34. SOFFOCARE NEL TUO VUOTO

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20 dicembre 1988

Kai POV

La mia camera era ridotta a un cumulo di macerie. Avevo preso a calci e pugni qualsiasi cosa mi capitasse a tiro. 
Continuai a distruggere tutto finché il dolore bruciante che sentivo in gola e mi impediva di ragionare iniziò ad affievolirsi. Mi lasciai cadere sul letto a peso morto.

Come hai potuto? 

Questo era il pensiero che mi assillava. Sapevo che era stata la cosa giusta da fare per farla allontanare definitivamente, ma era stata anche la peggiore. 
Cercavo di autoconvincermi che fosse colpa di Steve Petra, continuavo a ripetermi che se lui non ci avesse provato con lei, a me non sarebbe mai venuta l'idea di tagliarle i capelli.
Ma la colpa era mia, solo ed esclusivamente mia.
Mia madre mi portò la cena in camera. Lo faceva sempre perché io non ero il benvenuto a tavola. Ovviamente non poté stare zitta di fronte al casino che regnava in camera.
-Che cos'é successo qua dentro?- chiese avvicinandosi.
Feci spallucce.
-Malachai...- 
Non la lasciai nemmeno continuare. 
-Vattene.- mi limitai a dire senza nemmeno guardarla. 
Lei sospirò.
-Farai meglio a sistemare prima che lo scopra tuo padre.- disse freddamente.
Appoggiò il piatto su ciò che rimaneva della mia scrivania e uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Non riuscii nemmeno a pensare di mangiare.
Rimasi alla finestra tutta la sera finché non vidi Emily tornare a casa. Ormai era buio ma vidi il suo profilo attraversare il giardino sotto la luce fioca che emanavano i lampioni. Come in una scena vissuta 11 anni prima, lei si era fermata in mezzo al vialetto e aveva alzato gli occhi verso casa sua. 

La prima volta che l'avevo vista, avevo ammirato i suoi capelli lunghissimi e avevo desiderato farle qualche dispetto ma anche annusarli e passarci le mani.
Oggi il dispetto gliel'avevo fatto davvero. Ma dispetto era la parola sbagliata. Non credo ci fosse una parola adatta per descrivere ciò che avevo fatto. 
Improvvisamente girò la testa nella mia direzione.
I suoi occhi 11 anni prima mi avevano fatto pensare all'oceano.
In quel momento mi gelarono dentro, perché non riuscii a scorgere nulla. Solo vuoto. Vuoto che mi rivoltò lo stomaco. 

La prima volta che l'avevo vista, avevo pensato che nei suoi occhi ci fosse l'oceano in tempesta.
Le onde ti portano sotto, ti fanno schiantare contro gli scogli e tu anneghi. Ma almeno hanno una forza. Il vuoto invece, è il nulla assoluto. L'assenza. L'assenza di qualunque cosa. Ti entra dentro come una colata di lava bianca che rade al suolo tutto e ti invade soffocandoti.

Ecco. Quel giorno sono soffocato per la prima volta nel suo vuoto. 


NEMESI - Le due metàWhere stories live. Discover now