqua tra le mani e iniziai a pulirlo dal sague che aveva in faccia, cercando di non toccare dove non c'erano i tagli. Non sopportavo di vederlo sporco di sangue.
Sentii una rabbia incontrollabile crescermi dentro e presto mi accorsi di stare piangendo.
Lo pulivo e piangevo.
-Perché piangi Ems?- mi chiese lui confuso toccandomi una guancia con l'indice.
-Perché sei mio amico e se stai male tu sto male anche io.- risposi singhiozzando.
Dopo aver finito di pulirlo mi appoggiai con la testa alla sua spalla.
-Torniamo qui domani?-
Lui annuì.
-Torniamo qui ogni giorno.-

NEMESI - Le due metàWhere stories live. Discover now