Capitolo 58 - Passerà

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Così mi trovo sotto il mio ombrellone, sprofondata nella sdraio con gli occhiali da sole e la testa bassa per non farmi vedere. Il ragazzo seduto sul lettino di fronte a me mi guarda male, come se avessi perso qualche rotella. L'ho persa senza dubbio, ma col cavolo che mi farò trovare da Paulo Dybala.

<<Mi sembra di rivivere una scena già vista, o sbaglio?>> esclama esausto il Berna, passandosi una mano dietro il collo.

Gli sorrido sconsolata, se la prima volta il problema era Clara ora è il suo amico. Dovrei sentirmi in imbarazzo, invece non vedo l'ora di vuotare il sacco. Forse lui può darmi le risposte che cerco.

<<Paulo è bipolare?>> dico velocemente, pronta per ricevere la risposta. Magari è davvero bipolare, il che spiegherebbe tantissime cose.

Il calciatore mi guarda sbigottito e poi scoppia a ridere, si alza gli occhiali da sole per asciugarsi gli occhi. Oh, a quanto pare non lo è.

<<No cazzo, no. Non so cosa abbia combinato ma non è bipolare.>> risponde, sfoggiando un sorriso perfetto.

<<Oh, allora che diavolo di problemi ha?>> sbotto, incrociando le braccia al petto.

Il suo comportamento non mi va proprio giù, e sono stanca. Vorrei solo chiudermi in camera e fare una doccia, poi dormire finché non sarà l'ora di tornare a casa. Sono una codarda, vorrei evitare tutto quello che mi aspetta.

<<Spiegati meglio Europa, su su...confidati con zio Federico.>> esclama, con un occhiolino veloce. Con i suoi capelli biondi, il torace muscoloso, la pelle tatuata, non potevo innamora...NO CAZZO! Mi rifiuto!

<<È strano, al limite della paranoia. Un momento è dolce e sembra tenerci davvero, l'altro è freddo come il ghiaccio e mi tratta in modo distaccato. Non lo capisco. A volte si perde in se stesso, lo vedo come guarda il vuoto, ricordando qualcosa o qualcuno. Ma non me lo dice mai, non mi confida mai niente.>> il mio tono decresce con l'ultima frase, e guardo a terra, triste. Una mano afferra la mia facendomi sollevare gli occhi.

<<È un ragazzo che sta passando l'inferno Eu, molti particolari non li so nemmeno io. Sai che ha avuto problemi con la società, e per ora lo stanno lasciando in pace, anche se lo monitorano. Non è un caso se è stato spedito proprio su quest'isola. Da quello che ho potuto capire deve aver stipulato un accordo di qualche tipo, ma non ne so i dettagli. Ultimamente non parla nemmeno con me.>> ammette, lasciandosi sfuggire una smorfia. Questa situazione la sta soffrendo anche lui.

<<So che ci conosciamo da pochissimo tempo e non pretendo di certo la Luna, ma fa male. Ho accettato di fare un passo in più in questa conoscenza, se così si può definire, correndo dei rischi però...non so, mi sembra di conoscerlo meno di prima.>> e mi viene da piangere.

<<Ci tiene a te, questo te li posso assicurare. Non l'ho mai visto così preso da una ragazza prima d'ora.>> esclama, con un sorriso mesto. Non ne sembra troppo contento. Sfila la mano dalla mia e se la passa tra i capelli.

<<Non so cosa gli stia prendendo, te lo ripeto, non mi parla. L'unica cosa che posso dirti è di fare attenzione, non so come finirà questa storia, e potrebbe finire male.>> continua, guardandosi intorno. Vede qualcosa, fa una smorfia e quasi ringhia per la rabbia.

<<Ma sul serio?!>> mormora tra i denti, chiudendo i pugni.

<<Cosa?>> dico, guardandomi intorno.

<<Ci stanno fotografando. C'è un fottuto paparazzo! Come glielo spiegherò a Paulo? Cazzo!>> sbotta, alzandosi di scatto. Così però farà sembrare che stiamo litigando, ormai non so più cosa sia meglio.

<<Stai calmo, per favore.>> gli accarezzo il bicipite e lui mi guarda malissimo, come se volesse bruciarmi la mano o morderla.

<<Non stai migliorando le cose.>> esclama, arrabbiato.

<<Credono che stiamo insieme, che ci frequentiamo, ormai il danno è fatto e non si può tornare indietro. Noi sappiamo la verità però, e non è giusto farci influenzare da loro.>> dico, indicando l'uomo poche file più in là.

<<Tu non hai idea...>> sussurra, accarezzandomi la guancia con un dito. I suoi occhi lampeggiano, il suo corpo è vicino abbastanza da far pensare male. <<...in cosa ti stai infilando.>>

Per me Berna è un amico, e sono certa che stia recitando la parte. Entrambi vogliamo evitare che i riflettori si spostino su Paulo, anche se così ci sacrifichiamo noi. Non mi va a genio che mie foto vengano sbattute sui giornali, sono passati anni ma questa cosa non riesco ancora a farmela piacere. Per salvaguardare l'argentino sono disposta a farmi riconoscere, a finire con nome e cognome nel pieno del gossip.

<<Dovremmo anche fingere di lasciarci, lo sai vero?>> dico, deglutendo a vuoto.

<<Appena torneremo in Italia la cosa cadrà da sola. Se tu non...se Paulo...sarebbe stato diverso. Lo sai vero?>> sussurra, abbassandosi verso il mio viso.

Nei suoi occhi riesco a leggere l'amarezza e il dispiacere, e non riesco a muovere un muscolo, sono congelata sul posto. Con il pollice asciuga una lacrima dalla mia guancia, e non riesco più a trattenermi, scoppio a piangere. Il biondo mi abbraccia immediatamente, avvolgendomi tra le sue braccia muscolose all'altezza delle spalle. Appoggio il viso contro il suo petto e due labbra premono sulla mia fronte.

<<Passerà Europa, passerà.>>

E non so se si stia riferendo al periodo assurdo in cui mi trovo o se intenda che riuscirò a dimenticare Paulo prima o poi.
Non sono più sicura di nulla.
Lascio che Bernardeschi mi culli tra le sue braccia, finché non mi calmo. Poi con un suo braccio sulle spalle entriamo in hotel, incurante del rumore degli scatti delle macchinette fotografiche.

Appena metto piede in camera sono felice di trovarla vuota, non riuscirei ad affrontare anche Clara. Se penso a ciò che devo dirle mi viene il voltastomaco. Un problema alla volta, mi ricordo, buttandomi sotto la doccia. Quando torno in camera con l'accappatoio addosso, mi fiondo sul letto e dopo poco mi addormento finché un rumore assordante non mi trapassa il cranio.

Mezza addormentata mi sollevo dal cuscino e capisco che qualcuno sta bussando alla porta, forse Clara si è scordata la chiave. Mi trascino fino alla porta, impreco e la spalanco. Cazzo. Cerco di richiederla immediatamente ma un piede si mette in mezzo e ormai è troppo tardi.

<<Finalmente ti ho trovata. Dobbiamo parlare.>>

Ha l'espressione seria, mi sale l'ansia.
Mi faccio da parte e lascio che Paulo Dybala entri in camera, a quanto pare ha qualcosa da dire e non so se sono pronta a sentirla.

Spazio autrice: Avevate indovinato, Berna compare sempre nei momenti meno opportuni 😂
Siamo al giro di boa, molti segreti stanno per essere svelati e ci stiamo avviando verso la fine della storia. Già mi sale l'ansia.
Alla prossima ❤⚡🌌

Colpita da una stella 🌌 /// Paulo Dybala (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora