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  Alice ne aveva abbastanza. Aveva sentito troppo e si sentiva più confusa che mai. La notizia di Newt l'aveva sconvolta. Decise di andarsene.
  Si alzò in piedi alla velocità della luce, cosa che le fece girare per un attimo la testa. Tutti presero un colpo e sobbalzarono dalla sedia. Il movimento brusco della ragazza li aveva sorpresi.
  Passarono diversi secondi in cui Alice fissava tutti i ragazzi e viceversa. Nessuno disse nulla.
  Alice si diresse verso la porta con cautela ma Minho la prese per il braccio. <<Dove stai andando?>> chiese.
  Alice lo fissò negli occhi e le tornò in mente tutto quel casino. Ora si sentiva in gabbia più che mai. Ebbe una scossa di adrenalina che la fece svegliare dai suoi pensieri. Era arrabbiata, confusa, e intontita.
  Ritrasse il suo braccio scansando il Velocista. <<Lasciami stare!>> disse a voce alta, con un tono di paura misto a rabbia.
  Si voltò per dare un ultimo sguardo a Newt e poi uscì dalla stanza, lasciando la porta spalancata.
  Uscita dal Casolare prese a correre. Gli altri sapevano che lei sarebbe andata alle Faccemorte a nascondersi, così Alice decise di cambiare posto. Sarebbe entrata nel Labirinto.
  Così fece. Superata la Porta Occidentale, percorse il corridoio principale. Girò a sinistra e poi a destra. Non voleva andare oltre. Non voleva perdersi proprio ora.
  Si accasciò a terra, con le spalle al muro. Si portò le gambe al petto e le strinse a sé. Poi poggiò la testa sulle ginocchia. Sembrava un piccolo gomitolo.
  Il nome di Newt le era sempre apparso familiare, sin dalla prima volta che lo aveva sentito. Ma aveva sempre rimandato la questione. Ora si chiedeva se anche Newt avesse avuto gli stessi suoi dubbi.
  Avere un fratello di cui non si ricordano momenti trascorsi insieme, dei ricordi, era brutto. Era come avere uno sconosciuto per fratello. Poi pensò al fatto che mentre lei lavorava con i Creatori, Newt era stato rinchiuso due anni nel Labirinto. Lui non si ricordava di lei e lei continuava a vederlo da uno schermo, sapendo che lui forse non si sarebbe mai ricordato della sorella.
  Si sentiva afflitta. Come aveva potuto aiutare delle persone come i Creatori, così crudeli? Come aveva potuto permettere che succedesse una cosa del genere?
  Ripensò alla caviglia di Newt. Si era fatto male scappando dai fottuti Dolenti, che lei, la sorella, aveva aiutato a creare per la Prova del Labirinto. Doveva mille scuse. Ma adesso bisognava guardare avanti. Dovevano solo uscire da quel posto e lei avrebbe ricominciato la sua vita con Newt al suo fianco, che era lì per proteggerla. Sarebbe stato tutto diverso d'ora in poi.

  Dopo più di una mezz'ora decise di fare rientro nella Radura. Nessuno l'era venuta a cercare o forse si, ma non nel Labirinto.
  Già dal corridoio principale Alice vide i Radurai al lavoro. Correvano qua e là, ma non aveva niente a che fare col prepararsi a superare la notte nel Casolare. Stavano facendo qualcos'altro. Erano tutti piuttosto calmi e la cosa la inquietò.
  Appena superò la grande Porta Occidentale tutti iniziarono a fissarla. Tutti si ammutolirono e lasciarono stare ciò che stavano facendo. Anche quelli che correvano da una parte all'altra della Radura si fermarono o rallentatono.
  Alice si sentì strana. Pensò che forse un Dolente l'aveva seguita ed era alle sue spalle, ma si girò e non c'era niente.
  I ragazzi crearono come un varco per lasciarla passare. Qualcuno gridò "è tornata!".
  Poi Alice vide uscire Thomas e Newt dalla stanza delle armi. Si dissero qualcosa e Thomas rientrò. Newt si accorse di lei e iniziò a correre per raggiungerla.
  Intanto gli altri Radurai ripresero i loro lavori, facendo finta che non fosse successo nulla, ma Alice sapeva che tra una cosa e l'altra ancora la stavano fissando.
  <<Dove sei stata? Non ti trovavamo da nessuna parte.>> disse Newt con aria agitata e preoccupata.
  <<Ero nel Labirinto a...>>
  Newt non le fece finire la frase che la abbracciò forte a sé. A Alice venne da piangere. Newt l'aveva presa con se e lei si sentiva di nuovo bene. Ora non le importava cosa sarebbe successo, voleva solo restare con suo fratello. Era di nuovo a casa.
  <<Non puoi farmi sempre preoccupare così, Aly, scappando.>>
  Alice sentì le lacrime scendere giù. Alzò lo sguardo verso il ragazzo, ancora abbracciata a lui. <<Non posso perderti di nuovo, Newt.>>

  Restarono abbracciati per un po', finché Newt disse che avevano molto da fare. Stavano progettando la fuga, che si sarebbe tenuta quella notte.
  Molti Radurai avevano accettato di unirsi agli Intendenti per scappare. Erano anche più di quanti Alice si sarebbe immaginata. Quelli che decisero di rimanere nella Radura erano pochi, ma determinatissimi e assai rumorosi. Presero ad andarsene in giro imbronciati, cercando di dire agli altri quanto fossero stupidi. Ma alla fine lasciarono perdere e si misero in disparte.
  Alice non era stata presente per il resto dell'Adunanza quindi non sapeva come si fossero svolte le cose. Newt cercò di metterla al corrente, come meglio poté. Alby si era dichiarato colpevole dell'incendio delle Mappe e della Stanza dove erano custodite. Era stato lui ad appiccare il fuoco. Il tutto perché non voleva andarsene dalla Radura. Ripeteva in continuazione che il mondo era peggio dello stare con i Dolenti. Nel mondo si era diffusa una malattia chiamata Eruzione. Alby non voleva tornare a casa, ma Newt era riuscito a convincerlo. Tutto quello che disse il capo era confuso e nessuno, neanche Thomas, che aveva recuperato dei ricordi, trovava una spiegazione.
  Il piano era fuggire di notte e una volta giunti alla Scarpata avrebbero sacrificato un ragazzo per i Dolenti, affinché gli altri riuscissero a scappare. Si era offerto volontario Thomas ma nessuno avrebbe permesso che lo facesse.
  Quella notte sarebbe morto un pive, quindi meglio che morissero combattendo per l'uscita, invece che rinchiusi nel Casolare, senza vie di fuga.
  Il compito di Alice era quello di arrivare al computer nella Tana dei Dolenti e inserire il codice.
  Il piano era semplice e chiaro. Dovevano uscire.
  Furono distribuiti zaini pieni di provviste. Frypan - Newt disse a Alice che il Cuoco era stato uno degli ultimi Intendenti a decidere di andare - fu incaricato di raccogliere il cibo e di escogitare un modo per distribuirlo equamente nelle varie razioni. Gli approvigionamenti includevano anche delle siringhe di DoloSiero, sebbene Thomas ritenesse che i Dolenti non avrebbero punto nessuno. Chuck fu incaricato di riempire le bottiglie d'acqua e di distribuirle a tutti. Alice dovette aiutarlo sotto ordine di Thomas, che le aveva chiesto di abbellire la prospettiva del viaggio il più possibile, anche se questo avesse implicato di mentire spudoratamente, cosa che, in effetti, fu costretta a fare. Da quando aveva scoperto che avrebbero tentato la fuga, Chuck aveva cercato di assumere un'aria coraggiosa, ma la sua pelle sudata e gli occhi attoniti tradivano la verità.
  Minho andò alla Scarpata con un gruppo di Velocisti, portando con sé corde d'edera e pietre per fare un'ultima verifica sull'invisibile Tana dei Dolenti. Dovettero sperare che le creature rispettassero i loro soliti orari e che non uscissero durante il giorno. Per la fuga avrebbero fatto meglio ad aspettare la notte, quando la maggior parte dei Dolenti si sarebbe trovata nel Labirinto e non nella loro Tana.
  Thomas e Newt distribuirono le armi. Anzi, per disperazione, in vista dell'incontro con i Dolenti, ne furono create addirittura di innovative. Pali di legno furono intagliati fino a divenire lance o avvolti nel filo spinato; i coltelli vennero affilati e fissati con i rampicanti alle estremità di robusti rami tagliati dagli alberi del bosco. Cocci di vetro rotto furono applicati alle vanghe. Alla fine della giornata, i Radurai si erano ormai trasformati in un piccolo esercito. Un esercito assai patetico e mal preparato, pensò Alice. Ma comunque di esercito si trattava.

  Alice dovette supplicare Newt per conderle di prendere l'arco con le frecce. Il fratello si convinse solo quando la ragazza chiese aiuto a Thomas per smuoverlo.
  Thomas parlò con Alice riguardo alla postazione del computer e del codice. Se nessuno dei due ce l'avesse fatta ad arrivarci, potevano contare su Newt e Minho. Avrebbero fatto in modo che venissero digitate le parole del codice.

Alice in The Maze - Il LabirintoWhere stories live. Discover now