10. SI, RICORDO CHE ABBIAMO PROMESSO.

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Emily POV

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Emily POV

9 gennaio 1986

Quel giorno Kai non era venuto a scuola. Mi sembrò strano dato che veniva obbligato ad andare a scuola anche quando aveva la febbre ma non ci pensai troppo.
Se lui non era nei paraggi almeno avrei potuto pensare alla mia vendetta.
La sera prima aveva nevicato e avrei tanto desiderato uscire di nascosto a tirarci palle di neve come facevamo sempre una volta. Purtroppo ormai non ci era più possibile farlo e allora rimasi semplicemente ferma alla finestra a guardare i fiocchi cadere e chiedendomi cosa stesse facendo Kai. Eliza mi chiamò più volte per cenare ma non avevo assolutamente fame. In quel periodo faticavo sempre a mangiare. Alla fine si arrese e mi lasciò in pace.

Comunque, dopo la giornata di scuola decisi di tornare a casa a piedi perché avevo voglia di camminare nella neve e in tal modo avrei ritardato il più possibile il mio ritorno a casa.

Arrivai nella mia via quando iniziava a far buio.
Non so perché ma qualcosa mi trattenne un attimo davanti a casa di Kai. Iniziai ad osservarla e all'improvviso dentro a una finestra vidi delle ombre. Mi si accapponò la pelle: avrei scommesso la mia vita che si trattava di Joshua che picchiava Kai.
Non riuscii piú a ragionare, mi fiondai a corsa nel loro giardino arrancando nella neve e salii gli scalini che portavano alla veranda.
Pregai mentalmente che la porta fosse aperta.
Da lì potevo sentire chiaramente il rumore delle botte. Qualcuno urlava ma non era Kai, la voce era di una donna.
Mi venne da vomitare.
Dopo un attimo di esitazione spinsi la maniglia, che con mio grande sollievo si abbassò permettendo alla porta di aprirsi.
-Basta papà così lo ammazzi!- la voce disperata di Josette arrivò alle mie orecchie mentre entrai in casa.
4 teste si voltarono di scatto verso di me.
Kai era steso a terra, il sangue era ovunque. Provò a parlarmi ma non emise alcun suono.
Suo padre in piedi davanti a lui e si stava sfilando la cintura, probabilmente per completare la sua opera.
Josette piangeva e mi guardava terrorizzata, sua madre ferma in un angolo con gli occhi che mi puntavano senza mai staccarsi da me. Gli occhi erano gli stessi di Kai.
-Che cosa ti avevo detto ragazzina?- tuonò lui rivolto a me.
La sua voce mi scosse dai miei pensieri.
-Lascialo stare.- tentai di far sembrare la mia voce più coraggiosa che potessi anche se stavo morendo di paura.
Ma non per me, per Kai.
Josette emise un singhiozzo quando vide il padre prendere in mano la cintura.
Poi, andò tutto al rallentatore.
Vidi Joshua alzare la cintura in aria, vidi Kai che inspirava preparandosi al colpo senza staccarmi gli occhi di dosso.
E vidi me, che, come presa da un riflesso istintivo corsi tra Kai e suo padre.
Poi, fu un attimo.
La vista diventò nera e un dolore lancinante sulla metà destra della mia faccia mi fece cadere indietro.

Kai POV

Capii cosa stava per fare Emily quando vidi mio padre alzare la cintura.
Il suo sguardo cambiò all'istante e non sembrava più impaurita, no, sembrava posseduta da una strana forza che stava guidando le sue decisioni.
Avrei voluto fare qualcosa per impedirglielo ma in quel momento non riuscivo a muovermi e inoltre andò tutto troppo veloce.
Un attimo prima lei era in piedi tra me e mio padre, un attimo dopo era a terra di fianco a me con la faccia aperta in due. Aveva gli occhi chiusi e non si muoveva. Probabilmente era svenuta.
Alzai lo sguardo verso mio padre che guardava Emily incredulo.
Mia sorella urlava ma mi arrivava tutto attutito.
Mio padre fece per chinarsi su Emily e al solo pensiero che lui potesse avvicinarsi a Ems, sentii che la rabbia mi cresceva dentro. In uno sforzo sovrumano mi alzai e andai verso di lui. Lo spinsi via e mentre lo spingevo riuscii a rubargli la magia. Finalmente iniziai a sentirmi in forze. Dopo una giornata a prendere botte avevo decisamente bisogno di qualcosa per rimettermi in piedi.
Comunque, ora la prioritá era Emily.
-State. Tutti. Lontani. Da. Lei.- ringhiai rivolto a loro.
Poi andai verso Ems e la presi in braccio. Il sangue continuava a colarle dalla faccia e mi sentii tremendamente in colpa. Lei ora stava così perché aveva cercato di difendermi.
Mi smaterializzai dal salotto di casa e arrivammo alla cascata.
Iniziai a curarle il taglio che aveva in faccia e mi ci volle talmente tanta energia che dal mio naso iniziò a colare sangue. Nel momento in cui iniziai a sentirmi svenire, lei riprese il suo colorito e aprì gli occhi guardandosi attorno confusa.
Fu un sollievo immenso.
-Come stai?- chiesi prendendole il viso tra le mani e ispezionandola per vedere se ero riuscito a guarirla senza lasciare segni.
Guardò spaventata il mio naso e allungò la mano per pulirmi il sangue.
-Ho mal di testa ma bene...credo? E tu?- chiese iniziando a scrutarmi da capo a piedi.
Feci un sospiro perché iniziai a essere arrabbiato per ciò che aveva fatto.
-Sei impazzita? Poteva ammazzarti!- le urlai facendola trasalire.
-Stava ammazzando te!- alzò la voce anche lei.
-Che ti importa? Sono mesi che mi eviti!-
Sembrò rimanerci male e gli occhi le si riempirono di lacrime.
-Cosa c'é?- chiesi esasperato.
Vidi che stava combattendo una battaglia contro se stessa.
Le lacrime iniziarono a uscire dai suoi occhi e desiderai abbracciarla o cercare di sistemare ciò che la faceva sentire così.
Si guardò attorno prima di puntare i suoi occhi nei miei.
-Tuo padre mi ha minacciata! Ha detto che se...ha detto che se avessimo continuato a vederci, lui...-
Scoppiò a piangere e si lasciò cadere su un sasso prendendosi la testa tra le mani.
Mio padre.
Era ovvio che doveva esserci il zuo zampino.
Inspirai profondamente per evitare di fare qualcosa di cui avrei potuto pentirmi, tipo andare a casa e ammazzarlo con le mie mani.
Mi concentrai su Emily.
-Se ti fosse successo qualcosa per colpa mia io non...e poi stasera quando ho sentito che ti stava facendo male non ho più ragionato...e ora che mi sono messa tra voi magari...lui farà ciò con cui mi ha minacciata...- tentò di parlare ma non ci riusciva perchè piangeva troppo.
Mi sedetti accanto a lei e le misi un braccio attorno alle spalle tirandola a me.
-Sshh.- sussurrai accarezzandole la testa.
Restammo in silenzio.
-Perchè ti sei messa fra me e lui?-
-Kai. Io me lo ricordo che abbiamo promesso.-
Poi si girò verso di me e mi diede un bacio sulla guancia.
-Grazie per avermi guarita. Questo però non ripara la storia del lassativo, sappilo. La guerra è aperta.- sussurrò al mio orecchio prima di darmi uno scappellotto.

NEMESI - Le due metàWhere stories live. Discover now