15. SONO ANNI CHE TI GUARDO DA LONTANO

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6 giugno 1987

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6 giugno 1987

Emily POV

Finalmente, un giorno, vidi Gerald da solo al suo armadietto.
Mi armai di coraggio e andai da lui.
Non appena mi vide sul suo viso si fece largo un sorriso.
-Emily White, a cosa devo il piacere?-chiese.
Quel giorno indossava una giacca di pelle che lo faceva sembrare più grande. In realtà però, non sapevo quanti anni avesse.
Persa nei miei pensieri non mi accorsi che non avevo ancora risposto alla sua domanda.
Passò una mano davanti ai miei occhi con espressione divertita.
Mi riscossi dalle mie riflessioni e gli sorrisi.

-Oh, si scusa

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-Oh, si scusa. Ehm, dovrei parlarti, ti va di uscire fuori?- chiesi.
Lui acconsentì e uscimmo nel piazzale.
Faceva un pò freddo quel giorno. Lui si accorse che ero rabbrividita e mi poggiò la sua giacca sulle spalle. Subito il suo profumo mi inondò le narici facendomi girare la testa per un attimo.
-Che volevi dirmi?-
Presi un respiro profondo.
-Quel giorno...nello spogliatoio...tu mi hai detto una frase...-
Mi interruppe.
-Te l'ho detto perché lo penso. Avete iniziato questa cosa quando eravate ancora alle medie e state continuando a farlo anche ora alle superiori. Quanto tempo vuoi perdere dietro a quello?- sbottò.
Non immaginavo tanto fervore da parte sua riguardo alla vicenda, quindi rimasi per un attimo senza parole e lui ne approfittò.
-Ti vedo buttarti via dietro a scherzi di dubbio gusto mentre so che tu sei molto più di tutto questo!-
Feci due respiri profondi.
-Tu non mi conosci.- dissi fissandolo negli occhi.
Sentivo la mia rabbia crescere.
Come si permetteva?
-Invece si. So esattamente quando stai architettando uno scherzo perché hai quel tuo sguardo calcolatore, che tralaltro hai anche in questo momento. So come cambia il tuo sguardo quando ne hai appena subito uno. So che ti piacciono le brioches alla marmellata, che odi le lezioni di matematica perché il professore ti annoia. So che l'unica persona con cui hai confidenza è quell'idiota di Parker e Dio solo sa come fai a perdere la tua vita dietro uno come lui...-
-Cosa? Ma come fai a sapere queste cose...io...-
-Perché sono ANNI che ti guardo da lontano senza il coraggio di avvicinarmi a te!- gridò di getto.
Poi, parve rendersi conto di ciò che aveva detto e mi diede le spalle andandosene dopo un amaro: -Ah, lascia perdere.-

Ero sconvolta. Rimasi lí in mezzo al piazzale, impietrita.
Poi, la campanella suonò.
Solo rientrando a scuola mi accorsi che avevo ancora la sua giacca addosso.
Mi maledii mentalmente. Avrei dovuto trovare il modo di ridargliela senza doverlo guardare nuovamente negli occhi.

NEMESI - Le due metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora