46

1.5K 53 6
                                    

I collaboratori di quell'edificio avevano trascinato Alice in una stanza diversa per dormire, situata frontalmente a quella dei ragazzi ma separata dal grande atrio dove avevano da poco mangiato la cena.
Non le dispiacque molto di essere stata separata dai suoi compagni. Era abituata a dormire con i ragazzi attorno. Ora poteva passare delle ore da sola, ma provava una leggera paura. Paura di non essere protetta dai suoi amici.
Il buio, poi, rendeva tutto più terrificante.
La vera paura arrivò quando Alice pensò a che fine avessero fatto i Radurai rimasti indietro. Non voleva saperlo.
E loro potevano davvero essere al sicuro con questa gente? C'era una sola risposta a cui dovevano aggrapparsi: potevano fidarsi.
C'era troppo silenzio.
Com'è la tua stanza?, le chiese Thomas con la mente. Tuo fratello non fa altro che chiedere di te. Ma Minho sembra più preoccupato di Newt.
Ah sì?, rispose lei.
Cercano di tranquillizzarsi a vicenda.
Alice percepì una piccola risata da parte di Thomas. Si immaginò la scena in cui Minho e Newt si abbracciavano a vicenda per consolarsi.
Mi dispiace tantissimo per Chuck, rispose lei.
A volte era irritantissimo, disse Thomas. Fece una pausa. Però fa male. Mi sento come se avessi perso un fratello.
Lo so.
Gli avevo promesso...
Basta, Tom. Alice non poteva sopportare anche questo. Mi dispiace, ma devi smettere con questa storia della promessa. La metà di noi ce l'ha fatta. Se fossimo rimasti nel Labirinto, saremmo morti tutti.
Ma Chuck non ce l'ha fatta. Rispose triste Thomas.
Alice riusciva a sentire il senso di colpa dentro che la stava tormentando. È morto per salvati. Lo ha scelto lui. Non rendere inutile il suo gesto.
La ragazza sentì Thomas triste. Forse stava per piangere. Poi disse: Alice?
Si?
Voglio ricordare. Cosa facevamo noi prima del Labirinto.
Anch'io. Rispose lei pensierosa.
Mi chiedo come sarà domani.
Lo scopriremo tra qualche ora.
Già. Be', buonanotte.
Buonanotte. Si limitò a dire lei.
Alice provava qualcosa di strano. Non stava proprio sorridendo. Non era un'espressione del tutto felice. Ma quasi.
E in quel momento andava bene anche un quasi.

Non fece in tempo ad addormentarsi che una donna entrò nella sua stanza.
Si avvicinò rapidamente alla ragazza e in una mossa veloce inniettò nel suo braccio qualcosa di strano attraverso una siringa. Alice non poté fare resistenza perché subito si sentì confusa. Cadde nel sonno più profondo.

-----
È corto lo so, ma è così e basta. Anche il prossimo sarà corto.
Sorry,
by Mary.

Alice in The Maze - Il LabirintoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora