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  Cacchio. Ora sì che siamo rincaspiati definitivamente, pensò Alice.
  <<Tornerò presto>> disse Thomas, voltandosi per allontanarsi. <<Devo trovare Newt, vedere se qualche Mappa è sopravvissuta all'incendio.>>
  <<Aspetta!>> urlò Alice. <<Fammi uscire di qui!>>
  <<Non posso... Torno presto, te lo prometto.>> Sì voltò prima che Alice potesse protestare.
  Alice sapeva benissimo che Thomas voleva farla uscire di lì ma che non c'era tempo.
  Un'idea le balenò nella mente. Aveva ancora il taglierino nella calza destra. Ma doveva rispettare gli ordini di Alby e Newt. Se fosse riuscita ad uscire dalla Gattabuia avrebbe destato più sospetti che mai. Meglio evitare, si disse.
  Se Thomas aveva ragione, se erano stati a un soffio dal trovare qualche indizio per uscire da quel posto, solo per vederlo andare letteralmente in fumo...
  Dopo un po' Thomas stava tornando, insieme a Newt e Minho.
  <<Fatela uscire.>> Thomas era accanto alla porta della cella, con le braccia incrociate. <<Fatela uscire, poi parleremo. Fidatevi... è roba che vi interesserà.>>
  Newt era coperto di fuliggine e di sporcizia e aveva i capelli incrostazioni dal sudore. <<Tommy, questo è...>>
  <<Per favore. Aprite e basta. Fatela uscire. Per favore.>>
  Minho era di fronte alla porta, con le mani sulle anche. <<Come facciamo a fidarci di lei?>> domandò. <<Ha ammesso di aver innescato qualcosa.>>
  <<Non ha tutti i torti.>> commentò Newt.
  <<Possiamo fidarci di lei. Lo abbiamo fatto quando è arrivata e lo possiamo ancora fare. È stata mandata qui come tutti noi... È sciocco pensare che sia responsabile dei fatti che sono successi.>> rispose Thomas, facendo un cenno per indicare Alice.
  Nessuno si mosse.
  <<Dai>> insistè Thomas. <<Che farà, si metterà a correre in giro accoltellando a morte tutti i Radurai? Ma dài, su.>>
  <<Potrebbe.>> riflettè Minho. <<Va bene. Facciamo uscire la stupida pive.>>
  <<Non sono stupida!>> urlò Alice. <<E sento ogni parola che dite, voi facce di caspio là fuori!>>
  <<Proprio una dolcezza sei, Alice.>> disse Newt.
  Alice sapeva benissimo che Newt la stava odiando per aver innescato la Fine. Anche se era ferita dal suo cambiamento nel comportamento verso i suoi confronti, dovevano andare avanti. L'importante adesso era trovare il codice.
  Newt aprì la porta e la fece uscire. Le rivolse ancora uno sguardo ferito.
  Alice uscì e si fermò accanto a Thomas. L'unico che la stava sostenendo.
  <<Va bene, parlate.>> disse Minho. <<Che c'è di importante?>>
  Thomas guardò Alice come se non sapesse da dove iniziare e volesse una mano. <<Parla tu. È chiaro che mi credano una serial killer adesso.>>
  Thomas si mise a spiegare di quel che Alice si era ricordata. Del Labirinto e del Codice. Del messaggio che i muri stavano trasmettendo. 
  <<Un codice?>> disse Minho. <<Come fa a essere un codice?>>
  Thomas scosse la testa. <<Non lo so per certo... Tu conosci le Mappe molto meglio di me. Ma ho una teoria. È per questo motivo che speravo che voialtri ve ne ricordaste alcune.>>
  Alice capì quello che intendeva Thomas. Se alcuni dei Velocisti si ricordavano delle Mappe, forse avevano ancora una possibilità.
  Minho lanciò un'occhiata a Newt, tenendo le sopracciglia alzate con fare interrogativo. Newt annuì.
  <<Cosa?>> domandò Alice. Stavano chiaramente nascondendo delle informazioni.
  <<Continuate a comportarvi come se aveste dei segreti.>> aggiunse Thomas.
  Minho si strofinò gli occhi con entrambe le mani e fece un respiro profondo. <<Le Mappe le abbiamo nascoste, Thomas.>>
  All'inizio Alice non capì. <<Eh?>>
  Minho indicò dietro di se il Casolare. <<Abbiamo nascosto le fottute Mappe nella stanza delle armi, sostituendole con delle cartacce. A causa dell'avvertimento di Alby. E a causa della cosiddetta Fine innescata dalla tua ragazza.>>
  <<Non sono la sua ragazza.>> rispose scocciata Alice, mentre faceva roteare gli occhi.
