Capitolo 14 - Uno a uno, palla al centro

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Buio.
Luce.
Dolore.

Apro gli occhi con fatica e un mal di testa storico. Questo segna la fine delle mie serate alcoliche, non berrò mai più così tanto, per nessuno motivo. Osservo il soffitto dorato, e cerco di trovare la forza per scendere dal letto. Ho un chiodo conficcato nel cervello, lo stomaco a pezzi e la sensazione di dover ricordare qualcosa di importante, ma cosa?

Gli intarsi elaborati e un dipinto sugli angeli che dispiegano le loro ali bianche e candide, mi confonde ancora di più. Nella mia camera il soffitto è bianco, privo di sfarzo.
Dove cazzo sono?
Che ho combinato sta notte?

Salto a sedere di botto, mi guardo intorno e tremo. Sono in un letto matrimoniale enorme, con tanto di soppalco e tende stile settecento, il posto al mio fianco è vuoto ma i cuscini sono stropicciati. Qualcuno deve averci dormito fino a poco fa.

Un brivido mi corre lungo la schiena quando mi accorgo di essere praticamente nuda. Il vestito rosso non si vede da nessuna parte, così mi avvolgo il lenzuolo intorno al corpo. La nausea è forte, il senso di stordimento anche...ma quanto diavolo ho bevuto?

Cerco di ricordare cosa è successo questa notte, dove posso essere e se...oddio. Mi maledico, borbotto una parolaccia sottovoce e chiudo gli occhi.
L'ultima cosa che ricordo è il karaoke, gli occhi di Dybala su di me e la sua compagnia per nulla gradevole. Quelle due sciacquette ci stavano provando spudoratamente e non so cosa abbia fatto scattare nel mio cervello.

Ricordo di aver incontrato Diego, di aver buttato una povera ragazza giù dal palco e di aver dato spettacolo. Forse, forse sono scappata. Con me funzionava sempre così, quindi perché questa volta dovrebbe fare eccezione?

Questo però non spiega dove sono e con chi ho passato la notte. Indosso solo l'intimo e questa cosa mi rende furiosa, confusa e a pezzi. Sono stata davvero così stupida?
Non ricordo nulla, ho un vuoto che non riesco a colmare in nessun modo.
Una porta-finestra si apre e una figura entra nella stanza. Il mio cuore batte troppo veloce, le mani tremano e la mascella scende verso il basso.

Oddio...oddio.
Ho davvero fatto cose con Paulo Dybala?
Ma soprattutto...sono così sfigata da non ricordarmelo nemmeno?

<<Ben svegliata, come ti senti?>> domanda, tranquillissimo. Come se non fossi mezza nuda in camera sua e con un vuoto in testa.

<<Perché sono qui?>> chiedo, agitata. Stringo più forte i lembi del lenzuolo, restando immobile.

<<Cosa ricordi di sta notte?>> sonda il terreno il calciatore, sedendosi sul bordo del letto. Ha uno sguardo strano, che non riesco a decifrare.

<<Poco, poco e niente.>> sussurro, passandomi una mano sul viso. Dybala sorride amareggiato e non ne capisco il motivo, a meno che...

<<Oddio, sono in intimo perché noi...cioè, io e te abbiamo...abbiamo...>> balbetto, andando nel panico. Sento le guance bruciare e vorrei sotterrarmi per l'imbarazzo.

<<No! Assolutamente no! Se fosse successo fidati che te lo ricorderesti.>> afferma, ridacchiando. Sgrano gli occhi di fronte alla sua sfrontatezza e sicurezza, che arrogante!

<<Ho i miei dubbi, comunque non spiega il perché sono senza vestito.>> sbotto, incrociando le braccia al petto.

<<Davvero non ricordi nulla allora.>> commenta Paulo, aggrottando le sopracciglia. Mi sta facendo saltare i nervi, e per quanto mi sforzi non ricordo nulla.

<<Vuota il sacco!>>

Il calciatore esce dalla stanza e ricompare un paio di minuti dopo con un bicchiere pieno di un liquido giallo. Si siede più vicino sul letto e me lo porge.

Colpita da una stella 🌌 /// Paulo Dybala (Completa)Where stories live. Discover now