12. TU PUOI ESSERE DI PIÙ DI QUESTO.

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...in questo capitolo fa la sua apparizione un personaggio che in futuro avrà un ruolo importante 😇
Buona lettura!

10 aprile 1987

Emily POV

Dopo alcuni mesi e molte ricadute, la vita aveva ricominciato a scorrere. La mia salute era migliorata e le cose a scuola erano tornate nella  norma. Avevo il sospetto che Kai avesse in qualche modo usato la magia per sistemare la situazione perché avevo recuperato decisamente molto in fretta.
Comunque, gli scherzi tra me e Kai si erano fatti sempre più pesanti ed eravamo costantemente oggetto dei pettegolezzi della scuola. Avevo l'impressione che Kai si impegnasse tantissimo per elaborare gli scherzi così da tenermi occupata e sempre sull'attenti.

Quel giorno fu l'apoteosi della nostra faida.

Avevamo appena finito la lezione di ginnastica e stavamo andando verso gli spogliatoi. Ero molto circospetta perché il giorno prima avevo rovesciato un barattolo di miele nello zaino di Kai (e all'ultima ora dovevamo consegnare un compito, quindi Kai era stato costretto a rifarlo all'ultimo minuto) e sapevo che presto sarebbe arrivata la vendetta.
Appena arrivammo in spogliatoio mi buttai sotto la doccia. L'ora dopo era libera quindi mi concedetti di fare con calma.
Quando richiusi l'acqua mi accorsi che le altre se n'erano già andate.
Subito capii che qualcosa non andava. Là dove avrebbe dovuto esserci il mio asciugamano non c'era nulla. E, sulla panchina dello spogliatoio dove avrebbero dovuto esserci i miei vestiti, c'era solo la mia borsa.
La aprii.
La borsa era vuota.
I vestiti erano spariti.
Mi rifugiai nuovamente nelle docce a rimuginare.
Dopo un attimo di panico capii.
-MALACHAI PARKER!- urlai con quanto fiato avevo in gola.
Dopo pochi istanti fece capolino da dietro il muro ridacchiando e battendo le mani.

Istintivamente cercai di coprire tutto ciò che riuscivo ma con scarsi risultati

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Istintivamente cercai di coprire tutto ciò che riuscivo ma con scarsi risultati. Volevo sotterrarmi.
Kai invece pareva la persona più beata del mondo e ovviamente mi ispezionava dalla testa ai piedi senza pudore.
- Ridammi i miei...-
Mi interruppe subito.
-Io ti ridò i tuoi vestiti solo se tu mi fai toccare le tue tette.- disse soddisfatto.
Spalancai la bocca incredula.
-Scordatelo idiota!- ringhiai.
Kai allora fece spallucce e girò sui tacchi per andarsene.
Mi venne da piangere e dopo un attimo in cui desiderai scomparire lo fermai.
Acconsentii, pur di riavere i miei vestiti.
Quello che non sapevo era che i miei vestiti in quel momento si trovavano nell'atrio della scuola con attaccato un cartellino con il mio nome, cognome e classe. E non sapevo nemmeno che dopo aver posato le mani sul mio seno e dato una palpatina, Kai si sarebbe dileguato a corsa ridendo sguaiatamente.
Uscii dalle docce di corsa chiamandolo ma mi fermai sulla porta dello spogliatoio perché mi ricordai che ero completamente nuda.
Poi vidi che sulla panchina era comparso un asciugamano minuscolo. Sicuramente Kai aveva avuto un briciolo di pietà.
Quell'asciugamano però sarebbe bastato a coprirmi solo ciò che c'era da coprire e di certo non potevo uscire da lì. Oltre il danno anche la beffa.
Scoppiai a piangere come una bambina lasciandomi cadere sulla panchina pregando che qualcuno mi trovasse e mi portasse dei vestiti.
Dopo un'eternità sentii qualcuno che bussava alla porta.
Una voce maschile che non avevo mai sentito disse il mio nome.
-Ti ha mandato Kai?- chiesi tirando su col naso.
-No ho recuperato i tuoi vestiti.-
Ebbi un tuffo al cuore.
-Entra.- mormorai.
Un ragazzo alto, con i capelli neri e un paio di occhi scurissimi venne verso di me con espressione divertita.
Mio Dio, quello era Gerald Gillum, capitano della squadra di basket nonché ragazzo piú figo della scuola (a quanto dicevano le ragazze).
Avrei pregato per avere una pala con la quale sotterrarmi.
-Hai buon gusto.- disse facendomi l'occhiolino e indicando il mio intimo di pizzo.
Rimasi shoccata di fronte a tanta insolenza e gli urlai di andarsene.
Lui non parve per nulla spaventato e si sedette accanto a me. Avrei solo voluto rimanere da sola e rivestirmi invece mi trovavo in uno spogliatoio, con addosso solo un asciugamano striminzito, seduta accanto al ragazzo piú bello della scuola.
-Ehy...mi dispiace! E mi dispiace per quello che ti ha fatto il tuo...amico?-
Perfetto, anche lui sapeva chi era l'artefice delle mie sofferenze.
Feci spallucce.
-Come hai fatto a sapere che erano i miei vestiti?-
Si grattò la testa indeciso se parlare o meno. Poi sospirò.
-Qualcuno ci aveva attaccato dei cartellini con il tuo nome, il tuo cognome e la tua classe...-
Mi presi la testa fra le mani e mi lasciai andare a un gemito sconsolato.
Sentii la sua mano calda sulla mia spalla nuda.
-Vedrai che nel giro di una settimana se ne saranno dimenticati tutti...- sussurrò.

Mi voltai verso di lui e lo guardai

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Mi voltai verso di lui e lo guardai.
Le altre ragazze avevano ragione, era davvero bello.
Mi persi un attimo nei suoi lineamenti e a quanto sembrava mi stava squadrando anche lui.
Arrossii violentemente e improvvisamente il mio cuore accelerò.
-Credo...credo che dovresti andare.- dissi in modo piú brusco di quanto avrei voluto.
Lui parve ridestarsi improvvisamente e si alzò di scatto.
Si avvicinò e mi prese per mano facendomi alzare. Avevo perso il controllo delle mie azioni e quindi non riuscii a divincolarmi né a fare niente.
Mi mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio facendomi rabbrividire e poi disse una frase.
-Tu puoi essere di più di questo.-
Mi scrutò ancora un attimo e poi se ne andò.
Mi lasciò li nello spogliatoio, sola e con una sensazione strana alla bocca dello stomaco.

NEMESI - Le due metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora