Capitolo 7 - Le promesse le mantengo

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Si, stava andando molto peggio di quanto pensassi. Lo stavo fissando come una maniaca da quattro soldi da circa dieci minuti, indecisa se chiedergli una foto, un autografo, una ciocca di capelli o una palpata al sedere, giusto per capire se era sodo come sembrava in tv. Mi sarei volentieri sacrificata in nome della scienza.

Paulo Dybala.
Mi fa strano pensare a lui come il giocatore più famoso in circolazione, il milionario, la Joya, il playboy.

Paulo Dybala.
Che mi sta fissando spaventato da dieci minuti.

<<Questo...questo non cambia niente. Mi hai quasi causato un trauma cranico! Mentre vomitavo l'anima, tu dov'eri?>> sbotto, incredula. Il ragazzo alza entrambe le sopracciglia, preso in contropiede.

Cosa credeva? Che avrei reagito come una pazza e mi ci sarei buttata addosso peggio di un oca in calore? Ero tentata di farlo, lo avrei fatto, ma tenevo a quel poco di dignità che mi era rimasta.

<<Ehm, io...il bagnino mi ha allontanato subito, ti ha portata via appena hai ripreso conoscenza. Vi ho perso di vista e...>> si ferma, copre la mia mano con la sua e spalanco gli occhi.

<<Europa mi dispiace, non l'ho fatto apposta. Stavo per tirare, un coglione mi hai spinto di lato e la palla è arrivata a te. Quando ti ho visto cadere come una foglia, mi so buttato immediatamente e ho avuto paura.>> ammette, rammaricato. Un po' della rabbia evapora e il cervello riprende a funzionare normalmente. Tiro via la mano, afferro ciò che resta del suo succo e lo butto giù.

<<All'ananas? È disgustoso!>> dico, con una smorfia e un saporaccio in bocca. È terribile, nessuno beve quella roba, tranne gli anziani. Mia nonna ne va matta.

<<Attenta a come parli Greco, i miei gusti sono eccelsi.>> ribatte piccato, ma più rilassato. Ha capito che non ne voglio parlare, forse perché voglio crogiolarmi un altro po' nell'impossibile, non lo so.

<<Se lo fossero avresti un alcolico in mano, non questo coso.>> borbotto, passando probabilmente per una a cui piace bere a qualsiasi ora del giorno. Cosa non vera, ma ormai il danno è fatto.

<<Cosa hai in programma oggi?>> chiede, senza commentare.

<<Non ho ancora deciso, sicuramente uscirò dall'albergo per vedere l'isola.>> rispondo fingendomi tranquilla, in realtà dentro sto tremando.

Vorrei scappare e buttarmici addosso a pesce allo stesso tempo, ed è imbarazzante. Sono confusa, nervosa, agitata e ho bisogno di qualcosa di forte. Non ci sto praticamente capendo niente, il mio cervello è bello che andato.

<<Potremmo andare insieme, che ne dici?>> propone rilassato, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo.

Spalanco la mascella sotto shock, non può averlo detto sul serio. I pochi neuroni che ho sono paralizzati, solo uno sembra funzionare evitandomi una figuraccia. Peccato che dica la cosa sbagliata, o forse la più giusta. Devo ancora decidere.

<<No.>> rispondo secca.

Il famoso Paulo Dybala mi imita, spalancando le sue belle labbra. Solleva gli occhiali scuri tra i capelli e mi guarda intensamente, prima di scoppiare a ridere. È bipolare, sicuro. Dopotutto qualche difetto doveva pur averlo...

<<Scusa...è che non mi era mai successo. A quanto pare c'è sempre una prima volta per tutto.>> dichiara, dopo essersi asciugato le lacrime. Si tiene una mano sul petto e fa dei respiri profondi per calmarsi.

Nessuno lo aveva mai respinto, ma non c'era da stupirsi. Chi sano di mente lo avrebbe mai fatto? Beh, io. Ma io sono tutto fuorché una persona equilibrata, specialmente nell'ultimo periodo. Un inciucio con un calciatore famoso è l'ultima cosa di cui ho bisogno al momento, complicherebbe tutto e non sono certa di volervo.

Sfigata come sono mi innamorerei di lui in battito di ciglia, gli darei quel poco di cuore che mi è rimasto nel petto e poi riceverei la batosta definitiva. Perché diciamocelo: Paulo Dybala è fuori dalla mia portata. È lontano anni luce, ed è giusto così, in un certo senso.

<<Già. Ora devo proprio andare, la mia amica si starà preoccupando.>> mi alzo, sotto il suo sguardo sconcertato, spinta dalla convinzione che due mondi così distanti non dovrebbero mai collidere.

<<Aspetta un attimo, non intendevo farti scappare...>> dice, in preda alla confusione. Si sta per alzare quando lo blocco, posando una mano sulla sua spalla.

<<Non sto scappando.>> esclamo, mentre il neurone funzionante mi urla un "bugiarda" a tutto volume.

<<Ah no? Perché sembra proprio così, ho forse detto qualcosa di sbagliato?>> domanda, fissandomi con quei due fari chiari che si ritrova. Sono così cristallini e limpidi da cancellare tutte le scuse che stavo per propinargli.

<<Senti, ti perdono ok? L'incidente è acqua passata e non devi sentirti in obbligo nel fare nulla, perché non mi devi nulla. Puoi dormire sogni tranquilli non tenterò di affogarti o strozzarti nel cuore della notte, magari con addosso la camicia da notte con l'unicorno.>> dico, tentando di sdrammatizzare. Sembra funzionare, perché il ragazzo sorride per un secondo prima di rabbuiarsi.

<<Nessun obbligo, mi sembrava solo un bel modo di farmi perdonare. Ma se non vuoi, fa niente. Potrai vantarti di aver rifiutato Paulo Dybala.>> ribatte piccato, con il sorriso che si trasforma quasi in una smorfia di disappunto.

Allontano di scatto la mano dalla sua spalla, lo guardo e cerco di capirci qualcosa. Pensa sul serio che andrei in giro a vantarmi di una cosa del genere? Ma che razza di persona crede che io sia?

Mi piego fino ad arrivare all'altezza del suo orecchio, in modo che possa sentire solo lui: <<Sta tranquillo anche su questo, nessuno saprà mai nulla, hai la mia parola. E non so con chi hai a che fare di solito tu, ma io le promesse le mantengo. Giuro di non parlare mai di te a nessuno.>> sibilo fredda, nonostante dentro stia bruciando dalla rabbia.

E mi aspetterei quasi che un fulmine squarciasse il cielo per suggellare il giuramento, stile Percy Jackson, ma non succede nulla del genere. Mi raddrizzo, sistemo la gonna del prendisole e mi stampo in faccia un sorriso di circostanza, più finto dell'extension della cameriera.

<<Buona continuazione Signor Dybala.>> concludo gelida, prima di allontanarmi senza neanche aspettare una risposta. E meriterei un applauso, perché non mi volto neanche una volta.

Più metri metto tra me e il calciatore più la guerra che ho in testa diventa violenta. I miei neuroni litigano, una parte di me avrebbe voluto reagire in modo diverso ma l'altra...sa che ho agito bene. Meglio lasciar perdere, il mio cuore sta cercando di guarire e non posso rischiare. Al diavolo le parole di Gianna!

A volte il gioco non vale la candela. O almeno così credevo.

Spazio autrice: scusate l'assenza ma sono stati giorni impegnativi, vi lascio al fine settimana con un nuovo capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate! 🌌💕💎


Colpita da una stella 🌌 /// Paulo Dybala (Completa)Where stories live. Discover now