Capitolo 57 - Cuore spezzato

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<<Sono contento.>> esclama Paulo, dirigendo la barca nel piccolo porto dell'isola.

Dopo pranzo abbiamo esplorato un po' la caverna, finché non siamo tornati indietro. Abbiamo recuperato le nostre cose e diciamo che ci siamo dati da fare, con grande sorpresa di entrambi. Sembra che non riusciamo a stare separati, se non lo tocco io mi tocca lui, e non ci basta mai.

<<Perché?>> domando, con un sorriso enorme.

<<Me lo chiedi anche? È stata la giornata più bella da...>> si blocca, e il viso si adombra. Stringe più forte il timone, aggrotta le sopracciglia e si chiude in sé stesso. Il discorso è chiuso.

E di nuovo vengo sbattuta fuori dalla sua mente, fuori dal muro che circonda i suoi pensieri e le sue emozioni, fuori dai suoi segreti. E ci sbatto contro, ogni volta più forte, ma non cambia nulla. Non riesco nemmeno a scarfirlo, ed inizio a pensare che in fondo non si fidi abbastanza di me. Riesco a percepire l'ardore, la passione, la gioia quando siamo insieme, ma si perde, a volte si perde in angoli così bui che tirarlo fuori è impossibile.

<<Se continui così lo staccherai.>> dico, indicando il timone. Nemmeno mi sente, si limita a sistemare nel punto giusto la barca e a calare l'ancora.

Scendiamo giù al molo, in silenzio. Allunga una mano per aiutarmi a scendere ma la rifiuto, non ho bisogno del suo aiuto. Gli ho confessato molto di me, esponendomi e lui...niente. Non fa niente, anzi, si comporta esattamente come prima se non peggio. Questa storia deve finire.

Paulo riconsegna le chiavi, firma dei moduli e lo sorpasso, andando fino alla macchina noleggiata per riportarci in hotel. Salto su, cercando di non cadere come un idiota e accendo il motore. Il calciatore mi viene subito incontro, con la fronte aggrottata.

<<Ehi, cos'è non mi aspetti?>> esclama, con un sorrisino divertito. Bipolare! Fottuto bipolare! vorrei urlargli. Invece mi infilo gli occhiali da sole e mi sporgo dallo sportello.

<<Quando avrai fatto pace con te stesso, se mai ci riuscirai fammelo sapere, fino ad allora stammi lontano. Sono stanca di averti solo a metà.>> sbotto, ingrando la marcia e lasciandolo lì, sul molo, da solo.

La sua espressione sbigottita sarebbe da immortalare, e sarebbe anche divertente se non facesse così male. Avere solo una parte di lui...non riesco ad accettarlo. Sono una persona da: o tutto o niente. Se Paulo non è nelle condizioni di darmi tutto, che non mi dia nulla e si faccia da parte. Ho accettato questa situazione pensando che mi sarebbe stata bene, ma ora che ho capito che mi sto...che mi sto...o santissimo, non riesco nemmeno a dirlo.

Appena metto piede in hotel, dopo aver riconsegnato la macchina, non faccio in tempo a prendere un bel respiro che mi ritrovo davanti ad una scena strana, stonata. Stanca, sfinita a livello emotivo ma troppo buona, mi avvicino al bar e mi siedo al bancone.

<<Non è un po' presto per iniziare a bere?>> dico, senza guardare il ragazzo seduto alla mia sinistra.

<<È tutto sbagliato, dannatamente sbagliato. Non so come uscirne E.>> mormora, facendo roteare il liquido ambrato nel bicchiere.

<<Che succede? Non mi sembrava tu avessi problemi, insomma, non hai tutto ciò che desideravi?>> chiedo, piuttosto stranita.

Paolo scoppia a ridere, una risata amara e colma di risentimento.
Tutto questo non ha alcun senso.

<<Ho perso tutto quello che desideravo, tutto quello che ho sempre voluto, tutto quello che amavo. Ora, non mi rimane più niente.>> dice, guardandomi in faccia.

Colpita da una stella 🌌 /// Paulo Dybala (Completa)Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum