33. EMILY NON C'È PIÙ

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Io ve lo dico, sto ADORANDO i vostri commenti che mi fanno capire che siete prese dalla storia❤️ (e anche io sto odiando Kai sappiatelo)!
Grazie di cuore spero proprio di riuscire a mantenere vivi i vostri scleri 😂

20 dicembre 1988
Emily POV
Mi aiutarono a rialzarmi. Qualcuno tolse i miei capelli dal pavimento. Mi accompagnarono in bagno a darmi una ripulita riempiendomi di parole di conforto. Qualcuno mi regalò perfino un cioccolatino.

A me veniva da vomitare.

Quando suonò la campanella non tornai in classe.
Mi diressi verso la fermata del bus come un automa. Mi fermai in centro, dove c'era il salone della mia parrucchiera. Andavo da lei sin da quando ero piccola. Stava asciugando i capelli di una signora anziana e non appena mi vide il suo volto si illuminò...la sua espressione però fu subito sostituita dallo sgomento. Lasciò cadere a terra il phon facendo spaventare la vecchietta e corse verso di me.
Mi mise le mani sulle guance e io chiusi gli occhi. Lei era una delle poche persone che non disprezzavo e in quel momento avevo il terribile bisogno di lei.
Quando riaprii gli occhi vidi che mi scrutava e una ruga di preoccupazione le solcava la fronte.
-Fammi finire questa signora e sono subito da te. Siediti, ti porto qualcosa.- disse affrettandosi verso la macchinetta del caffè che era accanto alla porta. Vedevo che faceva fatica a fare qualsiasi azione, penso che le sue mani tremassero ancora più di quanto tremavo io.

Mi portò una cioccolata calda e tornò dalla signora anziana in un silenzio carico di apprensione. Non osai guardarmi allo specchio, sapevo di essere sconvolta.
Rimasi a fissare il vuoto per un periodo di tempo indefinito, nemmeno la cioccolata mi confortava.

La voce della parrucchiera mi ridestò.
-Vieni Emily.-
Mi indicò la sedia accanto a lei e mi mise addosso quell'orribile "coperta" nera che utilizzava per non farmi sporcare. Non osai alzare gli occhi verso lo specchio.
Sospirò appoggiando le mani ai lati della sedia dietro di me.
-Chi ti ha fatto questo?- chiese.
Mi limitai a scrollare il capo, le lacrime che mi pungevano gli occhi.
Sospirai e la guardai attraverso lo specchio.
-Questa persona non merita più nulla da te. Non merita il tuo dolore. I tuoi capelli ricresceranno ma chi ti ha fatto questo rimarrà per sempre uno schifo di persona.- disse fermamente. Vidi le sue labbra avere un tremolio come se stesse cercando di reprimere le lacrime anche lei.
-Ti prego sistemalo, fai ciò che puoi.- dissi solamanente con un filo di voce mentre le lacrime sgorgavano a fiotti.
Mi accompagnò ai lavandini sorreggendomio perché credo avesse paura che sarei caduta a terra. Indugiò a lungo massaggiandomi la testa durante il lavaggio. Credo che volesse cercare di confortarmi ma nulla aveva quel potere in quel momento.
Iniziò poi a sistemarmi il taglio e io piangevo, continuavo a singhiozzare rendendole ancora più difficile l'opera. Mi ritrovai, a lavoro terminato, con un caschetto con la frangetta. Mi sentivo come se una parte di me mi fosse stata sottratta con la forza. E infatti era così.

Malachai Parker mi aveva sottratto la mia dignitá in quel corridoio.

Non dovetti pagare il taglio. La ringraziai flebilmente prima di darmi un'altra occhiata allo specchio.

 La ringraziai flebilmente prima di darmi un'altra occhiata allo specchio

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Feci un respiro profondo.
D'ora in poi Kai non avrebbe più avuto alcun potere su di me. Perché mi aveva già tolto tutto. Non avevo più nulla da perdere.

Emily non c'è più.

NEMESI - Le due metàWhere stories live. Discover now