32. AVEVO SUPERATO IL LIMITE

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20 dicembre 1988

Kai POV

Era qualche mese ormai che Shelby mi stava appiccicata come un francobollo.
Emily mi parlava a stento e ogni volta che ci vedeva assieme sussultava e storceva la bocca impercettibilmente come se fosse terribilmente turbata dalla vista. La cosa non poteva che farmi piacere ma la verità era che mi mancava da morire. Sapevo che sarebbe stato così ma non potevo immaginare chel lo sarebbe stato fino a quel punto.

Quel giorno per fortuna Shelby era a casa malata e io me ne stavo appoggiato al muro accanto all'aula aspettando che finisse la pausa del pomeriggio.
Proprio davanti a me c'era una fila di armadietti, dove c'era anche quello di Emily.
La vidi arrivare e aprire l'anta dopo avermi rivolto un veloce sguardo.
Un ragazzo un anno piu grande, Steve Petra, si avvicinò appoggiandosi con la spalla accanto a lei.
-Ciao.- disse.
Emily si voltò di scatto, probabilmente non se l'aspettava.
-Ciao...?- il suo tono sembrava una domanda.
Lui le sorrise: avrei scommesso il culo che quello era il sorriso che metteva su quando doveva far colpo.
Sentii una punta di fastidio farsi spazio dentro me.
Parlarono un attimo, lei pareva a suo agio.
Ad un certo punto lui prese una ciocca dei suoi capelli rigirandosela tra le dita.
-Sai, ho sempre ammirato questa cascata di fuoco...-
Lei sorrise sorniona e i suoi occhi volarono istantaneamente nella mia direzione per una frazione di secondo. In quel momento non riuscivo a capire se facesse finta o se fosse seriamente interessata alle parole di quell'idiota.
Comunque, nella mia testa scattò qualcosa.
Dovevo farmi odiare. Da lei. E Dovevo privarla di ciò che quel ragazzo (e chissà quanti altri) ammirava...perché nonostante tutto nessuno aveva il diritto di toccarla.
Corsi subito in aula a prendere le forbici dal mio astuccio e le cacciai in tasca. Niente mi avrebbe fermato dal toglierle quegli odiosi capelli da selvaggia.

Emily POV

Stavo sistemando il mio armadietto dopo che finalmente ero riuscita a liberarmi di quell'idiota di Steve. All'improvviso la voce di Kai mi fece sussultare.
-Ho sempre ammirato questa cascata di fuoco!-
Kai scimmiottò la voce di Steve.
Io alzai gli occhi al cielo chiudendo di scatto l'armadietto.
-Che vuoi?- sibilai cercando di andarmene.
Lui mi prese per il polso trattenendomi con forza.
-Mi stavo solo chiedendo se questo è lo standard di ragazzo che frequenti adesso.-
Lei sgranò gli occhi.
Si guardò attorno un momento, il petto che si alzava e abbassava velocemente: stava giá perdendo la calma. Poi cercò di nuovo di divincolarsi dalla mia presa ma io non ero intenzionato a lasciarla andare.
-Lasciami subito.-
-Rispondi alla domanda.-
Lei fece un sorriso amaro.
-Sai, forse dovresti iniziare a pensare alla puttanella che ti porti appresso invece che giudicare i ragazzi che, a quanto dici, "frequento".- calcò l'ultima parola mimando le virgolette.
Scoppiai a ridere.
-Quel ragazzo potrebbe finire male.- sibilai al suo orecchio.
Mi spintonò.
-Non sei nessuno per decidere cosa posso o non posso fare!- esclamò, ormai livida in volto.
Attorno a noi si era radunato un capannello di studenti, come sempre morbosamente interessati alla faida tra me e Emily.
-Fai come ti dico.- ringhiai in preda alla rabbia per la sua ribellione.
Sorrise sprezzante.
-Sei solo una merda Malachai.- disse prima di darmi le spalle e incamminarsi verso l'aula.
Sapeva che odiavo il mio nome per intero. Sapeva che non avrebbe dovuto farlo ma lo fece ugualmente, solo per sottolineare il suo disprezzo nei miei confronti.
Presi le forbici dalla tasca posteriore dei jeans e la seguii.

 Presi le forbici dalla tasca posteriore dei jeans e la seguii

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Emily POV
La sua voce alle mie spalle mi fece raggelare.
-Saluta la tua cascata di fuoco brutta stronza.-
Sentii un solo rumore, secco, metallico.
Sbiancai.
Non poteva essere vero. Kai non poteva averlo fatto.
Mi voltai meccanicamente, i miei occhi scesero subito a terra dove c'era una distesa rossa. Portai istintivamente la mano al collo, laddove avrebbero dovuto esserci i miei capelli.
La mano strinse solo aria. Non c'erano più.
Sentii il cuore accelerare quasi volesse uscirmi dalla cassa toracica. Le orecchie mi ronzavano.
Alzai gli occhi e incontrai lo sguardo di Kai.
Trionfo.
Teneva salde in mano le forbici e mi guardava con un lucchichio sinistro negli occhi.
Attorno a noi tutti ci fissavano a bocca aperta, increduli.
Non so per quanto tempo continuai a guardare Kai. Il sangue mi pulsava nelle orecchie, il respiro era corto.
Mi aveva privata di ciò che per me contava di piú nel mio aspetto. Mi aveva privata dei miei capelli, i capelli che avevo tagliato solo poche volte nella vita perché li volevo lunghi il più possibile. I capelli che mi arrivavano fino al sedere e che ora non c'erano più.
Avrei voluto mettergli le mani addosso ma tutta la mia forza se n'era andata.
Lasciai cadere lungo il corpo la mano che era ancora aggrappata al mio collo.

Kai POV

Non appena vidi i suoi occhi diventare lucidi e sentii un singhiozzo lasciare le sue labbra capii cosa avevo fatto. Quando poi la vidi crollare in ginocchio e piangere come una bambina su quelli che una volta erano i suoi capelli desiderai tornare indietro nel tempo e punirla in altro modo. Buttai a terra la forbice e me ne andai sotto le occhiate sprezzanti di coloro che avevano assistito alla scena.
Il pianto di Emily mi rimase in testa per ore.
Avevo superato il limite.

Avevo superato il limite

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NEMESI - Le due metàWhere stories live. Discover now