<<Sono contento.>> esclama Paulo, dirigendo la barca nel piccolo porto dell'isola.
Dopo pranzo abbiamo esplorato un po' la caverna, finché non siamo tornati indietro. Abbiamo recuperato le nostre cose e diciamo che ci siamo dati da fare, con grande sorpresa di entrambi. Sembra che non riusciamo a stare separati, se non lo tocco io mi tocca lui, e non ci basta mai.
<<Perché?>> domando, con un sorriso enorme.
<<Me lo chiedi anche? È stata la giornata più bella da...>> si blocca, e il viso si adombra. Stringe più forte il timone, aggrotta le sopracciglia e si chiude in sé stesso. Il discorso è chiuso.
E di nuovo vengo sbattuta fuori dalla sua mente, fuori dal muro che circonda i suoi pensieri e le sue emozioni, fuori dai suoi segreti. E ci sbatto contro, ogni volta più forte, ma non cambia nulla. Non riesco nemmeno a scarfirlo, ed inizio a pensare che in fondo non si fidi abbastanza di me. Riesco a percepire l'ardore, la passione, la gioia quando siamo insieme, ma si perde, a volte si perde in angoli così bui che tirarlo fuori è impossibile.
<<Se continui così lo staccherai.>> dico, indicando il timone. Nemmeno mi sente, si limita a sistemare nel punto giusto la barca e a calare l'ancora.
Scendiamo giù al molo, in silenzio. Allunga una mano per aiutarmi a scendere ma la rifiuto, non ho bisogno del suo aiuto. Gli ho confessato molto di me, esponendomi e lui...niente. Non fa niente, anzi, si comporta esattamente come prima se non peggio. Questa storia deve finire.
Paulo riconsegna le chiavi, firma dei moduli e lo sorpasso, andando fino alla macchina noleggiata per riportarci in hotel. Salto su, cercando di non cadere come un idiota e accendo il motore. Il calciatore mi viene subito incontro, con la fronte aggrottata.
<<Ehi, cos'è non mi aspetti?>> esclama, con un sorrisino divertito. Bipolare! Fottuto bipolare! vorrei urlargli. Invece mi infilo gli occhiali da sole e mi sporgo dallo sportello.
<<Quando avrai fatto pace con te stesso, se mai ci riuscirai fammelo sapere, fino ad allora stammi lontano. Sono stanca di averti solo a metà.>> sbotto, ingrando la marcia e lasciandolo lì, sul molo, da solo.
La sua espressione sbigottita sarebbe da immortalare, e sarebbe anche divertente se non facesse così male. Avere solo una parte di lui...non riesco ad accettarlo. Sono una persona da: o tutto o niente. Se Paulo non è nelle condizioni di darmi tutto, che non mi dia nulla e si faccia da parte. Ho accettato questa situazione pensando che mi sarebbe stata bene, ma ora che ho capito che mi sto...che mi sto...o santissimo, non riesco nemmeno a dirlo.
Appena metto piede in hotel, dopo aver riconsegnato la macchina, non faccio in tempo a prendere un bel respiro che mi ritrovo davanti ad una scena strana, stonata. Stanca, sfinita a livello emotivo ma troppo buona, mi avvicino al bar e mi siedo al bancone.
<<Non è un po' presto per iniziare a bere?>> dico, senza guardare il ragazzo seduto alla mia sinistra.
<<È tutto sbagliato, dannatamente sbagliato. Non so come uscirne E.>> mormora, facendo roteare il liquido ambrato nel bicchiere.
<<Che succede? Non mi sembrava tu avessi problemi, insomma, non hai tutto ciò che desideravi?>> chiedo, piuttosto stranita.
Paolo scoppia a ridere, una risata amara e colma di risentimento.
Tutto questo non ha alcun senso.<<Ho perso tutto quello che desideravo, tutto quello che ho sempre voluto, tutto quello che amavo. Ora, non mi rimane più niente.>> dice, guardandomi in faccia.
CITEȘTI
Colpita da una stella 🌌 /// Paulo Dybala (Completa)
FanfictionEuropa è una ragazza come le altre, solo più sfigata. Dopo il tradimento del suo ragazzo, partirà per una vacanza da sogno in un isola tropicale, dove dovrebbe rilassarsi, schiarirsi le idee, dimenticare e divertirsi. Ma ovviamente nulla va mai seco...