Capitolo 30 - Vaffanculo Paulo Dybala

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No, stranamente non mi sono ubriacata.
Mi sono limitata a bere un paio di whisky con Clara, sedute al bancone. Non mi aveva nemmeno chiesto nulla sul calciatore, neanche un misero accenno, quindi dovevo avere un espressione davvero sconfortata.

Poi l'avevo semplicemente lasciata andare, così che tornasse dal suo accompagnatore e grande amore, mentre io sono tornata in camera mia a testa bassa. Mentre lasciavo la sala avevo sentito addosso gli occhi di qualcuno, più precisamente di un argentino in panna.

Mi aveva guardata con un sentimento difficile da decifrare, poi si era voltato di lato rispondendo alla mora che non lo aveva più mollato un secondo. Peggio di una sanguinosa, o di una cozza allo scoglio.

<<Hai la faccia di chi sta pensando a qualcosa di irritante.>>

Guardo Clara con un sopracciglio alzato, mi conosce bene. Scendo dal letto, innervosita. Ciò che è successo ieri sera ha qualcosa di surreale, non solo ho baciato Dybala ma è pure comparso il mio ex dal nulla.
Del tipo: Buon Natale a me!

<<Secondo te l'omicidio è legale su quest'isola?>> chiedo, spalancando la tenda bianca. La luce del giorno investe la stanza, ma più fioca rispetto al solito. 

<<No, non credo.>> risponde, accennando un sorrisino divertito.

<<Bah, allora voglio sperare ancora nella giustizia divina.>> esclamo, puntando lo sguardo al cielo pieno di nuvole candide. Strano, qui di solito è sempre limpido.

<<Uhm, abbi fede. Ognuno avrà ciò che merita alla fine, ricordatelo.>>

Sbuffo, irritata.
La tensione di ieri sera non è ancora scemata del tutto e sento un bisogno viscerale di prendere qualcosa a pugni, o meglio, qualcuno. Che sia Paulo o Paolo va bene lo stesso.

<<Eu, il telefono!>> quasi grida Clara, lanciandomi il cellulare. Lo afferro al volo, e rispondo senza nemmeno vedere chi è.

<<Tesoro! Buon Natale!>> la voce di mia madre mi fa sorridere, sento quasi le spalle rilassarsi.

<<Auguri anche a voi!>> dico, uscendo sul balcone. Mi appoggio alla balaustra con i gomiti e fisso il mare.

<<Come sta andando in quel paradiso? Vi state divertendo?>> domanda mamma curiosa, e posso sentire in sottofondo mio padre che le chiede di mettere il vivavoce.

<<Oh, si si. Ci stiamo divertendo da impazzire, il mare è magnifico, la sabbia pure.>> borbotto, cercando di restare sul vago.

<<E i ragazzi come sono?>> chiede quel pettegolo di mio padre.

<<Sei sempre il solito dannazione! Ti pare il caso di chiedere in modo così indelicato?>> lo sgrida mamma, dandogli una gomitata.

<<Ma cosa ho detto? Sono solo curioso, e lo sei anche tu. Quindi amore, hai trovato qualcuno di interessante lì?>> insiste papà, e dal verso strozzato che emette subito dopo, scommetto che si è beccato un altra gomitata.

Porto una mano sul viso, esasperata.
Dovrei dirgli che ho incontrato un calciatore della squadra che più detesta o che si è presentato il mio adorabile ex fidanzato?
L'idea di dire la verità mi sfiora per circa un secondo prima di evaporare.

<<Nessuno.>> mento, fredda e controllata.

Il silenzio rimbomba nella cornetta, e sono certa che hanno capito che ho detto una bugia. Ma forse...forse sto diventando davvero brava nel dire menzogne.

<<Oh, peccato. Beh, c'è ancora tempo no?>> esclama mamma, prima di passare ad un altro argomento.

Chiacchieriamo per un bel po', in realtà parlano solo loro, ma va bene così.
Non me la sentirei di raccontare altre frottole o peggio ancora, di lasciarmi sfuggire il nome di Paulo. Perché sono certa che mi sfuggirebbe.

Li saluto, attacco e resto immobile con il cellulare tra le dita. Seguo con gli occhi una figura snella camminare fino a riva, liberarsi della canottiera e buttarsi in acqua. Una ragazza, la stessa di ieri sera, lo raggiunge.

Mi lascio sfuggire solo una lacrima, una sola, prima di scoppiare a ridere.
E forse sto impazzendo sul serio.
Rientro in camera, con un diavolo per capello.

<<Vaffanculo Paulo Dybala. Vaffanculo.>> mormoro, tra me e me.

<<Che hai detto?>> chiede Clara, in costume da bagno.

<<Assolutamente nulla.>> rispondo, con un sorriso degno di una delle peggiori psicopatiche.

<<Ti cambi e andiamo?>>

Scuoto la testa, gioco con l'elastico per i capelli e apro la valigia. Tiro fuori ciò che mi serve, sotto lo sguardo attento di Clara.

<<Oh cazzo.>> si limita a dire, appena capisce cosa ho in mente.

Le sorrido di nuovo, perché ha ragione.
Questo non è un buon segno, ma è l'unica cosa che forse può calmarmi.
Altrimenti lo commetto sul serio un omicidio.

Spazio autrice: Scusate il ritardo, e per il capitolo troppo breve, ma sono mega impegnata. Spero di aggiornare presto. Fatemi sapere cosa ne pensate, alla prossima 😘🌌💎

Colpita da una stella 🌌 /// Paulo Dybala (Completa)Where stories live. Discover now