Capitolo 32 - Di follie non ne faccio più

2.9K 89 10
                                    

C'ho provato, ad uscire intendo.
Ho sbattuto i pugni contro la porta, ho urlato, c'ho quasi lanciato una panca contro. Ma niente, non si è mossa di un millimetro.

Per di più Paulo non ha mosso un dito, mi ha guardato gridare, imprecare e frignare. Seduto su un puff verde si è limitato a fissarmi, senza proferire parola.
E Dio solo sa quanto mi ha fatto incazzare. Siamo chiusi dentro e lui se ne sta lì, tranquillo, come se nulla fosse.

Dopo un ora mi sono lasciata scivolare contro la parete opposta, con le mani nei capelli. Allento la coda, lasciando che alcune ciocche mi circondino il viso. Tiro fuori il cellulare e provo a chiamare Clara, ma non c'è linea.
Neanche una misera tacchetta.
Quanto posso essere sfigata?

<<Non c'è campo, dannazione!>> borbotto, con la tentazione di lanciare il telefono dall'altra parte della stanza.

<<Su quest'isola non c'è quasi mai campo, dovresti averlo capito ormai.>> dice l'argentino, alzando le spalle.

<<Già. Ora come ne usciamo?>> chiedo, sperando in una sua perla di saggezza. Magari ha pensato a qualcosa.

<<Non ne usciamo, semplice.>> risponde, tranquillo. Fin troppo tranquillo. Lo guardo di scatto, sospettosa.

<<Che diavolo stai dicendo?>> sibilo, stringendo i pugni.

Paulo sorride, ed è quasi inquietante. Ha qualcosa che gli frulla in testa, è palese, ma che non riesco a cogliere. Si porta le mani dietro la nuca e stende le gambe in avanti, i pantaloni blu si alzano un po' rivelando le caviglie abbronzate.

<<È chiaro che la porta è stata chiusa dall'esterno, e da qui non possiamo fare nulla se non aspettare che qualcuno venga a cercarci.>>

Sbuffo, perché forse ha ragione.
C'ho provato in tutti i modi a farmi sentire, ma non è servito a niente se non a farmi venire il mal di gola. Sono tutti a pranzo, nella sala da ballo con la musica. Non ci sentirebbe nessuno. Chiudo gli occhi, passandomi una mano sul viso, frustrata.

<<Mi dispiace per te, stai sicuramente perdendo un appuntamento visto il completo elegante che per la cronaca si sta sgualcendo tutto.>> borbotto, acida e un po' soddisfatta.

<<Non vorrei essere da nessun altra parte se non qui. E per la cronaca: ho la giacca sgualcita perché qualcuno mi ha sbattuto su un tappetino con un bel po' di forza.>> esclama sarcastico. Mi scappa un mezzo sorriso, che nascondo immediatamente.

<<Se ti aspetti delle scuse ti farai vecchio.>> dico, sentendomi un po' in colpa.

Ho esagerato ma non lo ammetterò mai. Di solito non perdo la calma e non reagisco con violenza, ma questa volta non c'ho proprio visto più. E un po' mi dispiace. Stranamente Paulo scoppia a ridere.

<<Oh ma me lo sono meritato immagino.>> ridacchia, scompigliandosi i capelli. Sembra quasi in imbarazzo...impossibile.

<<Tu dici?>> ribatto, piccata.

Non riesco a gestire le emozioni negative che mi gravitano intorno come un campo magnetico, anche se so che dovrei darci un taglio. Mi sto comportando da ragazzina idiota ed immatura, per nulla da me. Quasi da fidanzatina gelosa. Paulo sta tirando fuori, ancora una volta, la parte peggiore di me. 

<<Abbassa le armi Eu, ne ho prese abbastanza per oggi non credi?>> dice il ragazzo, puntando i gomiti sulle gambe.

<<Può darsi.>> borbotto, sentendo crescere il senso di colpa. Avrei potuto fargli male, sono stata un incosciente.

Colpita da una stella 🌌 /// Paulo Dybala (Completa)Where stories live. Discover now