Capitolo 46 - Il mondo è bello perché è vario

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Paulo spalanca la porta della suite più bella dell'albergo, sparisce nel buio e tira le tende lasciando entrare la luce del sole. Non c'è nemmeno una nuvola oggi, e qui si sta bene, la camera è fresca. Sorpasso il salottino privato e lo raggiungo alla finestra, godendo della vista.

<<Il mare e il cielo sembrano una cosa sola da quassù.>> mormoro, stupita.

Osservo il volo di un paio di gabbiani grigi mentre sento Paulo spostarsi alle mie spalle, sento un click e mi volto di scatto. Ha in mano la macchina fotografica e il flash mi acceca.

<<Che diavolo stai facendo?>> esclamo, alzando una mano per ripararmi il viso.

<<Immortalo qualcosa di etereo, uno spettacolo unico.>> commenta, facendomi vedere la foto che mi ha scattato quando ero di spalle.

<<Come fotografo fai schifo, però questa qui non è così terribile. Sei il classico: è intelligente, potrebbe fare di più ma non si applica.>> dico, poggiando la macchinetta su un mobile.

Paulo mi guarda allibito e poi scoppia a ridere, forse nessuno glielo ha mai detto che è negato. Un'altra prima volta immagino.

<<È per questo che mi piaci.>> ammette, avvicinandosi un po'.

L'ha detto.
L'ha detto sul serio.
Sta volta tocca a me guardarlo come se fosse impazzito, perché non posso piacere a uno come lui. Onestamente faccio fatica a crederlo, ma forse i miracoli valgono anche per me.

<<Se ti piacciono le critiche costruttive posso pure continuare.>> lo provoco, indietreggiando.

Quando ho accettato quella specie di proposta/compromesso in palestra forse ero completamente pazza, o assuefatta dal ragazzo. O magari ho capito male, capisco sempre male io. Magari ora la smette di guardarmi come se fossi l'unico ghiacciolo sull'isola, e tira fuori il Monopoli. Mi sta bene anche Shangai o Risiko, e potremmo invitare anche Clara e Aaron. Mi sa che sono in carenza di zuccheri, farnetico.

Magari sei solo nervosa.
Tze, io nervosa? Ma quando mai!
Figurati se un calciatore bello e famoso mi mette in difficoltà.
Però quanto è bello? Con i capelli scompigliati, gli occhi chiari e le spalle larghe che si ritrova...

<<Sto ancora aspettando Europa.>> dice, la voce roca e sensuale.

<<Sei petulante e mi gioco una colazione che sei pure appiccicoso come il miele. Stai sempre lì ad aspettare che qualcuno ti abbracci, in pratica sei un piccolo orsetto rompicoglioni. Che poi potresti prendere l'iniziativa ed abbracciare te per primo, ma vabbe, immagino che il mondo è bello perché è vario.>> inizio, senza andarci piano.

Paulo alza un sopracciglio, fa una smorfia di assenso e si avvicina ancora un po'. Nonostante le mie parole non smette di guardarmi in quel modo...mi sa che il Monopoli non lo caccia.

<<Poi?>>

Indietreggio di un passo e sorrido, pensando a cosa dire. Non che sia difficile elencare i suoi difetti, molti ce li ha scritti in faccia. Solo che in pochi hanno il coraggio di parlargli onestamente, anzi nessuno. Forse solo la mamma, anche se lui non l'ascolta.

<<Sei testardo, una vera testa dura. Se la sbattessi contro il muro non ti faresti niente. Non accetti un no come risposta, ma dovresti capire che a volte insistere non ti porterà da nessuna parte. È solo tempo perso e fiato sprecato.>> dico, andandoci giù pesante.

Il calciatore annuisce e fa un altro passo avanti. Io vado a sbattere con la schiena contro la balaustra bollente del balcone, oltre essa solo il vuoto e giù il mare. Sono in trappola, ma non per questo gli renderò la vita facile.

Colpita da una stella 🌌 /// Paulo Dybala (Completa)Kde žijí příběhy. Začni objevovat