Capitolo 80 - Non basta

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È un incubo.
Non ho altre parole per descriverlo, così come continuo a far finta di niente spostandomi da un invitato all'altro. Ho la nausea, sento che sto per crollare ma la presenza di Adriano mi da sostegno, la sua mano è l'unica cosa che mi tiene ancora in piedi. Sento gli occhi pizzicare, ma mi impongo di resistere.

Lui è qui.
È venuto qui e ha avuto la faccia tosta di chiedermi di parlare. Si è imbucato ad un evento privato, spalleggiato da Berna. Pensavo fosse mio amico, mi sbagliavo. Un amico non ti fa soffrire, non ti causa dolore, non ti mette davanti la persona che ti ha distrutto.

Il bello è che stavo per cedere, troppo curiosa di sentire quello che aveva da dirmi solo per ridergli in faccia. Sempre se ricordi come si fa.
Non rido sul serio da un eternità.
Mi avvicino alla postazione del barman e butto giù due super alcolici alla velocità della luce. Cazzo, non è sufficiente.

<<Se ti fa sentire meglio posso mandarlo via.>> esclama Adriano, fissado il terzo bicchiere che ho in mano.

<<No, devo dimostrare di essere superiore. Lui non è più niente per me.>> dico, evitando di setacciare la sala con lo sguardo. Non voglio sentirmi così, non mi piace. Perché lui è ancora una parte di me e, per quanto dica il contrario, le cose non sono cambiate.

<<Sai che non è vero E, e sai anche che non mi piace vederti così.>> mormora, un po' preoccupato. Allora non è una statua!

<<Fattelo piacere, perché sarà un serata bella lunga e ho appena iniziato.>> sibilo, prendendomela con lui.

Ho il cuore a pezzi, i nervi tesi e non so cosa voglio. Vederlo è stato peggio di un colpo di pistola, non me lo aspettavo perché pensavo di non vederlo mai più. Quando si è tolto la maschera...mi ha ricordato quanto mi mancassero i suoi occhi. Mi è mancato tutto, anche discutere e fare pace.
Debole. Sono ancora una fottuta debole.

<<Sono qui come tuo amico e non sono in servizio, quindi trattami come tale Eurò.>> ribatte, irritato.

<<Hai ragione. Hai ragione, scusami Adri, solo che ho una tale confusione in testa...>> borbotto, prendendo la sua mano tra le mie. I suoi occhi ambrati si placano, sospira e mi abbraccia.

<<Lo so dolcezza, per questo non ti ho ancora mollata.>> ridacchia, accarezzandomi i capelli con una mano.

<<Smettila di chiamarmi così! Dai un idea sbagliata, ne abbiamo già parlato.>> gli do un pizzicotto sul braccio che nemmeno sente, anzi, sorride.

<<Ti fa arrabbiare, ed è quello il mio scopo. La rabbia è meglio dello sguardo vuoto che hai da settimane.>> ammette, tornando serio.

Abbasso lo sguardo ed evito di commentare, non saprei cosa dire. Ci sediamo e parliamo d'altro, e per tutto il tempo tengo d'occhio la sala. Lo cerco tra gli invitati ma non lo trovo. Il cuore perde un battito, la delusione risuona nella mia testa. Se n'è andato sul serio. Sono bastate due parole cattive e ha già gettato la spugna.

<<Se la senti ancora come una questione aperta perché non ci parli? Senti quello che ha da dire e dacci un taglio netto, ma stavolta sul serio.>> azzarda Adriano, dando voce ai miei dubbi. Magari affrontarlo una volta per tutte potrà mettermi l'anima finalmente in pace.

<<Sto setacciando la sala per trovarlo, perché hai ragione, devo chiudere definitivamente questo capitolo per poter andare avanti. Ma sai qual è l'ironia? Da quando gli abbiamo fatto intendere che siamo una coppia è davvero sparito, probabilmente sarà andato via.>> confesso, un po' imbarazzata.

Nel petto sento un peso non indifferente, non posso credere che sia andato via così, senza nemmeno provare a farmi cambiare idea. Adriano mi accompagna al centro della pista da ballo, in cui alcune coppie stanno dondolando avanti e indietro sulle note di un lento. Mi circonda i fianchi con dolcezza e si avvicina al mio orecchio.

Colpita da una stella 🌌 /// Paulo Dybala (Completa)Where stories live. Discover now