Capitolo 69 - Tre

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Sono in camera mia, seduta sul divano a gambe incrociate con accanto Clara e di fronte, seduto su una poltrona, Berna. Abbiamo ordinato la colazione in camera, sul tavolino ci sono caffè, thè freddo e pasticcini di tutti i tipi, ma nessuno di noi ha ancora toccato nulla. Non ci guardiamo nemmeno in faccia, troppo presi dai nostri pensieri.

<<Avevi ragione.>> esclama Clara, spezzando il silenzio.

I miei occhi saettano su di lei, ha gli occhi cerchiati di nero, l'eyeliner sciolto fin sulle guance. Deve aver pianto, e tanto anche. Il vestito della festa è buttato a terra, così come il cerchietto con il corno. Con addosso una tuta sgualcita sembra ancora più piccola ed innocente.

<<Lo so.>> rispondo, senza andare nel dettaglio. Starle lontano mi ha fatto male, ma adesso è qui, forse possiamo recuperare. Anzi, ne sono sicura.

<<Aaron mi ha lasciata poco dopo mezzanotte, mi ha detto delle cose orribili...credo si sia mostrato per quello che è realmente. Non volevo crederci, sono stata ceca. Fatto sta che gli ho buttato il vino in faccia facendolo infuriare e...lui...lui ha tentato di prendermi per un braccio ma gli è andata male. L'ho colpito così forte che probabilmente non sarà più in grado di procreare.>> racconta la mia amica, accarezzandosi l'avambraccio sovrappensiero.

Mi irrigidisco notando il grosso livido viola sul braccio di Clara, deve averla strattonata parecchio per lasciarle un segno del genere. Berna mi guarda e ci capiamo al volo, la pensa esattamente come me: Aaron si è appena scavato la fossa da solo, la pagherà cara.

<<Se ti avvicina di nuovo dimmelo, ci penso io.>> le dico, sapendo benissimo che lo concerei così male da renderlo irriconoscibile.

Clara abbozza un sorriso e annuisce. Mi aspettavo una risposta diversa, una battuta, invece deve essere davvero spaventata per accettare la possibilità dell'uso della violenza. Quando metterò le mani su quel tizio, che l'Isola abbia pietà di lui, perché io non ne avrò.

<<Perché Paulo stava baciando quella?>> borbotta, timorosa. Ha paura della mia reazione, di rigirare il dito nella piaga.

Berna si muove irrequieto sulla poltrona, è agitato, afferra un biscotto e lo butta in bocca intero. Clara mi stringe una mano e così trovo il coraggio di dare voce alla verità, anche se così facendo rendo tutto più reale.

<<Quella che hai visto è la sua fidanzata, lui non è tanto diverso da Aaron. L'unica differenza è che il viscido si sposerà con una poveretta che non sa chi diavolo si sta prendendo, mentre lui aveva una fidanzata fissa a Torino. Mi ha usata, sono stata una distrazione, una novità, un giocattolo nuovo. Ora che la vacanza è finita mi ha semplicemente gettata via, fine dei giochi.>>

Il silenzio ci fa compagnia per un bel po', abbraccio Clara e le sussurro quanto mi sia mancata e quanto mi dispiace per quello che è successo. Lei mi dà un bacio sulla guancia e mi implora di perdonarla, ma avremo modo di parlarne più tardi, da sole.

<<Vado a fare una doccia, ho bisogno di ripulirmi.>> esclama Clara, lasciandoci soli.

Berna, che ha divorato quasi tutti i biscotti sul tavolo, annuisce e la guarda entrare in bagno. Appena la porta si chiude si alza e si siede al mio fianco, intreccia una mano alla mia portandosela alle labbra. Quando la lascia afferra un bicchiere pieno di thè e un paio di biscotti e me li poggia di fronte.

<<Non voglio giustificare nessuno, ma voglio che tu sappia che lui non è così, non so cosa ci sia sotto ma...ero certo che per te provasse qualcosa, tutto questo non ha senso. Cercherò di scoprirne di più.>> dice Berna, credendoci.

Ma cosa importa?
Ormai non ha più importanza.
Guardo il cibo e lo stomaco si serra ancora di più, mi alzo ed afferro il cellulare. Con le dita che tremano lo sblocco, ho due chiamate perse di mia madre e un paio di messaggi in segreteria. Ignoro tutto e raggiungo la galleria, mi fa male l'anima.
Chiudo gli occhi e lo passo al biondo.

Colpita da una stella 🌌 /// Paulo Dybala (Completa)Where stories live. Discover now