Capitolo 16 - Vedere nero

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Fresca e profumata esco dal bagno, avvolta nell'accappatoio. Non so cosa indossare, di certo non l'intimo appena tolto. Raccolgo i capelli e li tengo su con una matita trovata sul mobiletto accanto al letto, mi guardo intorno ma di Dybala nemmeno l'ombra. Cammino fino in al soggiorno, e lo trovo. È seduto di fronte alla tavola imbandita, di spalle.

<<Immagino avrai fame.>> dice, senza neanche voltarsi. Ha forse delle capacità sovrannaturali?

<<Si e no. Ho lo stomaco a pezzi e un senso di nausea, ma non credo mi farà male buttare giù qualcosa di solido.>> commento, sedendomi al suo fianco. Paulo annuisce, d'accordo.

<<Thè o caffè?>> chiede, preparando una tazza.

<<Thè, grazie.>> rispondo, scegliendo tra una decina di gusti diversi. Sono un appassionata di tisane e thè, ed averne così tanti tra cui scegliere mi rende felice.

<<Ce ne sono un infinità, come si fa a scegliere?>> esclamo, sorridendo. Il calciatore mi guarda sorpreso, insomma...mi sto emozionando per una scatola piena di piccole bustine profumate.

<<Se sei come me e riesci a tollerare solo il black tea, allora non hai problemi.>> dice, allungandosi per tirarne fuori una bustina. Le nostre dita si sfiorano per un attimo, per poi lasciarsi. Imbarazzata, continuo la mia ricerca.

<<Proverò questo, sarà come fare un endovena di zuccheri.>> gli mostro la bustina rossa, tutta contenta.

Dybala scuote la testa, facendo ricare il ciuffo sugli occhi. Vorrei allungare una mano, sfiorargli la pelle candida e priva di imperfezioni e tirargli indietro la ciocca di capelli. Ma sarebbe strano, non ne ho il coraggio. Lascio in infusione la bustina, guardo i vari cornetti caldi ma l'unica cosa che metto nel piatto sono delle fette biscottate con della marmellata di ciliege.

<<Non guardami così, se fossi in condizioni ottimali metà del cibo su questa tavola scomparirebbe in un secondo.>> esclamo, alzando le mani.

Ed è vero, di solito mangio tanto, perché mi piace farlo. Adoro il cibo.
Dybala si limita a sorridere, ma non tanto affinché si formino le due piccole fossette ai lati delle guance. Assaggio la tisana e un profumo di fragola e ciliege mi invade le narici, chiudo gli occhi e ne bevo un sorso. Buonissima, come sospettavo.

<<Che c'è?>> sbotto, notando lo sguardo insistente del calciatore.

<<Permalosa. Sembrava stessi avendo un orgasmo, ti sei pure lasciata sfuggire un gemito. È una cosa normale?>> ridacchia, bevendo il suo thè nero.

Quasi mi strozzo, porto una mano sulle labbra e lo guardo malissimo. Probabilmente sono diventata rossa fuoco ma è davvero uno sfacciato! Dio, ma ho davvero fatto come ha detto senza rendermene conto?
È quasi peggio di quando l'ho chiamato Mr Culo Perfetto.

<<Ti ecciti con poco eh?>> aggiunge, stuzzicandomi. Se continua così virerò al viola e allora si che avrò bisogno di una respirazione bocca a bocca. Ma non da lui. Mai dai lui.

<<Almeno io vivo di emozioni, cosa che non si può dire di te, sei più rigido di un igloo.>> rispondo, incrociando il suo sguardo gelido. Le iridi sono chiare, rasentano l'azzurro pallido e fanno un po' paura. Devo averlo punto nel vivo. Beh, peggio per lui.

Continuiamo a mangiare, senza dire nulla. La tensione è palpabile, Dybala sembra arrabbiato e addenta il suo cornetto alla nutella con ferocia. Magari sta immaginando di staccarmi la testa e nascondere il cadavere da qualche parte. Dopotutto non faccio altro che irritarlo.

<<Sai, forse hai ragione.>>

Alzo lo sguardo su di lui, completamente sconvolta. Ho sentito bene o sono solo i postumi della sbronza?

<<Ultimamente sono parecchio scontroso, starmi accanto è quasi una punizione. Persino mia madre mi sopportava a mala pena, quindi...quindi immagino tu abbia ragione.>> conclude, per poi finire il suo thè.

Resto scioccata. Credo che si sia appena aperto con me, con una persona che conosce da poco. Gli occhi si velano di tristezza, e qualcosa nel mio cuore si smuove. Prima che possa rendermene conto, poggio una mano sulla sua.

<<Non è sempre tutto nero sai? Sono certa che potrai tornare ad essere più sereno e tranquillo, basta lavorarci. Fai ciò che ti fa stare bene, per esempio.>> mormoro, sperando che non fraitenda perché in fondo lo capisco.

Dopo aver scoperto il tradimento di Paolo non mi sono comportata male, non ho reagito di petto, mi sono limitata a chiudermi in casa e in me stessa. Ed è vero, nell'ultimo periodo vedo solo nero ma sono certa che passerà. Credo che possa valere la stessa cosa per lui, non so cosa gli sia successo ma...

Paulo annuisce e intreccia le dita alle mie. E non dovrei pensare male, perché non avrebbe alcun senso. Gli sorrido improvvisamente timida e ritiro la mano con delicatezza, meglio evitare il contatto fisico.

<<Ora devo proprio andare, sento il bisogno di vestirmi sai com'è.>> dico, sdrammatizzando.

Stringo bene la cintura dell'accappatoio bianco e mi alzo, sento i neuroni urlare a gran voce di allontanarmi, di mettere dello spazio tra di noi. Dybala ha lo sguardo perso, come se non sapesse bene cosa dire. Resta seduto, immobile come un maledetto manichino. E forse...forse questa è la reazione che ha quando vorrebbe dire o fare qualcosa ma si impone di non farlo.
Faccio un paio di passi verso la porta, questa camera è un labirinto e non è mica così facile. Raccolgo le mie cose, ma prima di andare sento di doverli dire qualcosa.

<<Grazie.>> mormoro, piano. Mi volto a guardarlo, e noto che non si è mosso di un millimetro.

<<Grazie per avermi recuperato ieri sera, per esserti preso cura di me. Non so come sdebitarmi, insomma...ti ho pure occupato il letto!>> dico, arrossendo un po'. Le mie parole sembrano sbloccarlo, perché un sorriso malizioso gli increspa le labbra.

<<Tranquilla, in due ci si sta bene, è abbastanza grande dopotutto.>> ribatte, alzando pure un sopracciglio.

Quindi ricapitoliamo: mi aveva trasportato priva di sensi in camera sua, tolto il vestito, sistemata nel suo letto e aveva pure dormito al mio fianco. E io, Europa Greco, non ricordo nulla di tutto questo. Quanto vorrei buttarmi giù dal balcone, ma con la rincorsa proprio.

<<Maniaco!>> ringhio, puntandogli un dito contro.

<<Calma tigre, non ti ho sfiorato nemmeno con un dito.>> mentre lo dice gli trema una palpebra. Possibile che stia mentendo?

<<Io me ne vado!>> sbotto, camminando a passo svelto fino alla porta.

<<Un modo c'è.>> urla dal salotto. Mi blocco con la mano sul pomello dorato, che intende dire ora?

<<Cosa?>> chiedo, palesemente confusa.

<<Un modo per sdebitarti esiste.>> risponde, e deve avermi raggiunta perché la sua voce è più nitida e vicina. Ma non oso voltarmi.

<<E cioè?>> domando, deglutendo. La mano libera trema un po', segno che la risposta non mi piacerà per niente.

<<Passare la giornata con me.>>

Silenzio.
Il cuore quasi mi balza in gola, gli occhi sono usciti fuori dalle orbite e le orecchie fischiano. Non può averlo detto sul serio.

<<Non rispondere subito, ti aspetterò nella hall tra due ore. Se deciderai di venire, porta un cambio e un costume da bagno. Altrimenti, ci rincontreremo quando il fato lo vorrà.>> sussurra sensuale, e giurerei di sentire il suo fiato caldo sul collo.

Con la pelle d'oca e senza alcun controllo sul mio corpo, lascio la camera di Paulo Dybala. Chiudo la porta, scendo in ascensore fino al mio piano e fisso la porta della mia di camera.

In testa ho un silenzio assordante, so già che la scelta non sarà facile. Allora perché ho la strana sensazione di aver già deciso?

Spazio autrice: Buon iniziato settimana!!! Cosa deciderà di fare Europa? Lo scoprirete nel prossimo capitolo 😂😂😂
Fatemi sapere cosa ne pensate, alla prossima 😘💎🌌

Colpita da una stella 🌌 /// Paulo Dybala (Completa)Where stories live. Discover now