28. E IO QUELL'IMMAGINE NON ME LA SAREI SCORDATA MAI

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15 settembre 1988

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15 settembre 1988

Kai POV

La trovai seduta sulla riva del laghetto. Fissava l'acqua con uno sguardo di puro terrore negli occhi.
-Ems.- dissi andando verso di lei.
Ebbe un sussulto e si girò di scatto scontrando i suoi occhi con i miei.
Erano rossi e gonfi: aveva pianto.
-Vattene!- gridò prima di voltarsi nuovamente.

No, non me ne vado. Ho promesso, e io le promesse quando le faccio con te poi le mantengo.

Mi sedei accanto a lei, in silenzio, per un'eternità.
Quando il sole iniziò a scendere dietro gli alberi, parlò per la prima volta, senza guardarmi in faccia.
-Perchè non me l'hai detto?-
Eccola. La domanda da un milione. Quella a cui non avevo risposta.
Aspettai un bel pò prima di risponderle.
-Volevo evitare tutto questo. Non volevo che tu ti preoccupassi. Perchè tu ti devi fidare di me. Lo sai benissimo che sarò io a vincere.-
-Loro non te lo permetteranno.- obiettò.
Presi il suo mento tra le mie dita e le girai la testa verso di me.
-Fidati di me. Ti devi fidare hai capito?- dissi guardandola negli occhi e cercando di trovare la sua lucidità tra quelle acque in tempesta.
Inspirò profondamente e vidi nel suo sguardo che cercava disperatamente un appiglio per riemergere dal terrore.

Sono io il tuo appiglio.

Si voltò nuovamente verso il lago e io la guardai.
C'era una ciocca di capelli che mi turbava. Era scivolata lungo la sua tempia e le copriva gli occhi, se la guardavo di profilo.
Sospirai e gliela spostai, sistemandola dietro al suo orecchio.
Lei girò impercettibilmente la testa appoggiando la sua guancia contro la mia mano e chiudendo gli occhi.
-Non mi lasciare.- sussurrò ancora con gli occhi chiusi.

Non ti lascio. E io vorrei salvarti, vorrei fuggire via, lontano da questa vita, vorrei dirtelo che sto cercando un modo.

La sua pelle scottava a contatto con la mia mano. Sentii una lacrima che dalla sua guancia scivolava sul mio palmo, poi un'altra e un'altra ancora.
-Non piangere Emily. Ci sono io con te. E sarà sempre così.- sussurrai.
Aprì gli occhi guardandomi con qualcosa in fondo agli occhi che non le avevo mai visto. E capii che mi ero messo nei guai sul serio. Guai sentimentali belli grossi.
Richiuse gli occhi e iniziò a baciarmi il palmo della mano che fino a poco prima era appoggiato alla sua guancia.

Mi dava dei baci, piangeva e mi guardava.
E io quell'immagine non me la sarei scordata mai.

NEMESI - Le due metàWhere stories live. Discover now