38

1.3K 79 10
                                    

Mentre Alice stava sistemando le ultime cose, le si avvicinò Minho. La cosa la sorprese. Non se lo aspettava.
<<Ehi, Alice.>> disse piano Minho, dopo un po' che si trovava lì a guardarla sistemare. <<Io devo scusarmi, per come mi sono comportato. Sono stato uno stupido. Devi scusarmi. Non ero in me, per la storia dell'uscita...>>
Alice si fermò e poggiò le mani sui fianchi. <<Sei venuto a scusarti solo perché adesso sai che sono la sorella di Newt? La sorella di uno degli Intendenti? Di un tuo amico? Scommetto che se non lo fossi stata, non saresti mai venuto a scusarti.>>
<<Be', forse da una parte hai ragione, però no. Dovevo scusarmi e non l'ho fatto quando potevo. Ho sbagliato.>> disse Minho, abbassando la testa.
Il comportamento del ragazzo era strano. Alice però si sentì crudele a non accettare le sue scuse. Da una parte era stato sincero sul fatto che se lei non fosse stata la sorella di Newt, forse non si sarebbe scusato, anche se doveva. <<Accetto le tue scuse. Devo dire che ci sono rimasta molto male.>> Poi pensò al fatto che era stato Newt a mandarla da lui. <<Non capisco una cosa però...>>
Minho alzò lo sguardo confuso. <<Cosa?>>
<<Quando Newt ti ha visto afflitto, quando ha visto che stavi mollando tutto, ha chiesto a me. Cioè, è stato lui a mandarmi da te. Io non c'entro niente.>> rispose Alice.
<<Sei sicura?>> chiese l'Intendente.
<<Sì, sono stato io.>> disse Newt avvicinandosi.
Sia Alice che Minho sobbalzarono per lo spavento.
<<E non solo.>> continuò Newt.
<<Che vorresti dire?>> chiese il Velocista.
Newt si accigliò un attimo, come se stesse riflettendo. <<Be', sono stato io a chiedere ad Alby di affidare Alice a te, Minho.>>
Cosa?, si chiese Alice. Perché l'avrebbe dovuto fare?
Minho sembrava più sconvolto di Alice. <<E perché l'avresti fatto?>>
Newt rise. <<Credo di averlo detto solo a Tommy. Vedi, io sapevo che c'era qualcosa di familiare in Alice. Non mi fidavo a lasciarla con altri Intendenti, come Wiston, Gally, o Frypan. Perciò ho chiesto ad Alby di affidarla a te. E anche quando tu hai chiesto di farla spostare, io ho insistito perché Alby non lo facesse. Se fosse stato per lui, ti avrebbe tolto Alice dalle palle già la prima volta che gliel'hai chiesto. Sono stato io ad insistire.>>
<<Cosa?>> Minho non credeva alle parole del ragazzo. <<Non solo tu e Thomas siete complici, ma per di più mi hai usato?>> Sembrava rattristato.
Newt scosse la testa. <<No, no. Thomas lo sa solo perché aveva dei dubbi ed è venuto a chiedermelo. Mi ha dato la sua parola di pive che non avrebbe fiatato. Quindi non c'entra nulla. E poi, non l'ho fatto solo per Aly, ma anche per te, Minho. Vedo che ti ha fatto bene stare vicino ad una ragazza. E questa ne è la dimostrazione.>> fece una pausa. <<Fino a poco tempo fa, forse non te ne sarebbe fregato una cippa, ma adesso sei diverso. Sei cambiato, e in meglio dico...>>
Alice non ci poteva credere. <<Non so che dire.>>
<<Neanche io.>> disse Minho.
<<Non ti ha fatto così male, in fondo.>> rise Newt. <<Io vado, prima che tu mi possa uccidere.>>
Come faceva ad avere quel sorriso Newt in un momento come questo, in cui stavano per tentare la fuga, dove qualcuno sarebbe morto, Alice non lo sapeva. Tutto quello che aveva passato nella Radura era stato strano ma anche emozionante, e si chiedeva se ne avesse sentito la mancanza.
Alice guardò Minho. Era spaesato. <<Tutto bene?>>
<<S... si. Non me lo aspettavo.>> rispose. Poi alzò lo sguardo e sorrise. Un sorriso diverso da tutti quelli che aveva visto Alice di Minho. Era semplice e naturale. Un sorriso spuntato dal nulla. Doveva essere veramente felice.
Ricambiò il sorriso e si rimisero al lavoro.

Poco prima del normale orario di chiusura delle Porte, Frypan preparò un ultimo pasto prima della notte. L'atmosfera che avvolgeva la cena dei Radurai non sarebbe potuta essere più triste o intrisa di paura.
A tavola Thomas si comportava come un fratello maggiore per il piccolo Chuck. Continuava a mantenere la sua promessa di riportarlo a casa, o di trovarne comunque una, dove poter stare tutti insieme.
Il baccano proveniente dagli altri tavoli attirò l'attenzione di Alice. Newt e Alby stavano chiamando a raccolta i Radurai, dicendo a tutti che era ora di andare.
Alice decise di andarsi a preparare. Prese lo zaino e una torcia e si avviò verso la Porta Occidentale. Una volta lì, incontrò Minho e insieme iniziarono a ripassare il piano per inserire il codice di fuga nel computer, una volta entrati nella Tana.
Poco dopo li raggiunsero Thomas e Chuck.
<<Pronti, pive?>> domandò Minho, quando arrivarono. <<Thomas, questa roba è tutta un'idea tua. Quindi sarebbe bene che funzionasse, o ti ammazzerò prima che lo facciano i Dolenti.>>
<<Grazie>>> disse Thomas. <<Stai bene, Alice?>>
Alice non si era accorta che si stava dondolando sui piedi mentre si torceva le mani. Tornò alla realtà scuotendo la testa. <<Sì, sono solo impaziente di farla finita.>> rispose con un sorrisetto quasi da isterica.
<<Amen, sorella.>> disse Minho. Sembrava essere il più calmo, il più sicuro di sé, il meno spaventato. Alice lo invidiava.
Quando finalmente Newt ebbe radunato tutti, chiese il silenzio. <<Siamo in quarantuno.>> Si mise in spalla lo zaino che aveva in mano e sollevò una grossa asta di legno con l'estremità avvolta dal filo spinato. Sembrava un'arma letale. <<Assicuratevi di avere con voi le vostre armi. A parte questo, non c'è molto altro che possa fottutamente dirvi... Il piano lo conoscete tutti. Combatteremo nel tentativo di entrare nella Tana dei Dolenti, e Tommy, qui, digiterà il suo codicillo magico. Poi renderemo pan per focaccia ai Creatori. Tutto qui.>>
<<Qualcuno non dovrebbe fare un discorso di incoraggiamento o qualcosa del genere?>> domandò Minho.
<<Prego>> ribattè Newt.
Minho annuì e si rivolse alla folla. <<Fate attenzione>> disse, secco. <<Non morite.>>
<<Grandioso. Siamo proprio ispirati, cacchio.>> rispose Newt. Poi puntò il dito verso il Labirinto, oltre le sue spalle. <<Il piano lo conoscete tutti. Dopo due anni a farci trattare come topi, stanotte ci ribelleremo. Andremo a lottare con i Creatori, non importa cosa dovremo affrontare per arrivarci. Stanotte i Dolenti faranno meglio ad avere paura.>>
Qualcuno applaudì. Poi lo fece qualcun altro. Presto si innalzarono urla e grida di battaglia, a volume sempre più alto, fino a riempire l'aria tutta intorno.
La partita era aperta.
Prima di iniziare a correre per il Labirinto, Alice si avvicinò a Minho. Voleva un po' del suo coraggio prima di partire. <<Sai che sei proprio carino quando cerchi di fare il duro?>>
Il ragazzo rise. <<Stai accanto a me e a Thomas. Andrà tutto bene.>> disse come se avesse letto nella mente di Alice la sua paura e la preoccupazione.
<<Cos'è, credi non mi sappia difendere da sola?>>
La risposta di Minho la mandò in confusione. La fece anche imbarazzare poiché non se l'aspettava. <<Se ti succedesse qualcosa, Newt non me lo perdonerebbe mai.>>
Il Velocista sorrise e entrò nel Labirinto.
Adesso dovevano solo arrivare alla Tana.

Alice in The Maze - Il LabirintoWhere stories live. Discover now