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Aprì gli occhi giusto il tempo per vedere e capire che qualcuno l'aveva presa sotto le gambe e sotto la testa e la stava riportando nella Radura.
Era Minho. Affianco Thomas stava parlando con una voce rotta e preoccupata.
La caviglia le dava ancora fastidio. Le faceva molto male.
Stavano attraversando la Porta Occidentale.
L'ultima cosa che sentì, fu la voce di Newt che urlava contro i due Velocisti. Poi di nuovo il buio.

Tom, ho appena innescato la Fine.

Si risvegliò nella sua stanza al Casolare. Qualcuno era seduto al suo fianco e le stava tenendo la mano.
Era Newt.
Il ragazzo si accorse di lei e sorrise. <<Sono contento che stai bene, Aly.>>
Alice non capiva cosa fosse successo. Si ricordava ben poco. Cercò di alzarsi ma appena si mosse le prese a girare la testa. Si sentiva stordita.
<<Ferma. Devi riposare. Ti sei storta una caviglia e i Medicali te l'hanno fasciata. Hai anche sbattuto la testa. Per fortuna niente di grave. Cosa ti è venuto in mente?>>
Adesso si ricordava.
<<Potevi romperti una gamba. Ci hai fatto preoccupare.>> Poi rise. <<Dovevi vedere la faccia di Minho quando ti ha riportata nella Radura. Sembrava il più sconvolto di tutti. Thomas ha detto che lo ha dovuto calmare per farlo ragionare e che, mentre ti riportava qua, si è anche messo a correre, per paura che fosse grave.>>
<<Quel ragazzo è strano.>> Alice si accorse di avere la voce tremolante. Poi realizzò che con una caviglia in quelle condizioni non poteva tornare nel Labirinto.
Maledette scacertole, si disse.
<<Dove sono Thomas e Minho?>>
<<Stanno riposando credo. È notte, sai.>> Rispose Newt.
<<E allora che diamine ci fai qui da sveglio? Non dirmi che...>> Sì fermò quando vide il sacco a pelo del ragazzo nella stanza. <<Dai, Newt. Stavolta non dovevi. Me la so cavare da sola. Devi dormire. Ci servi per l'ordine.>> rise.
<<Spiritosa. Non manca molto all'alba, quindi non c'è motivo di rimettersi a dormire.>>
Non voleva far preoccupare così tanto Newt. Non voleva essere un peso e non voleva che Newt fosse stanco per colpa sua, poiché era rimasto la notte sveglio.
<<Dai, sdraiati qui affianco a me.>>
Newt era dubbioso ma non esitò. Si sdraiò sopra le coperte e Alice appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo.
Non stettero per molto tempo così. Chuck li andò a chiamare sotto ordine di Alby.
Il ragazzino colpì l'attenzione di Alice. La sua aria era terrorizzata.
Alice fece fatica ad alzarsi ma con l'aiuto di Chuck e di Newt riuscirono ad uscire dal Casolare.
Furono accolti da una luce flebile e smorta. Qualcuno stava gridando.
Alice sollevò lo sguardo. Il cielo era una lastra color grigio opaco, privo della luce pallida che era naturale vedere al mattino. Non c'era traccia né di azzurro né del nero della notte. Niente stelle, niente alone violaceo dell'alba che arriva piano. Il cielo era completamente grigio, privo di colore, morto.
Newt guardò l'orologio ed erano le otto e mezza. Il sole doveva essere già in alto a risplendere sulla Radura. Ma non c'era.
Alice chiuse gli occhi e li riaprì, come per aspettarsi che il cielo fosse tornato alla normalità. Ma era tutto grigio. Niente nuvole, niente crepuscolo, niente primi minuti dell'alba. Solo grigio.
Il sole era scomparso.
Stando all'ora del giorno, la colazione sarebbe dovuta essere finita da tempo e tutti sarebbero dovuti essere al lavoro. Ma nella sparizione del più grande astro del sistema solare c'era qualcosa che aveva gettato scompiglio nelle solite abitudini. Molti Radurai erano riuniti davanti alla Scatola e indicavano il cielo smorto, parlando tutti insieme.
<<Te lo avevo detto che ci saresti servito per l'ordine, Newt.>> Alice parlò a bassa voce mentre ancora fissava sbigottita il cielo. Non era spaventata.
Molti ragazzi si comportavano come galline sperdute dopo essere scappate dal pollaio.
Era ridicolo, pensò.
Era ovvio che il sole non fosse scomparso. Era impossibile. Erano troppo intelligenti e razionali per giungere ad una conclusione simile. No, doveva esserci una ragione scientificamente accettabile per l'evento a cui stavano assistendo. E di qualunque cosa si trattasse, per Alice aveva un significato ben preciso: il fatto che non riuscissero più a vedere il sole, probabilmente, voleva dire innanzitutto che non lo avevano mai visto davvero. Il sole non poteva semplicemente sparire. Il loro cielo doveva essere stato - ed essere ancora - finto. Artificiale.
In qualche modo doveva essere finto. Tutto ciò che riguardava quel luogo era finto. Ecco spiegato perché lì il clima era sempre lo stesso da due anni. Non pioveva mai, non nevicava mai, non grandinava mai. Non faceva né troppo caldo e né troppo freddo. Era tutta un'illusione. Ma perché?
Newt corse da Alby, lasciando Alice con il piccolo Chuck.
Ovviamente molti ragazzi non erano arrivati all'unica spiegazione accettabile, ovvero che il sole era finto. Tutti correvano terrorizzati per la Radura, non sapendo bene dove andare o cosa fare.
Arrivò Thomas di corsa. Guardò il cielo. <<Forse si è rotto qualcosa. Cioè, magari torna.>>
<<Rotto? E che vorrebbe dire?>> chiese Chuck, incrociando lo sguardo di Thomas.
Prima che potesse rispondere, Alice si ricordò del giorno precedente, prima di svenire ed essere portata al Casolare. Aveva detto delle parole a Thomas con la mente: ho appena innescato la Fine. Non poteva essere una coincidenza. Si sentì colpevole di tutto. Sentì i conati di vomito. Sperava con tutto il suo cuore che Thomas non se ne uscisse dicendo che lei aveva innescato la Fine. Sarebbe stata esiliata, come Ben. E passare la notte con i Dolenti e una caviglia storta non era il massimo.
Voleva correre e scappare, ma ovviamente non poteva.
Per fortuna Thomas non disse nulla.
Arrivò Minho, di corsa. <<Thomas! Piantala di fare l'intervallo con Chucky e partiamo. Siamo già in ritardo.>>
Poi guardò Alice che a mala pena si teneva in piedi. <<Vedo che già stai meglio. Quando torno parliamo.>>
Quella frase la spaventò. Sembrava una minaccia, ma poi si rese conto che anche Minho era preoccupato per l'assenza di sole. Senza il sole non riuscivano a regolarsi del tempo e delle ore che trascorrevano. Anche se avevano gli orologi, il sole forniva una sicurezza in più sull'orario.
Quell'accaduto aveva sconvolto tutti. Chi più, chi meno. Tutti erano disorientati.
<<Se il sole è davvero scomparso,>> continuò Minho. <<non passerà molto tempo rima che schiattino anche le piante e gli animali. Credo che il livello di disperazione sia appena salito di una tacca.>>
<<Vuoi dire che starete fuori anche di notte?>> domandò Alice.
Minho scosse la testa. <<No, non ancora. Però forse lo faremo presto.>>
Non so cosa hai fatto, Alice, cosa intendevi con 'Fine', ma credo non sia una cosa bella. Per il momento non diciamolo a nessuno. Ci prenderebbero per pazzi.
Thomas la guardò con preoccupazione mista a terrore. Forse anche con una sfumatura di rabbia.

Alice in The Maze - Il LabirintoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora