45. IL MIO NUOVO TARGET

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15 giugno 1989

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15 giugno 1989

Kai POV

Emily non mi permise di renderle la vita un inferno come avevo programmato. Non me lo permise perché dopo quella sera diventò schiva e sfuggente, quasi volesse evitarmi.
Se le capitava accidentalmente di incrociare il mio sguardo nei corridoi mi guardava come una bestia selvatica in trappola e spariva alla velocitá della luce.
La veritá é che a quel punto non sapevo assolutamente cosa inventarmi e la scuola sarebbe finita a giorni.
Davanti a me, la prospettiva di un'intera estate a casa senza Emily.

30 agosto 1989

L'estate era passata, lenta e noiosa. La routine delle mie giornate senza Emily si limitava al fatto di uscire dal letto alle 12.30 quando in casa non c'era nessuno, andare al supermercato a rifornirmi di cibo spazzatura, camminare fino al laghetto con un sufficiente quantitativo di erba per rincoglionire un elefante e rimanere lì fino a sera a sfondarmi di canne e di cibo.
Quando diventava buio tornavo a casa e spesso e volentieri le prendevo da mio padre, cosa che non faceva altro che accrescere il mio desiderio impellente di liberarmi della mia famiglia. Poi, andavo a dormire.
Mi annoiavo senza Emily e non facevo altro che chiedermi come passasse il suo tempo dato che non la vedevo mai, nemmeno per sbaglio. Probabilmente se lei fosse stata con me, la routine sarebbe stata esattamente la stessa, ma in sua compagnia tutto assumeva un diverso sapore.
Comunque, le vacanze ormai erano giunte al termine e cosí la mia routine di noia e autodistruzione.
Pioveva quella sera. Pioveva un sacco. Era come se l'inizio imminente della scuola si fosse portato via l'estate tutta d'un colpo.
Ero alla finestra e contavo le gocce di pioggia cercando di impedire a me stesso di uccidere tutti i membri della mia famiglia, quando notai un movimento nella finestra di fronte.
Era lei. A giudicare dall'orario doveva essere tornata da poco dalla lezione di danza.
Infatti, si mise a disfare il borsone e immediatamente sparí. Sicuramente a quel punto sarebbe andata a farsi una doccia e mi sorpresi a stringere il davanzale della finestra per evitare di pensarla in quel frangente.
Rimasi lì impalato come un vero stalker in attesa che tornasse.
Tornò dopo mezzora.
Aveva i capelli legati in uno chignon disordinato il quale ospitava una matita al suo interno e indossava una tuta grigia tre volte più grande di lei.
Accese la luce della scrivania e si sedette poggiandoci sopra un libricino rosso, chiuso da un lucchetto dorato.
Lo aprí e si mise a scrivere, lo fece a lungo.
Poi, spense la luce e la stanza piombò nell'oscurità.
Mi ridestai dal mio stato di trance e un sorrisetto fece capolino sulle mie labbra.
Un diario. Ems teneva un diario. Morivo dalla curiosità di scoprire cosa ci fosse scritto. Chissá se in quelle pagine c'era posto anche per me?
Quell'innocuo libricino rosso a quel punto era il mio target.

NEMESI - Le due metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora