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Dolente? Alice si chiedeva perché trovarne uno morto fosse un fatto tanto straordinario. Non era mai successo prima?
Alby aveva la faccia di uno a cui è appena stato detto che potrebbero spuntargli le ali e che potrebbe mettersi a volare.
<<Non è un buon momento per scherzare.>> disse il capo.
<<Senti>> rispose Minho. <<Se fossi in te anch'io non ci crederei. Ma fidati, l'ho visto. Era grosso, grasso e brutto.>>
No, non deve essere mai successo prima, pensò Alice.
<<Hai trovato un Dolente morto.>> ripetè Alby.
<<Sì, Alby>> rispose Minho con tono irritato. <<A qualche chilometro da qui, vicino alla Scarpata.>>
Di nuovo quella parola, Scarpata. Alice non aveva la più pallida idea di cosa intendesse. Quei ragazzi usavano parole strane per concetti ancora più strani.
Alby spostò lo sguardo sul Labirinto e poi tornò a guardare Minho. <<Be'...e perché non lo hai portato qui con te?>>
Minho rise di nuovo <<Ma ti sei bevuto la salsina piccante di Frypan? Quei così devono pesare mezza tonnellata, amico. Inoltre, non ne toccherei uno neanche se mi promettessi una gita gratis fuori da questo posto.>>
Alby insistè con le domande. <<Che aspetto aveva? Le punte di metallo erano dentro o fuori dal corpo? Si muoveva? Aveva la pelle ancora bagnata?>>
Alice si sentiva esplodere per le troppe domande che avrebbe voluto fare. Punte di metallo? Pelle bagnata? E che caspio...?
<<Taglia corto, tipo>> disse Minho. <<Devi vederlo con i tuoi occhi. È... strano.>>
<<Strano?>> Alby sembrava confuso.
<<Amico, sono esausto, sto morendo di fame e sono rimbambito dal sole. Ma se vuoi andarlo a rimorchiare proprio ora, probabilmente riusciamo ad andare e a tornare prima che i muri si chiudano.>>
Alby guardò l'orologio. <<Meglio aspettare la sveglia di domani.>>
<<È la cosa più intelligente che hai detto in tutta la settimana.>> Minho si raddrizzò, diede una pacca sul braccio di Alby e poi prese a camminare verso il Casolare, zoppicando un po'. Mentre si allontanava parlò, voltandosi <<Dovrei tornare là fuori, ma vaffanbagno. Mi voglio mangiare un po' di quello schifo di stufato di Frypan.>>
Alby tornò a guardare Alice e Thomas <<Se sapete qualcosa e non me lo state dicendo...>>
Thomas sembrava stanco di essere accusato di saperne qualcosa ed Alice sapeva che non era il momento adatto per dire che si ricordava di lei e Tom.
Alice lasciò Thomas a discutere con Alby e su quanto i Radurai lo odiassero e continuassero ad accusarlo. Si incamminò verso il muro dove aveva dipinto.
Arrivata lì si accasciò a terra. Non sapeva cosa dire o pensare. Un Dolente morto.
Non si era mai verificato un fatto simile. Come non si era mai verificato che una ragazza arrivasse nella Radura, per di più ad un solo giorno di distanza da un'altro pive. Per di più con un foglietto legato al collo che diceva che sarebbe stata l'ultima in assoluto. Saranno solo coincidenze, pensò.
Poi una voce riportò la sua mente alla realtà.
Era Minho, con la bocca piena di stufato. <<Fiori su un muro. Li hai fatti tu?>>
Che diamine voleva adesso? Uscirsene con qualche altra battutina e ferirla come aveva fatto prima?, pensò Alice. No grazie. <<Pensa a mangiare, sennò ti strozzi. Non che mi cambi molto, forse molti qui nella Radura sarebbero più felici senza di te. E pensare che per l'intero giorno nemmeno ti vedono.>>
Il ragazzo sembrò ferito ma poi si riprese con un sorrisetto. <<Non credevo che avessi anche un lato femminile>> indicando i disegni sul muro <<in quel tuo caratterino stronzetto. Mi piaci pive.>>
Detto così se ne andò, verso l'edificio dove Newt aveva detto che custodivano le loro pregiate Mappe del Labirinto - e di cui, in due anni, ancora nessuna uscita.

Alice stette un po' in silenzio, poi si ricordò che ancora non aveva parlato a Thomas.
Si alzò e prese a correre. Ad un tratto si fermò.
Thomas era scomparso. Non ce n'era traccia.
Vide Alby ma il ragazzo non era con lui.
Vide Chuck correre in direzione delle Faccemorte. Aveva il fiatone. Alice decise di seguirlo.
<<Thomas! Thomas!>> gridò il ragazzino col viso acceso dall'agitazione.
Thomas era appoggiato al tronco robusto di un albero. Si strofinò gli occhi e gemette, come infastidito dal fatto che Chuck lo avesse interrotto nel bel mezzo di un pisolino.
Il grassottello si fermò prorpio davanti a lui, animando per riprendere fiato. Thomas sollevò lo sguardo. <<Che volete? Che c'è adesso?>>
Chuck si guardò dietro le spalle e vide Alice. <<Oddio. Che ci fai qui?>>
<<Che ci fate voi qui.>> rispose Alice appoggiando i pugni delle mani sui fianchi.
<<Okay Okay.>> disse Chuck, poi tornò a guardare il ragazzo. <<Ben... Ben... non è... morto.>>
Thomas saltò in piedi davanti a Chuck. <<Cosa?>>
<<Lui... non è morto. Gli Insaccatori sono andati a prenderlo... La freccia non è arrivata al cervello... I Medicali l'hanno ricucito.>>
Non era morto?, si chiese Alice.
<<Stai scherzando. L'ho visto...>> disse Thomas. Era confuso e forse anche impaurito. Timoroso che Ben potesse attaccarlo di nuovo.
<<Be', l'ho visto anch'io>> disse Chuck. <<È rinchiuso nella Gattabuia con una mega benda intorno a metà della testa.>>
Stavolta Alice parlò. <<La Gattabuia? Che intendi?>>
<<La Gattabuia. È il nostro carcere, sul lato settentrionale del Casolare.>> Chuck puntò il dito in direzione dell'edificio. <<Ce lo hanno buttato tanto in fretta che i Medicali lo hanno dovuto ricucire lì dentro.>>
<<E allora che faranno di lui?>> chiese Thomas.
<<Stamattina c'è già stata un'Adunanza degli Intendenti... pare sia stata presa una decisione unanime. Ben finirà per rimpiangere che quella freccia non gli si sia piantata in quel caspio di cervello, dopotutto.>>
<<Di che stai parlando?>> chiese di nuovo Alice.
Chuck la guardò dritta negli occhi, poi guardò Thomas. <<Verrà esiliato. Stasera. Perché ha cercato di ucciderti.>>
<<Esiliato? E che vuol dire?>> insistette Thomas.
Poi Alice vide la cosa più inquietante che le era capitato di vedere dal suo arrivo nella Radura. Chuck non rispose. Ovviamente, come sempre. Sorrise e basta. Sorrise, nonostante tutto.

Alice in The Maze - Il LabirintoWhere stories live. Discover now