27

1.6K 87 4
                                    

  Ovviamente ancora non sapeva spiegarselo, ma sapeva che nel Labirinto non c'era un'uscita. Non c'era mai stata e non ci sarebbe mai stata. Non si apriva un'uscita nemmeno durante la notte, mentre i muri si muovevano. Ma quel fatto, il fatto che i muri si muovevano, significava qualcosa. La soluzione era nei muri.
  I muri erano il codice.
O almeno servivano per scoprirlo. I loro movimenti.
  Alice sperava con tutto il suo cuore che, nell'agitazione generale, nessuno si fosse accorto della sua corsa improvvisata verso le Faccemorte.
  Ma ovviamente se non sei in cerca di guai, sono i guai che vengono da te, si disse Alice appena vide Thomas avvicinarsi a lei.
  Il ragazzo le si sedette a fianco. Sembrava imbarazzato. <<Sai Alice, forse non te l'ho mai detto, ma mi piace quando mi chiami Tom. Tutti qui mi chiamano Thomas. A parte Newt, che mi chiama Tommy. Tom mi fa sentire... come se fossi a casa, una cosa del genere. Anche se non so cosa sia casa.>> Sì lasciò sfuggire una risata amara. <<Siamo ridotti male, eh?>>
  Alice sorrise. <<Già, siamo ridotti male, e io ho paura.>>
  <<Anch'io, fidati.>> Thomas la guardò.
  <<Ho delle deboli impressioni.>> continuò Alice. <<Che io e te siamo importanti. Che in qualche modo siamo stati utilizzati. Che siamo intelligenti. Che siamo venuti qui per una ragione. So di aver innescato la Fine, qualunque cosa essa significhi. Ti giuro, mi dispiace.>>
  <<Dispiacerti per cosa? Non sappiamo cos'è questa Fine, e comunque supereremo la cosa insieme. Andremo avanti e troveremo un'uscita.>> fece una pausa. <<Il sole è scomparso e il cielo è diventato grigio. Non ci hanno mandato le provviste. Sembra che in un modo o nell'altro tutto stia per finire...>>
  <<Sì. Io e te siamo stati mandati qui perché questa cosa finisse. La Prova del Labirinto deve finire. È un test. Io ho innescato la Fine. Chiunque sia stato a mandarci qui vuole che finisca. Non possiamo più vivere in questo modo, pensando che la cosa più importante sia tornare alla Radura prima della chiusura delle Porte e starcene sicuri e al calduccio.>>
  <<E il Labirinto? Non si trova un'uscita.>> disse Thomas.
  <<Il Labirinto deve essere solo un codice.>>
  Alice non poté finire di spiegare che arrivarono Alby e Newt più preoccupati e agitati del solito, seguiti da altri Radurai.
  Alby era su tutte le furie. <<Che hai fatto?>>
  Alice non capiva a cosa si riferisse ma stava guardando lei. Doveva sapere qualcosa. Qualcuno aveva ascoltato la conversazione tra lei e Thomas e l'aveva riferita al ragazzo più grande.
  Alice sapeva che non aveva via di scampo. Aveva una caviglia che le faceva male, quindi non poteva scappare. Doveva dire la verità. Al massimo sarebbe stata messa nella Gattabuia. Loro avevano bisogno di lei, perché lei sapeva del codice del Labirinto. Non l'avrebbero mai esiliata.
  <<Ho innescato qualcosa>> rispose infine, cercando di mantenere la calma. <<Non di proposito, te lo giuro. La Fine. Non so cosa significhi.>>
  <<Che c'è che non va, Newt?>> domandò Thomas, per non rivolgersi direttamente ad Alby per paura di essere accusato complice della Fine innescata dalla ragazza. <<Che è successo?>>
  Ma Alby lo prese per la maglietta. <<Che è successo? Te lo dico io cos'è successo, pive. Eri troppo occupato a fare gli occhi dolci per prenderti il disturbo di guardarti intorno? Di accorgerti di che fottutissime ore sono?>>
  Alice guardò l'orologio e lo fece anche Thomas. Si resero conto con orrore di cosa gli era sfuggito, prima che Alby lo dicesse ad alta voce.
  <<I muri, testa di caspio. La Porte. Stasera non si sono chiuse.>>

  Alice rimase senza parole. Da quel momento tutto sarebbe stato diverso. Niente sole, niente provviste, niente protezione dai Dolenti. Lei aveva sempre avuto ragione, sapeva che tutto sarebbe cambiato.
  Alby indicò la ragazza. <<Voglio che venga rinchiusa. Adesso. Billy! Jackson! Mettetela nella Gattabuia e ignorate ogni parola che esce dalla sua caspio di bocca.>>
  <<Di che stai parlando, Alby? Non puoi...>> Thomas cercò di ribattere. <<Ma... come fai a darle la colpa per i muri che non si chiudono?>>
  Newt fece un passo avanti. <<E come facciamo a non dargliela, Tommy? L'ha ammesso lei stessa, cacchio.>>
  Quella frase e il modo in cui era stata detta da Newt, ferì Alice. Quel ragazzo era stato il primo ad accettarla tra loro nella Radura. Era come un fratello per lei.
  Era distrutta.
  Thomas si voltò verso di lei, con occhi pieni di tristezza. Lui ci aveva provato a far cambiare idea ai capi, ma loro dovevano mantenere l'ordine perché tutto filasse in quel posto.
  <<Sentiti fortunato che non ti mandiamo con lei, Thomas.>> gli disse Alby, prima di voltarsi e andarsene.
  Billy e Jackson si fecero avanti e presero Alice per le braccia per portarla via.
  Newt li fermò prima che potessero fare un passo. <<Rimanete con lei. Non mi importa cosa succederà, ma nessuno deve toccarla. Giurate sulla vostra vita.>>
  Alice vide gli occhi di Newt. Erano feriti, tristi, come se lei gli avesse spezzato il cuore. Non si sarebbe più fidato di lei. Nessuno si sarebbe più fidato di lei. Questa cosa la faceva soffrire. Adesso tutti le erano contro.
  Solo Thomas l'avrebbe capita.
Vieni a trovarmi.
  Non si oppose ai due ragazzi. Si fece trasportare fino al retro del Casolare senza dire nulla.
Lo farò, almeno lì dentro starai al sicuro.
  Adesso Alice contava solo su Thomas.

Alice in The Maze - Il LabirintoOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz