Capitolo 73 - Il triangolo no

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Attenzione : Occhio al cambio di Pov!

Sono passati quattro giorni dal risveglio di nonno, e la sua condizione migliora a vista d'occhio. Tutti sono più tranquilli, quasi si azzardano a sorridere. Papà non aveva preso benissimo la presenza di un calciatore, ma era li per me, e tanto bastava. Berna si era fermato davvero, e sia lui che Clara mi facevano compagnia nel mio appartamento. I due si comportavano ancora in modo un po' strano, a mala pena si guardavano quando parlavano. Avrei indagato presto.

Sono passati quattro giorni da quando avevo detto addio a Paulo, e non lo sapeva nessuno. Nemmeno Berna sapeva di essersi trovato a pochi metri dal suo migliore amico, e non intendevo dirglielo. Né a lui né a Clara. Non ero pronta, e non so quando lo sarei stata. Nonostante quella notte in clinica, nonostante gli abbia detto addio, mi sentivo ancora legata a lui. Mi mancava. Mi sarebbe passato presto, o almeno lo speravo.

Ogni telegiornale parlava ancora di mio nonno, delle buone notizie e di me. A volte spuntavano foto con Berna, e a dir la verità alcuni programmi avevano mandato in onda l'arrivo immediato del calciatore in clinica. Ma non solo, spuntarono foto su foto di noi due uscire dalla clinica o che prendiamo un caffè al bar.
È frustrante.

Per fortuna nessuno mi aveva ancora seguito fino a casa, altrimenti sarebbero stati guai.
Odiavo essere sulla bocca di tutti, a sparlare della mia vita privata. Ma non potevo farci niente, tranne aspettare che la loro attenzione sparisse presto.

<<Devo tornare a Torino, o sta volta il mister mi taglia le palle e le usa per giocarci a bocce.>>

Berna si butta sul divano, con un pacchetto di patatine in mano e un'espressione strana. Sembra quasi abbia messo il broncio, è adorabile. Cerco qualcosa di decente in tv e gli rubo un paio di patatine, odio ammetterlo ma vorrei che non se ne andasse.

<<Mh, una prospettiva divertente.>> commento, scherzosa.

<<Ma guarda a questa!>> ridacchia Berna, dandomi un colpetto scherzoso sul fianco.

<<Quando parti?>> gli chiedo, già triste.

<<Dopo pranzo, vorrei salutare i tuoi e tuo nonno prima di andare.>> dice, serio.

Ma perché non mi sono innamorata di lui? È praticamente l'emblema del ragazzo premuroso e dolce, e invece no...ho dovuto dare il mio cuore a qualcuno che non è libero. In fatto di uomini sono un caso perso. Berna mi guarda con affetto, e per fortuna non prova nulla per me oltre ad una profonda amicizia. Anzi, se non ho capito male, ha un'altra per la testa.

<<Perfetto.>> borbotto, colpita dalla sua premura.

<<Dai, fammi un sorriso! Ci vediamo presto! Siamo vinicinissimi, possiamo anche andare a bere qualcosa insieme questo fine settimana.>> esclama, buttandomi un braccio sulle spalle. Se avessi un fratello penso che sarebbe così, una continua risata.

Chiacchieriamo del posto e dell'orario per mangiare qualcosa insieme a Torino nel weekend, quando i nostri cellulari squillano impazziti. Li prendiamo contemporaneamente e ho diverse chiamate perse, tra cui Clara, mia madre e Riccardo. I social stanno impazzendo, i messaggi su whatsapp sono trenta e stanno aumentando a vista d'occhio.

<<Ma che...è inutilizzabile!>> ringhia, mostrandomi lo schermo del cellulare. Le notifiche, le chiamate, i messaggi sono centinaia, ma perché?

La porta di casa si spalanca e compare Clara, con il viso bianco come un lenzuolo. I capelli scuri sono consigliati, gli occhi sgranati e le sue labbra tremano un po'. Alle spalle scorgo due ragazzi in giacca e cravatta, le ventiquattrore in mano e due espressioni da far paura. Clara, Riccardo e Rodrigo entrano in casa in silenzio, mentre io e Berna ci alziamo dal divano.

Colpita da una stella 🌌 /// Paulo Dybala (Completa)Where stories live. Discover now