8. INSULTI E DOLCETTI ALLA ZUCCA

342 19 4
                                    

Sto avendo problemi con la pubblicazione del capitolo, Wattpad in questi giorni è ingestibile! Fatemi sapere se riuscite a vederlo 😘

¡Ay! Esta imagen no sigue nuestras pautas de contenido. Para continuar la publicación, intente quitarla o subir otra.

Sto avendo problemi con la pubblicazione del capitolo, Wattpad in questi giorni è ingestibile! Fatemi sapere se riuscite a vederlo 😘

Emily POV

24 dicembre 1985

Detestavo il Natale.
Eliza ogni anno metteva in piedi il teatrino della famiglia felice e invitava tutti i parenti a fare un cenone alla Vigilia.
Ovviamente, durante gli anni avevano capito tutti che non dovevano rivolgermi la parola, quindi dopo i saluti iniziali grazie al cielo mi lasciavano in disparte.
Ero seduta davanti al camino e leggevo un libro per cercare di estraniarmi dal rumore fastidioso che facevano i miei parenti.
Improvvisamente suonò il telefono ed Eliza andò a rispondere.
Tornai a rivolgere la mia attenzione al libro finché Eliza non mi chiamò.
-Emily c'è un ragazzo che chiede ti te al telefono!- urlò facendomi trasalire.
Un ragazzo?
Tutta la sala si zittì e i miei parenti mi fissavano con gli occhi sgranati.
Andai verso mia madre che teneva la cornetta verso di me.
Mi guardò come a voler capire cosa stesse succedendo e le strappai il telefono dalle mani.
Feci un respiro profondo.
-Pronto?- la voce mi tremava.
-Ciao Ems.-
Era Kai. Ebbi un tuffo al cuore.
Erano mesi che non sentivo la sua voce.
-Ciao Kai.-
Ci fu un attimo di silenzio dall'altro capo del filo. Poi un sospiro.
-Come stai?- chiese.
Sentirlo e sapere che dovevo stargli lontana mi distruggeva.
-Cosa vuoi?-
La mia voce risultò brusca, più di quanto avrei voluto.
-Se la metti così, niente.- ringhiò.
Lo immaginai che si passava la mano tra i capelli, nervoso.
-Okay.- mi limitai a dire con un filo di voce appoggiandomi con la schiena al muro.
-Non è okay Emily.-
Mi morsi il labbro per evitare di scoppiare a piangere.
-Non è okay che mi chiami quando ti ho espressamente detto che devi uscire dalla mia vita.-
-Volevo solo sapere se avevi cambiato idea.-
Avrei voluto urlargli tutto quello che era successo per liberarmi da quel peso e per sentirmi meno male.
Restai in silenzio respirando a fatica.
-È stato mio padre?- chiese incerto.
Il mio cuore accelerò, stavo per essere scoperta.
-No non so nemmeno che faccia abbia.-
Fortunatamente non poteva vedermi in faccia perché altrimenti si sarebbe accorto che stavo mentendo.
-Se tu mi spiegassi...-
Lo interruppi: -Non c'è nulla da spiegare. Fatti una vita.-
Dopo un attimo di silenzio urlò talmente forte che dovetti allontanare la cornetta dall'orecchio: -Vaffanculo stronza!-
E attaccò.
Non so per quanto rimasi lì impalata con il telefono in mano cercando di riprendermi dallo shock.
Appesi con mano tremante.
Con mio orrore mi accorsi che Kai aveva urlato così forte che i miei parenti avevano sentito.
Mi guardavano tutti attoniti. Quella situazione era troppo pesante da gestire. Eliza cercò di venire verso di me ma fui piú veloce e corsi di sopra. Chiusi la porta della mia camera a chiave e mi sedetti sul letto.
La luce della camera di Kai era accesa. Avrei tanto voluto dirgli la verità, avrei tanto voluto un Natale dei nostri in cui fuggivamo dal pranzo di famiglia e lui mi portava i dolcetti alla zucca che rubava a sua madre. Li mangiavamo sempre seduti in riva al fiume. Quest anno per Natale al posto dei dolcetti avevo ricevuto gli insulti di Kai. La cosa mi distruggeva.
Prima di potermi rendere conto di ciò che stavo facendo presi dal mio comodino il vaso con i sassolini che tenevo apposta da lanciare alla finestra di Kai.
Aprii la mia, presi un sasso e lo lanciai.
Toc.

Kai POV

Ribollivo di rabbia. Non solo avevo fatto l'errore di chiamarla, mi ero anche fatto rifiutare da lei.
Debole.
Quando si trattava di lei mi sentivo sempre un idiota.
Toc.
Un rumore alla mia finestra.
Mi alzai di scatto ed andai ad aprire. L'aria fredda mi colpí in pieno il viso.
Pensai che fosse stata Emily a lanciare il sasso ma la sua finestra era chiusa e di lei non c'era nemmeno l'ombra.
Restai un pò lì cercando di capire se il rumore me l'ero solo immaginato,
Poi, sconfitto, richiusi la finestra e mi rimisi a letto.
Per un attimo ci avevo sperato.
Per colpa di quella stupida adesso iniziavo anche ad avere le allucinazioni.
Sul mio comodino c'era ancora il pacchetto con i dolcetti alla zucca che avevo tenuto da parte in caso la telefonata fosse andata bene e avessimo fatto la nostra classica fuga di Natale.
"Fanculo la prossima volta ci metto il lassativo, maledetta." pensai mangiandomeli uno dopo l'altro con rabbia.

NEMESI - Le due metàDonde viven las historias. Descúbrelo ahora