  Newt annuì di nuovo.
  <<Sono tutte sane e salve>> disse Minho. <<Dalla prima all'ultima, quelle stronze. Quindi, se avete una teoria, vedi di parlare.>>
  <<Portatemi a vederle.>> disse Thomas.

  Minho accese la luce. Nella stanza c'era una gran confusione. Armi sparse a terra dall'aria minacciosa, pronte a prendere vita e a uccidere la prima persona nella stanza tanto stupida da avvicinarsi troppo.
  <<Qui dietro c'è un ripostiglio nascosto>> spiegò Minho, oltrepassando alcuni scaffali per recarsi in un angolo buio. <<Lo sanno solo alcuni.>>
  A Alice fece piacere tornare a far parte del gruppo - anche se in modo diverso - di quelli che ragionavano nella Radura, dando consigli e in stretti rapporti con i capi, in modo da gestire la situazione. Come dei leader.
  Sentì lo scricchiolio di una vecchia anta di legno e poi Minho trascinò una scatola di cartone sul pavimento. Grattava come un coltello che sfrega sulla pietra. <<Ho messo il contenuto di ogni baule in una scatola separata. Otto scatole in totale. Tutte qui dentro.>>
  <<Questa qual è?>> chiese Thomas, inginocchiandosi accanto alla scatola.
  <<Apri e guarda... Ogni pagina è contrassegnata dal numero, ti ricordi?>> gli fece notare Alice.
  Minho fece un cenno col capo. <<A volte mi dico che non sei da sottovalutare.>>
  Thomas aprì la scatola. Le Mappe della Sezione due erano davanti ai suoi occhi, in un mucchio disordinato. Allungò il braccio e ne tirò fuori una pila.
  Alice si chinò su un'altra scatola e fece lo stesso. Erano le Mappe della Sezione sette.
  <<Okay>> disse Thomas. <<I Velocisti hanno sempre confrontato queste Mappe giorno per giorno, in cerca di un nuovo schema che in qualche modo li aiutasse a trovare una via d'uscita. Tu hai detto addirittura di non sapere davvero cosa stavate cercando, ma che continuavate a studiarle comunque. Giusto?>>
  Minho annuì, con le braccia conserte. Aveva l'aria di uno a cui stanno per rivelare il segreto dell'immortalità.
  <<Bene,>> proseguì Thomas. <<e che ne direste se tutti i movimenti dei muri non avessero niente a che vedere con una mappa o un labirinto o roba del genere? Se invece lo schema servisse a comunicare delle parole? Una specie di indizio per aiutarci a fuggire.>>
  Minho indicò le Mappe in mano a Thomas, lasciandosi fuggire un sospiro di frustrazione. <<Amico, hai idea di quanto abbia studiato questa roba? Non pensi che me ne sarei accorto, se avessero sillabato delle fottute parole?>>
  <<Forse è troppo difficile vedere a occhio nudo, semplicemente confrontando ogni giorno con quello seguente. E magari non bisognava confrontare i giorni con quelli successivi, ma guardare tutto un giorno alla volta.>> Sì intromise Alice.
  Newt rise. <<Aly, Tommy, io non sarò il ragazzo più intelligente della Radura, ma la mia impressione è che voi stiate parlando direttamente con il culo.>>
  <<Okay, okay.>> disse Thomas, ricominciando daccapo. <<Ogni Velocista è sempre stato assegnato a una Sezione precisa, giusto?>>
  <<Giusto>> rispose Minho.
  <<E quel Velocista traccia una Mappa ogni giorno e la confronta con le Mappe dei giorni precedenti per quella Sezione. E se invece le otto Sezioni andassero confrontate luna all'altra ogni giorno? Se ogni giorno fosse un indizio o un codice a sé stante? Avete mai confrontato le Sezioni tra loro?>>
  Minho si strofinò il mento, annuendo. <<Sì, una specie. Abbiamo provato a vedere se succedeva qualcosa mettendole insieme... Ovvio che l'abbiamo fatto. Abbiamo provato tutto.>>
  Alice guardò le Mappe che aveva in mano. Riusciva a scorgere le linee del Labirinto tracciate sulla pagina sotto. In quell'istante capì cosa dovevano fare. Sollevò lo sguardo verso gli altri. <<Carta oleata!>>
  <<Eh?>> chiese Minho. <<Che diavolo...>>
  <<Ci servono carta oleata e forbici. E tutte le matite e i pennarelli neri che riuscite a trovare.>> concluse Thomas.
  Era sorprendente come lei e Thomas riuscissero a capire le stesse cose contemporaneamente senza dirsi nulla.

Alice in The Maze - Il LabirintoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora