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  Frypan non era troppo felice di vedersi portare via una scatola intera di rotoli di carta oleata, soprattutto considerando il fatto che gli approvvigionamenti erano stati tagliati. Disse che era una delle cose che aveva sempre richiesto, che gli serviva per cuocere i cibi al forno. Alla fine, per convincerlo a cedere, dovettero spiegargli a cosa serviva.
  Alice si sedette nella cantina delle armi insieme a Newt, Thomas e Minho. Non avevano trovato forbici così Thomas prese il coltello più affilato che riuscì a trovare.
  <<Mi auguro che funzioni.>> disse Minho. C'era un tono di avvertimento nella sua voce, ma il suo sguardo mostrava interesse.
  Thomas spiegò a Minho che doveva tagliare la carta oleata a forma di rettangoli grandi all'incirca quanto le Mappe. Newt e Alice dovevano prendere le prime dieci Mappe dalle scatole di ciascuna Sezione.
  <<Cos'è, l'ora di disegno dei bambini?>> Minho sollevò il coltello e lo guardò con aria schifata. <<Perché non ci spieghi per quale sploff di motivo stiamo facendo questa roba e basta?>>
  <<Ho finito di spiegare>> rispose Thomas. <<Sara più facile farvelo vedere. Se mi sbaglio, mi sbaglio, e allora potremo tornare a correre nel Labirinto come topi.>>
  <<Va bene>> continuò Thomas. <<Adesso tutti tracceremo gli ultimi dieci giorni su un pezzo di questa roba. Ricordatevi di segnare le informazioni in cima, in modo che sappiamo di cosa si tratta. Quando avremo finito credo che vedremo qualcosa.>>
  Alice sapeva che Thomas era intelligente. Lo sapeva già da prima della Radura.
  <<Cosa...>> cominciò Minho.
  <<Continua a tagliare, cacchio.>> ordinò Newt. <<Penso di aver capito dove va a parare.>>
  A Alice fece piacere che almeno uno aveva capito l'idea sua e di Thomas.
  Dopo un po' che stavano lavorando Newt si lamentò di essere stanco. Così Thomas raccolse la pagina di ogni pila che avevano fatto per ogni Sezione, assicurandosi che tutte appartenessero allo stesso giorno e tenendole in ordine dalla Sezione uno alla otto. Le posò una sull'altra, in modo che ciascun disegno del Labirinto corrispondesse allo stesso giorno sia sopra che sotto, in modo da arrivare a vederne otto diverse Sezioni nello stesso tempo.
  Ciò che i ragazzi videro, li sorprese.
  Le linee si incrociavano su e giù, talmente tanto che ciò che Thomas stava tenendo in mano sembrava una griglia a scacchi. Però, alcune linee al centro - linee che si dava caso comparissero più spesso di altre - componevano un'immagine leggermente più scura del resto. Era appena accennata, ma era lì. Non c'era dubbio.
  Alice, Minho e Newt erano intorno a Thomas e tutti guardavano quell'immagine che si era creata.
  Nel centro esatto della pagina c'era la lettera F.

  L'idea aveva funzionato.
  <<Ragazzi>> disse Minho, riassumendo i sentimenti che tutti stavano provando in quell'unica parola.
  <<Potrebbe essere una coincidenza>> disse Alice. <<Facciamone altri, presto.>>
  Thomas si mise al lavoro, unendo le otto pagine di ciascun giorno, in ordine dalla Sezione uno alla otto. Ogni volta, una lettera si formava chiaramente al centro della massa di linee incrociate. Dopo la F venne la L, poi una U, poi due T, un'altra U e una A. Poi P... I... G... L...
  <<Guardate>> disse Thomas, indicando la riga di pile di carta che avevano formato. <<Dice FLUTTUA e PIGL.>>
  <<Fluttua pigl?>> chiese Newt. <<Non mi sembra un cacchio di codice di salvataggio.>>
  <<Dobbiamo solo continuare a lavorare.>> fece notare Alice.
  Dopo qualche altra combinazione si resero conto che la parola, in effetti, era PIGLIA. FLUTTUA e PIGLIA.
  <<È chiaro che non è una coincidenza.>> disse Minho.
  <<No. Chiaro.>> concordò Thomas.
  Alice indicò il ripostiglio. <<Dobbiamo controllarle tutte... Tutte le scatole che ci sono lì dentro.>>
  <<Già>> annuì Thomas. <<Diamoci dentro.>>
  <<Non possiamo aiutarvi.>> disse Minho.
  Dovevano rientrare nel Labirinto. Non potevano fermarsi proprio ora. Di tutti quei giorni quello poteva essere il più importante di tutti. Poteva essere cambiato oppure essersi aperto qualcosa. Minho propose anche di rivalutare l'idea che aveva proposto Thomas. Ovvero di rimanere anche la notte e esplorare più a fondo.
  <<Ma che si fa del codice?>> ribatteva Thomas.
  <<Tommy>> disse Newt. <<Minho ha ragione. Voi pive uscite e mettetevi a correre. Io raduno dei Radurai fidati e continueremo a lavorare su questa roba.>> In quel momento Newt sembrò essere il capo come mai prima.
  Infondeva sicurezza.
  <<Anch'io>> disse Alice. <<Rimarrò qui ad aiutare Newt.>>
  <<Ne sei sicura?>> le chiese Thomas.
  Alice sapeva benissimo che con quella caviglia non poteva tornare a correre. Si limitò a sorridere e ad incrociare le braccia. <<Se c'è da decifrare un codice nascosto da un gruppo complesso di labirinti diversi, sono abbastanza sicura che ci voglia un cervello di donna per condurre i giochi.>>
  <<Tranquillo Tommy,>> concluse Newt. <<Alice starà al sicuro.>>

  Thomas e Minho erano tornati nel Labirinto insieme agli altri Velocisti. Sembrava una giornata come le altre.
  Alice era con Newt nella stanza delle armi con altri otto ragazzi. Newt aveva assegnato una sezione ad ognuno. Dei due ragazzi che rimanevano, uno tagliava la carta e l'altro ordinava i fogli appuntando le lettere che uscivano fuori dalla sovrapposizione delle pagine.
  Qualche volta gli faceva visita Chuck per portare dell'acqua o qualcosa da mangiare. Probabilmente si sentiva escluso da quella faccenda importante. Alice provò di nuovo pena per il ragazzino.
  Ancora non avevano scoperto chi avesse appiccato il fuoco alla Stanza delle Mappe, ma Alice venne a sapere che nel tragico incidente Alby ne era uscito ustionato. Non si sapeva il perché il capo si trovasse nella Stanza. Il che fece pensare alla ragazza che forse era stato proprio lui a dare fuoco alle Mappe. Ma tutti sostenevano che probabilmente era stato Gally, prima di fare irruzione nel Casolare e avvertire tutti riguardo i Dolenti. Le creature del Labirinto avrebbero preso un ragazzo ogni notte finché non sarebbe rimasto più nessuno.
  Ecco perché dovevano trovare tutto il codice.
  Alice, Newt e gli altri andarono avanti con le parole. Ma lei aveva bisogno di staccarsi un po'.
  Decise di chiamare Thomas con la mente. L'avrebbe distratta e tenuta in compagnia.
Tom.
Alice.
Stiamo facendo progressi... Abbiamo già trovato qualche altra parola. Però ancora niente che abbia senso.
  Thomas non rispose per un po' e Alice pensò che forse non aveva voglia o non era il momento adatto.
Mi chiedo perché siamo capaci di fare questa cosa, le disse Thomas.
  Alice era sorpresa da quella frase. Non lo so. È stranissimo. È come se tu fossi uno sconosciuto, ma so anche che non lo sei.
Mi dispiace dirtelo, ma in effetti siamo due sconosciuti. Non abbiamo parlato molto noi due.
Non essere sciocco, Tom. Penso che qualcuno ci abbia modificato il cervello, che ci abbia messo qualcosa per farci fare 'sta cosa telepatica. Prima che venissimo qui. Questo mi da la certezza che noi ci conoscessimo già.
Modificato il cervello?, domandò. E come?
  Non lo so... È un ricordo che non riesco ad afferrare. Credo che abbiamo fatto qualcosa di grosso.
  Alice pensò al legame che aveva sempre percepito di avere con lui, fin da quando era arrivata nella Radura.
  Pensò a ciò che Gally, Alby e forse anche Ben avevano detto di loro due. Dopo la Mutazione. Pensò che erano stati lei e Thomas, in qualche modo, a fare quella cosa agli altri e a sé stessi.
Sei ancora lì?, le chiese lui.
Si, stavo pensando.
Questa cosa mi fa sempre venire il mal di testa.
Fa male anche a me, ammise Alice. Okay, ci vediamo dopo. Ti farò sapere se scopriamo qualcosa.
  Scomparve.

Alice in The Maze - Il LabirintoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora