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Mentre tutti si preparavano per la grande e forse ultima Adunanza che avrebbero tenuto nella Radura, Alice continuava a tener compagnia a Thomas.
Prima che Newt potesse uscire dalla stanza dove si trovavano, per riunire gli Intendenti, fù fermato da Thomas.
Il ragazzo al letto rise soltanto. <<Ho anche un'altra cosa da dirvi.>> e continuava a sghignazzare.
La Mutazione doveva avergli cambiato qualcosa. Qualche effetto collaterale, perché non aveva mai riso in quel modo. Oppure si sentiva soltanto superiore perché lui era a conoscenza di qualcosa che gli altri non sapevano. Era strano.
<<È importante?>> chiedeva Newt, nascondendo la curiosità.
Ma Thomas continuava a rispondere che poteva dipendere. Che forse ad alcuni non sarebbe importato o che a altri avrebbe cambiato la prospettiva di considerare alcune cose. Ma non avrebbe detto niente se non fosse stato davanti a tutti. Voleva che tutti lo sapessero. Era decisamente strano.
Un'ora dopo Thomas era seduto di fronte agli Intendenti per l'Adunanza.
Avevano permesso a Alice di partecipare. Erano tornati a fidarsi di lei tanto da permetterle di ascoltare il piano del ragazzo e tutto ciò che aveva da dire. O magari si trovava lì solo perché Newt non voleva più sentire le suppliche di Thomas di far partecipare anche la ragazza. L'avevano fatta sedere a fianco a Thomas, visto che in parte i ricordi erano di entrambi e tutti e due dovevano spiegare.
<<Va bene, Fagio>> disse Alby, che si era accomodato al centro del semicerchio di sedie accanto a Newt. Il suo aspetto era molto migliorato rispetto ai giorni precedenti. Le altre sedie erano tutte occupate tranne due, un chiaro promemoria del fatto che Zart e Gally erano stati presi dai Dolenti. <<Parla.>>
<<È una lunga storia>> esordì Thomas. <<Non abbiamo tempo di stare a dirla tutta, ma vi racconterò l'essenziale. Quando ho subìto la Mutazione, ho visto balenare delle immagini, a centinaia, come una proiezione accelerata di diapositive. Ne ho viste moltissime, ma solo alcune sono abbastanza chiare da poterne parlare. Altre cose sono svanite o stanno svanendo.>> fece una pausa. <<Ma me ne ricordo abbastanza. I Creatori ci stanno mettendo alla prova. Il Labirinto non è mai stato pensato per avere una soluzione. È stato tutto un test. Vogliono che i vincitori - o i sopravvissuti - facciano qualcosa di importante.>>
<<Cosa?>> chiese Newt.
<<Lasciatemi ricominciare.>> disse Thomas, strofinandosi gli occhi. <<Ciascuno di noi è stato preso da piccolissimo. Non mi ricordo come o perché... Ho solo visioni fugaci e sensazioni. Ma so che il mondo era cambiato. Era successo qualcosa di molto brutto, non so cosa. I Creatori ci rapirono e penso che credessero a fin di bene. In qualche modo dovevano aver capito che la nostra intelligenza era al di sopra della media ed è questa la ragione per cui scelsero noi.
<<Non riesco a ricordare niente della mia famiglia o di cosa sia accaduto. Ma dopo che fummo presi, passammo gli anni seguenti a studiare in scuole speciali, vivendo vite più o meno normali finché non arrivarono abbastanza soldi per costruire il Labirinto. Tutti i nostri nomi sono solo stupidi diminutivi inventati: Alby come Albert Einstein, Newt come Isaac Newton, Thomas come Thomas Edison.>>
Alby aveva l'aria di uno che era appena stato preso a schiaffi. <<I nostri nomi... non sono neanche i nostri veri nomi?>>
Thomas scosse la testa. <<Per quanto ne so, probabilmente non sapremo mai quali fossero.>>
<<Che stai dicendo?>> domandò Frypan. <<Che siamo fottuti orfani cresciuti da un gruppo di scienziati?>>
<<Sì>> rispose Thomas. <<Pare che siamo molto intelligenti e che i Creatori stiano studiando ogni nostra mossa, che ci stiano esaminando. Per vedere chi molla e chi no. Per vedere chi sopravvive. Inoltre, alcuni di noi hanno subìto... delle modificazioni al cervello.>>
<<Credo a questa sploff quanto credo che il cibo di Frypan faccia bene>> borbottò Winston, con fare stanco e indifferente.
Alice aveva già ricollegato alcune cose, come il sogno in cui lei e Thomas erano piccoli, nella stanza bianca, e alcune persone li fissavano attraverso il vetro prendendo appunti.
<<È perché dovrei intentarmelo?>> disse Thomas, alzando la voce. <<È per dirla meglio, allora quale spiegazione hai, tu? Che forse viviamo su un pianeta alieno?>>
<<Va avanti e basta>> disse Alby. <<Ma non capisco perché nessuno di noi si sia ricordato questa roba. La Mutazione l'ho subìta anch'io...>> Sì guardò intorno e lasciò la frase in sospeso.
<<Tra un minuto vi spiegherò come mai io abbia scoperto più cose degli altri>> disse Thomas. <<Vado avanti o no?>>
<<Parla>> disse Newt.
Thomas fece un respiro profondo. <<Okay. In qualche modo ci hanno cancellato la memoria, non solo la nostra infanzia, ma tutta la roba che ci ha portati ad entrare nel Labirinto. Ci hanno messi nella Scatola e mandati quassù, un grosso gruppo per cominciare, e poi uno al mese per due anni.>>
<<Ma perché?>> domandò Newt. <<Che cacchio di motivo ci sarebbe?>>
<<Ci sto arrivando. Come ho detto, volevano metterci alla prova, vedere come avremmo reagito a quelle che loro chiamavano le Variabili e a un problema privo di soluzione. Vedere se eravamo capaci a collaborare, addirittura di costruire una comunità. Ci hanno fornito tutto l'occorrente e il problema ci è stato posto nella forma di uno dei rompicapi più noti, cioè un labirinto. Tutte queste cose insieme ci hanno fatto pensare che dovesse esserci una soluzione, incoraggiandoci a lavorare più sodo, e nello stesso tempo peggiorando il nostro scoraggiamento di fronte all'impossibilità di trovarla.>> Fece una pausa e si guardò intorno. <<Sto dicendo che non c'è una soluzione.>>
Tutti presero a parlottare e a fare domande.
Thomas sollevò le mani. <<Vedete? La nostra reazione conferma ciò che dico. La maggior parte delle persone, a questo punto, avrebbe già ceduto. Ma penso che noi siamo diversi. Non potevamo accettare che un problema non potesse essere risolto, specialmente quando si trattava di qualcosa di semplice come un labirinto. E abbiamo continuato a lottare, senza curarci della situazione sempre più disperata.
<<Ci stanno usando, ci stanno manipolando. I Creatori volevano che le nostre menti continuassero a sforzarsi di trovare una soluzione inesistente.>> Poi indicò Alice al suo fianco sinistro, con un cenno. <<Lo stesso vale per il fatto che abbiano mandato qui Alice, che l'abbiano usata per innescare la Fine - qualunque cosa essa significhi - per tutto questo sfacello, per il cielo grigio eccetera. Ci stanno facendo impazzire per vedere come reagiamo, per mettere alla prova la nostra volontà. Per vedere se ci mettiamo l'uno contro l'altro. La sopravvivenza del più forte. Alla fine, solo i migliori riusciranno a sopravvivere.>>
A Alice diede fastidio che Thomas avesse ritirato fuori il discorso della Fine. La faceva sentire in imbarazzo e le faceva ricordare le cose brutte che aveva provocato. Faceva collegare il rapimento di quattro Radurai da parte dei Dolenti a lei. Rimetteva in ballo il fatto che quei ragazzi avrebbero fatto benissimo a non fidarsi di lei.
Frypan diede un calcio alla sedia. <<Be', allora faresti meglio a cominciare a parlare di questa magica fuga!>>
<<Lo farà>> disse piano Newt. <<Taci e ascolta.>>
Minho, che era rimasto in silenzio per la maggior parte del tempo, si schiarì la gola. Alice era sempre stata a testa bassa e aveva evitato in tutti i modi di incrociare lo sguardo del Velocista. <<Qualcosa mi dice che quel che sto per sentire non mi piacerà.>>
<<Probabilmente no.>> disse Thomas. Chiuse gli occhi per un attimo e incrociò le braccia. <<I Creatori vogliono i migliori di noi per quel che hanno in programma, anche se non so cosa sia. Ma dobbiamo gradagnarcelo.>>
La stanza sprofondò nel silenzio.
<<Il codice.>> sussurrò Alice, tenendo gli occhi fissi a terra. Ma pare l'avessero sentita.
<<Il codice?>> ripetè Frypan, con la voce alleggerita da una scintilla di speranza. <<Che c'entra?>>
Thomas lo guardò. <<Fu nascosto nei movimenti dei muri del Labirinto per una ragione precisa. E io dovrei conoscerla... Ero lì quando i Creatori lo fecero. E c'era anche Alice.>>

Alice in The Maze - Il LabirintoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora